OGGI COME IERI

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Dal 1828 a Roma capitale, il Risorgimento visto attraverso gli occhi di tre giovani meridionali affiliati alla Giovane Italia: le speranze, gli slanci ideali, il coraggio e le paure, i tradimenti veri o presunti, le congiure, il carcere… NOI CREDEVAMO di Mario Martone è la storia vista dal basso, senza le esaltazioni che ci si poteva aspettare per l’occasione del centocinquantenario dell’ unità d’Italia. Storia, alla fine, di una disillusione profonda:
“… perché io ora mi ritrovo al punto di partenza. La lotta si è risolta in un fallimento e vorrei trarre il bandolo della matassa, capire se un’errata interpretazione delle idee che ho sostenuto sia responsabile o no di quel che è successo: l’Italia di oggi, gretta, superba, assassina (…) gente che ha saputo approfittare della nuova situazione politica solo per accrescere il proprio potere (…) In questo parlamento non sarà certo permesso di discutere su quanto ciascun patriota ha sofferto e fatto. Gli esuli e gli ex galeotti verranno celebrati tutti allo stesso livello, come dei rottami da enumerare sbrigativamente, i cui discorsi non producono che noia…”: queste le parole che Domenico, mazziniano appassionato e coerente, pronuncia, a Italia ormai fatta, nella scena finale del film: non sembra una descrizione del nostro paese attuale?
Eravamo tanti, eravamo insieme, il carcere non bastava.
Noi la lotta dovevamo incominciarla quando ne uscimmo.
Noi: dolce parola. Noi credevamo.”Mi piacerebbe “rivoltare” il film, farlo terminare con le parole con cui inizia: il giuramento che i tre protagonisti pronunciano affiliandosi alla Giovane Italia:

Io do il mio nome alla Giovane Italia
associazione di uomini credenti nella stessa fede
e giuro di consacrarmi tutto e per sempre
a costituire con essi l’Italia
in nazione una, indipendente, libera, repubblicana.

Penso che oggi ci sia davvero molto bisogno di un convinto spirito civico, di un senso di appartenenza forte come quello che comunicano queste parole. Di cittadini che, senza congiure, tradimenti, opportunismi, trasformismi, interessi di parte, riscoprano la politica come modo di risolvere insieme i problemi di tutti (…grazie don Milani!).

…Ma noi ci crediamo?

Maria Urciuoli

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