BELLI E ADDORMENTATI

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Durante i primi giorni del febbraio 2009, in un’ Italia monopolizzata dal “caso Englaro”, si intrecciano le storie di varie persone che, in un modo o nell’altro, vivono il dolore e l’impotenza per la malattia di una persona cara. Tra loro un senatore che, chiamato a Roma a votare la legge sul fine vita, dovrà scegliere se seguire la sua coscienza o gli ordini del partito.
Come tutti i film di Bellocchio, Bella addormentata (presentato a Venezia quest’anno) fa pensare. Forse a molti cattolici non piacerà. Ma a me sembra che molti cattolici abbiano rinunciato a pensare e si limitino ad accettare passivamente le posizioni ufficiali della Chiesa su qualsiasi argomento, almeno fino a quando queste posizioni non li toccano personalmente.
Molti cattolici italiani sono così: belli e addormentati.
Accanimento terapeutico, eutanasia… discorsi delicati, posizioni difficili da prendere se ci si cala nella realtà dei tantissimi e diversi casi reali di uomini e donne che vivono giorno dopo giorno sulla loro pelle la sofferenza propria e quella delle persone che amano.
Io non so cosa penserei, come mi sentirei se mi trovassi bloccata in un letto, senza possibilità di comunicare. Ma di una cosa sono certa: accetterei qualsiasi decisione sulla mia vita, anche contraria alle mie volontà, se venisse da persone che mi amano e che sono mosse da profonde e autentiche convinzioni.
Mi sentirei condannata – e dannata – se queste decisioni venissero da una legge fatta da qualcuno per assicurarsi l’appoggio del Vaticano alle prossime elezioni.
La vita è un dono, ma viverla – e come viverla – può solo essere una libera scelta.
Dio ci ha donato intelligenza, volontà e libero arbitrio. Può toglierci l’uomo ciò che ci ha dato Dio?

Maria Urciuoli

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Una risposta a “BELLI E ADDORMENTATI”

  1. Come sempre sei stata molto efficace nella tua recensione, lasciandoci interrogativi che meritano almeno di essere presi in considerazione, se ci è rimasta un po’ di coscienza.
    A volte, però, temo, che il nostro essere “belli addormentati” è uno status che ci fa comodo, facciamo finta di non vedere o sentire, per non sporcarci le mani, per non metterci in gioco, per non donare la nostra vita per il Vangelo … perché, probabilmente, non sappiamo amare. Allora preferiamo vivere in questo stato di coma, aspettando che siano altri a decidere per noi e, facendo riferimento a quello che diceva Maria prima, potrebbe essere che quello che decidono non è ciò che vorremmo, però, a quel punto, non abbiamo più l’opportunità di far sentire la nostra opinione. Ricordiamoci che siamo membra di un unico Corpo che è Cristo e noi dobbiamo svolgere il nostro dovere di “membra”, non siamo giustificati a “non fare”, sarebbe un grave peccato di omissione …

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