AMORIS LAETITIA

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esortazione sull'amore nella famigliaNei giorni 10, 11 e 12 giugno 2016, presso le suore Francescane di Santa Lucia di Serino (AV), si è tenuto il campo scuola dell’Ordine Francescano Secolare di Avellino – Roseto.
Il tema portante del campo è stato l’approfondimento dell’Esortazione Apostolica, scritta da Papa Francesco sull’Amore nella Famiglia: l’Amoris Laetitia.
L’argomento è stato trattato da don Enrico Russo che, oltre ad essere un parroco, ha intrapreso il percorso di formazione per entrare anche lui nella grande famiglia dell’Ordine Francescano Secolare.
Parlando dell’Amoris Laetitia, don Enrico sottolinea come questa sia un’esortazione sulla gioia dell’amore che scaturisce da due Sinodi (2014 e 2015) dedicati alla famiglia.
Il Papa parla dell’Amore avendo in considerazione le diverse culture dei paesi del mondo. Non è un documento solo per gli addetti ai lavori, cioè vescovi e presbiteri, ma tutti possono trovare in essa ispirazione. L’Amoris Laetitia ha delle peculiarità: nasce, nel tempo, dalle varie udienze del mercoledì, oltre che dall’esperienza dei due Sinodi sulla famiglia del 2014 e 2015; il Papa non ha voluto, con essa, dare delle risposte per i singoli casi; ultimo aspetto è l’influenza della spiritualità di Sant’Ignazio.
Questo documento va letto a piccoli sorsi e non tutto di getto.
Il Papa ci dice che se ogni giorno non ci meravigliamo dell’amore, ne perdiamo la gioia.
Perché ha usato la parola laetitia? Questa parola nell’antico dialetto significava voce e quindi Comunione, la Letizia è la bellezza dello stare insieme, quindi non c’era parola più adatta con cui dare il titolo a questa Esortazione.
Il Papa punta sulla ordinarietà dell’amore, in particolare nel rapporto tra chiesa e famiglia. Il Santo Padre vuole dimostrare che la famiglia è il momento vitale della Chiesa. È la famiglia, come diceva Paolo VI, ad essere chiesa domestica.
Sant’Ignazio affermava che nelle piccole cose, quindi nella quotidianità, si trova la gioia. Il Papa mette in evidenza tutti quelli che sono i passaggi con cui definiamo la persona che amiamo, nel tempo, chiamandola prima l'”amore mio”, poi “mio marito”, “il Padre dei miei figl”i, fino a diventare quasi uno sconosciuto.
Nel secondo capitolo il Papa affronta quelli che sono i fenomeni ambigui che si vivono in famiglia: la snaturalizzazione dell’amore (si dorme nello stesso letto, ma non si sa l’altro cosa ha fatto durante il giorno). Cerchiamo tutte le forme d’amore che ci fanno stare bene, ma non quello che ci da la gioia dell’amore. Noi viviamo la nostra vita come una collezione di gioie e per fare ciò siamo disposti ad anteporre i propri spazi a quelli della famiglia. L’identità umana è concentrata su se stessa, sul proprio benessere e non sulla voglia di stare insieme come famiglia, prevale l’egoismo nella scelta di stare bene con se stessi. Queste situazioni “imperfette” non portano necessariamente al fallimento del rapporto, ma in esse è possibile trovare anche i semi di una rinascita. Il Vangelo della famiglia cura proprio questi semi e noi, presbiteri e laici, dobbiamo imparare a coltivare questi semi. I semi vanno annaffiati con l’acqua dell’integrazione e non con l’esclusione.
Nel capitolo 5, il Papa ci parla del ruolo di genitori e dei nonni. Il filo rosso che collega tutte queste relazioni è quello di non aver paura di amare.
Come si può annunciare il Vangelo della famiglia, oggi? La prima cosa è la conversione missionaria. Dobbiamo essere capaci di ascoltare le famiglie ed essere testimoni dell’amore presso di esse.
Un altro aspetto è quello della negoziazione per il bene della famiglia, alla continua ricerca di un equilibrio che ci renda più uomini e più donne. C’è bisogno di più tempo per stare di fronte all’altro e soprattutto questo tempo deve essere più di qualità.
Non bisogna mai rassegnarsi ad una curva discendente dall’amore; per superare la crisi bisogna essere presenti e non fuggire, bisogna continuare a fare le stesse cose di sempre.
Nel secondo giorno del convegno la fraternità si è suddivisa in due gruppi, per approfondire le piste di riflessione (vedi link in basso) preparate da don Enrico. La stessa tematica, poi, è stata meditata nell’Adorazione (vedi link in basso) che ha concluso questo primo approccio all’Esortazione di Papa Francesco.

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adorazione

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