LODI DI DIO ALTISSIMO

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padre Gianluca Manganelli

Appunti tratti dall’incontro di formazione alla fraternità Ofs del Roseto di Avellino, tenuto da P. Gianluca Manganelli – OFM Cappuccini – sugli Scritti di San Francesco, in particolare sono state commentate le ‘Lodi di Dio Altissimo’.

“Francesco, come San Paolo ha nel Vangelo inteso come Gesù Cristo morto e risorto, il suo punto di riferimento e tutti i suoi scritti sono orientati alla esortazione a vivere il Vangelo in maniera autentica.
Francesco scrive non direttamente ma sotto dettatura, altre volte riferisce ad un frate che poi elabora il suo pensiero.
Le laudi e preghiere fanno parte di una delle tre parti in cui si dividono gli scritti di Francesco. La preghiera Alto e glorioso Iddio secondo alcuni è attribuita a San Francesco, ma non è stata scritta da lui.
Le lodi di Dio altissimo sono la preghiera figlia dell’esperienza sulla Verna. Nelle preghiere si può capire il rapporto che Francesco ha con Gesù e tutto quello che lui ha scaturisce proprio da questa sua vita di preghiera. Nelle preghiere c’è tutta la sua fede. Le fede è la roccia su cui ti aggrappi dove costruisci la tua casa, perché è un luogo stabile. Così è per Francesco che in Gesù trova la sua ricusa, si punto di riferimento. Nelle preghiere cu sino anche i suoi desideri: l’intimità con il Signore e con I fratelli. L’aspirazione di Francesco è la santità; fare fraternità in Dio tutti insieme. Francesco Si intrattiene nella preghiera perché desidera stare con Dio, tutti insieme. Da questi deriva il suo desiderio espresso nel perdono di Assisi, dove diceva di voler portare tutti in paradiso. La preghiera di Francesco non è di richiesta, ma tutta estatica; Francesco quando prega esce fuori di sé. Francesco è contento per i doni ricevuti e il suo atteggiamento è di ringraziamento; a Dio restituisce la lode, la gloria.
Nelle preghiere si manifesta l’atteggiamento desiderio di Francesco: Avere sente di al centro dei suoi pensieri. Anche le preghiere come gli altri scritti sono state dettate da Francesco.
Le fonti di ispirazione sono la sacra scrittura e la liturgia, difficilmente utilizza parole sue. Il linguaggio dell’amore è il silenzio e in esso riceve e da al Signore. Francesco ha una buona memoria, ad esempio l’ufficio della passione del Signore è un collage di salmi.
Settembre 1224. Nel giorno dell’esaltazione della croce Francesco se ne va sulla Verna a pregare.
F.F.635 . Mentre il Santo era sul monte della Verna, chiuso nella sua cella, un confratello desiderava ardentemente di avere a sua consolazione uno scritto contenente parole del Signore con brevi note scritte di proprio pugno da san Francesco. Era infatti convinto che avrebbe potuto superare o almeno sopportare più facilmente la grave tentazione, non della carne ma dello spirito, da cui si sentiva oppresso.
Pur avendone un vivissimo desiderio, non osava confidarsi col Padre santissimo ma ciò che non gli disse la creatura, glielo rivelò lo Spirito. Un giorno Francesco lo chiama: ” Portami–gli dice– carta e calamaio, perché voglio scrivere le parole e le lodi del Signore, come le ho meditate nel mio cuore “. Subito gli portò quanto aveva chiesto, ed egli, di sua mano, scrisse le Lodi di Dio e le parole che aveva in animo. Alla fine aggiunse la benedizione del frate e gli disse: ” Prenditi questa piccola carta e custodiscila con cura sino al giorno della tua morte “. Immediatamente fu libero da ogni tentazione, e lo scritto, conservato, ha operato in seguito cose meravigliose.
Un frate tentato da un momento di crisi vuole uno scritto di Francesco che scrive di suo pugno le Lodi di Dio Altissimo. Frate Leone scrive a margine di questa reliquia che questa preghiera gli è stata scritta da Francesco e questa reliquia è assolutamente originaria e quella di foglietto è proprio la scrittura di Francesco.
Questa preghiera è stata partorita proprio durante l’esperienza delle stimmate.
[261] LODI DI DIO ALTISSIMO
Tu sei santo, Signore, solo Dio, che operi cose meravigliose. Tu sei forte, Tu sei grande, Tu sei altissimo, Tu sei re onnipotente, Tu, Padre santo, re del cielo e della terra. Tu sei trino ed uno, Signore Dio degli dèi, Tu sei il bene, ogni bene, il sommo bene, il Signore Dio vivo e vero. Tu sei amore e carità, Tu sei sapienza, Tu sei umiltà, Tu sei pazienza, Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine, Tu sei sicurezza, Tu sei quiete. Tu sei gaudio e letizia, Tu sei la nostra speranza, Tu sei giustizia, Tu sei temperanza, Tu sei tutta la nostra ricchezza a sufficienza. Tu sei bellezza, Tu sei mansuetudine. Tu sei protettore, Tu sei custode e nostro difensore
Tu sei fortezza, Tu sei refrigerio. Tu sei la nostra speranza, Tu sei la nostra fede, Tu sei la nostra carità. Tu sei tutta la nostra dolcezza, Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.
Quando sono state fatte le traduzioni non c’è mai l’invocazione, non è Francesco che chiama il Signore, ma va verso il Signore e si fonde con Lui. Il credente non ha più il cuore che batte per se, ma il suo cuore batte con quello di Dio.
Sulla Verna non esiste più Francesco, ma esiste Francesco in Gesù. In quella fase della sua vita Francesco vive la sofferenza della croce dovuta alla dell’ordine per la sua fraternità e al momento di deserto della sua fede. Noi non siamo angelo e il peso di questa fragilità richiede uno sforzo da parte del credente. Il Signore ci da dei doni che però devono fruttificare Grazie al nostro impegno.”

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