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VEGLIA DI PREGHIERA PER LA PACE – Duomo di Avellino, 26 ottobre 2011

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ANDATE ANCHE VOI NELLA VIGNA …

«Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente? … Andate anche voi nella vigna».(Mt 20,6-7)

Carissimi, dopo il “meritato” riposo dell’estate, è giunto, anche per noi, il tempo di rimboccarci le maniche e dare il nostro contributo all’edificazione del Regno di Dio, nelle realtà e attività temporali in cui viviamo (cfr. CC. GG. Ofs 20.1).
Non possiamo restare alla finestra e osservare con distacco le vicende politiche ed economiche che sta vivendo il nostro Paese, perché, purtroppo, ci colpiscono direttamente, con risvolti, a volte, drammatici.
Come Francescani Secolari, siamo chiamati a riflettere e, dove possibile, intervenire in modo concreto nella vita di ogni giorno, secondo l’insegnamento di Gesù e l’esempio di Francesco.
In quest’ottica, quindi, il cammino della nostra Fraternità Zonale può essere visto come l’occasione per riflettere e approfondire questioni d’attualità, allo scopo di educarci a viverle coerentemente con quanto abbiamo professato davanti a Dio e ai fratelli.Gesù, però, nel Vangelo di Matteo ci chiede di più! Ci chiede di sporcarci le mani, di lavorare insieme con gli altri e, alla fine della giornata, di portare frutto, perché solo così avremo la nostra ricompensa.
E noi, ce la sentiamo!
Ce la sentiamo di alzarci presto il mattino, di lasciare le nostre comodità, di misurare con l’Amore e non con la giustizia terrena?
Con lo spirito rinfrancato, dunque, apprestiamoci a vivere da “protagonisti” il nuovo anno sociale, dimostrando al nostro “Datore di lavoro” di volerci impegnare, per meritare il salario concordato.
Nel primo appuntamento che riguarda la Zona Interdiocesana di Avellino, l’Equipe Zonale è chiamata a confrontarsi, per tracciare il cammino da percorrere in questo nuovo anno sociale, per questo motivo, si riunirà sabato 1 ottobre p.v., dalle ore 16,30 alle 18,30, presso la chiesa “Cuore Immacolato di Maria”, Piazza San Francesco d’Assisi, Avellino.
Si ricorda che l’Equipe Zonale è costituita da:

  • Delegato di Macro – Zona;
  • Assistente Regionale, delegato alla zona di Avellino;
  • Delegato di micro – zona;
  • Segretaria di Zona;
  • Ministri Ofs (o loro delegati, possibilmente Consiglieri);
  • Delegati zonali dei settori Formazione, Famiglia, Ce.Mi., Stampa;
  • Padri Assistenti Ofs – Gi.Fra.;
  • Presidenti Gi.Fra. (o loro delegati).

L’ordine del giorno dell’incontro in oggetto è costituito dai seguenti punti:
1) Proposte riguardanti il Progetto di Zona 2011/2012;
2) Rinnovo Consiglio di Fraternità;
3) Varie ed eventuali.
Colgo l’occasione per ricordarvi l’appuntamento con l’Assemblea Regionale Ofs, prevista per il 25 settembre a Pietrelcina (BN), secondo quanto stabilito nella circolare del Consiglio Regionale, alla quale non possiamo far mancare il nostro contributo. pace e bene. Ciro.




IL RAPPORTO FRATERNO CON TUTTE LE CREATURE – 5° incontro zonale – Lioni (AV) 29 maggio 2011

Nella giornata di domenica 29 maggio, presso il convento dei Frati Minori di Lioni, sede della Fraternità locale Ofs, in formazione, si è svolto il V incontro zonale dell’Ordine Francescano Secolare della Zona Interdiocesana di Avellino, cui hanno preso parte le fraternità di: Avellino [Roseto], Avellino [Cuore Immacolato], Atripalda, Montella, Serino, Lioni, accompagnata dall’Assistente Spirituale padre Lino Barelli, per un totale di quaranta partecipanti.
L’incontro in oggetto completa il ciclo d’incontri dedicati all’impegno del Francescano Secolare, chiamato a dare sapore e portare luce, nell’ambito sociale e politico.
In quest’ultimo appuntamento, in particolare, ci è stata offerta la possibilità di approfondire un tema attinente e fondante per i francescani: “IL RAPPORTO FRATERNO CON TUTTE LE CREATURE”, ambito nel quale siamo chiamati a testimoniare il nostro essere “cristiani” e “francescani”, in particolare.L’incontro è iniziato, dopo la “dolce” accoglienza della fraternità locale, con la celebrazione delle Lodi, nella cappella del convento, cui ha fatto seguito la presentazione del programma giornaliero, a cura del delegato di microzona.
Nella mattinata l’approfondimento del tema è stato è stato sviluppato in due parti.
Nella prima parte, Alfredo Trocciola, della fraternità di Avellino – Cuore Immacolato di Maria –, in qualità di geologo, ricercatore presso l’“Agenzia Nazionale per le nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico e Sostenibile” – ENEA – ha brevemente introdotto alcuni concetti basilari circa l’ambiente e l’ecologia, quali: ecosistema, habitat, piramide ambientale,…
Nella seconda parte della mattinata, il tema è stato analizzato da padre Damiano Lanzone, frate minore, e Consigliere Nazionale di “Giustizia Pace e Integrità del Creato”.
Padre Damiano ha evidenziato come tale tema sia molto attuale, a causa alle molteplici emergenze ambientali che caratterizzano questo periodo, e, per questo motivo, anche molto sentito nel mondo ecclesiastico, tanto da essere oggetto di particolare attenzione, da parte della Chiesa Cattolica Italiana che dedica l’1 settembre di ogni anno, al tema della “Salvaguardia del Creato”.
Padre Damiano ha evidenziato come  tale tema sia presente nel magistero della Chiesa, – Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa (460, 466), lettera enciclica “Caritas in Veritate” – e nella forma di vita del Francescano Secolare – Regola (art.18) e Costituzioni Generali dell’Ofs (art 12).
In particolare, il relatore si è soffermato sull’impegno, per ciascuno di noi, a costruire nuove relazioni, con tutto quanto ci circonda che ci fa parlare non tanto di “ecologia ambientale”, quanto di “ecologia mentale”.
La necessità di rapportarsi al creato con un modo di “essere” e non di “fare”, richiede una “conversione ecologica”, intesa come una nuova alleanza con il nostro habitat e una cultura dell’attenzione all’ambiente che si manifesta nell’“avere cura”.
Ciò implica considerare la natura non più come oggetto ma soggetto, in un nuovo rapporto di accoglienza e di rispetto. Tutte le creature sono frutto dell’Amore di Dio (Genesi 1, 11), quindi hanno la loro dignità, la loro soggettività (Proverbi 8, 22); Dio ci affida la natura, non per dominarla o soggiogarla, ma per rapportarci ad essa, secondo il Suo modello, cioè l’Amore: «tu ami tutte le cose esistenti e nulla disprezzi di quanto hai creato; se avessi odiato qualcosa, non l`avresti neppure creata» (Sapienza 11, 24).
Il rapporto di S. Francesco con il creato è stato una risposta a tutto quanto voluto da Dio.
Egli amava le creature, perché create da Dio, e ne riconosceva la loro sacralità e, attraverso esse, riconosceva la signoria di Dio.
Padre Damiano ha inoltre evidenziato come, i concetti francescani di povertà e di minorità, dovrebbero aiutarci a liberarci dal bisogno delle cose, in modo da acquisire un senso di libertà da esse e poter stabilire, così, un nuovo rapporto con i beni di questo mondo, tale da riconoscere, in essi, la signoria di Dio.
Altra interessante riflessione è stata fatta circa il nostro modello di vita: è davvero quello giusto?
Abbiamo meditato, infine, sulla possibilità di individuare, nell’economia sociale, “nuovo stile di vita”, alternativo a quello consumistico che oggi c’è proposto dai media, senza, necessariamente, rinunciare alla qualità della vita.
Al termine della meditazione di p. Damiano, ci sono stati alcuni interventi dei partecipanti che ci hanno dato l’opportunità di approfondire, ulteriormente, l’argomento.
Intorno a mezzogiorno, la Fraternità si è spostata nella chiesa, per la celebrazione della Santa Messa e l’incontro col Creatore che ci dona il Pane della vita.
Dalla mensa Eucaristica alla tavola apparecchiata, il passo è stato breve.
Nel pomeriggio, Alfredo Trocciola ha aperto la seconda parte dell’incontro, con la presentazione dal tema: “Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse”.
Alfredo, attraverso una serie d’immagini, ci ha mostrato i danni che l’uomo – col suo assoggettare il creato, piuttosto che custodirlo – sta causando all’habitat suo e di chi verrà dopo lui.
Dopo la suddetta presentazione, c’è stato l’intervento di Giuseppina Buscaino del Comitato cittadino: “2 Si per l’Acqua Bene Comune” che ci ha parlato delle motivazioni per cui bisogna votare ai prossimi referendum, in favore dell’abrogazione della normativa nazionale che si sta orientando per la privatizzazione della gestione del servizio idrico integrato.
Al termine della giornata, il delegato di microzona ha letto la sua relazione di fine anno sociale, ripercorrendo il cammino compiuto ed evidenziando quanto sia necessario l’impegno di tutti, perché la zona sia un’occasione di crescita, per la vocazione di ciascuno, ma anche segno visibile e tangibile sul territorio.

Cinzia Carpentiero

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I VIDEO DEGLI INTERVENTI

 




BENVENUTI!!!

Lo scorso 19 maggio, presso il convento dei Frati Minori Cappuccini di Gesualdo, si è tenuto l’incontro finalizzato all’erezione della Fraternità locale dell’Ordine Francescano Secolare.
Alla riunione ha preso parte il Ministro Regionale Ofs, Antonio Bruno, l’Assistente Regionale e locale, p. Raffaele Mangiacotti e un gruppo di quindici persone, di cui alcune ex Gifrine, interessate a iniziare il percorso formativo che le porterà all’emissione della Professione e, di seguito, all’erezione della nuova fraternità di Gesualdo.
Questo incontro rappresenta un momento molto importante per la nostra fraternità Regionale e Zonale, perché è il segno dell’Amore del Padre che, in barba al nostro pessimismo e disfattismo, ci dona nuovi fratelli, entusiasti, al contrario di molti di noi, per la chiamata ricevuta.Così come quando arriva un bambino piccolo in famiglia, anche questo nuovo gruppo ha bisogno di essere, innanzitutto, accolto e poi aiutato nella crescita della vocazione di ciascuno, perché, come dono del Signore, dobbiamo prenderci cura del fratello che abbiamo accanto.
Allora, se da un lato dobbiamo gioire per i fratelli di Gesualdo, per la loro vocazione e per l’entusiasmo, dall’altro dobbiamo sentirci responsabili del loro cammino e dobbiamo aiutarli con la preghiera e con l’esempio. La prima occasione che avremo, per dimostrare il nostro affetto e la nostra gioia, sarà l’incontro zonale di Lioni, del prossimo 29 maggio, dove ci auguriamo di poterli abbracciare, per camminare insieme sulla strada che Francesco ci ha indicato. Pace e Bene.




PREPARIAMOCI AL 5° INCONTRO DELLA ZONA INTERDIOCESANA DI AVELLINO

Eccoci, Signore, davanti a te, dopo aver tanto camminato lungo quest’anno. Se ci sentiamo stanchi, non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto, o abbiamo coperto chi sa quali interminabili vie. È perché, purtroppo, molti passi, li abbiamo consumati sulle viottole nostre, e non sulle tue: seguendo i tracciati involuti della nostra caparbietà faccendiera, e non le indicazioni della tua Parola; confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre, e non sui moduli semplici dell’abbandono fiducioso in te. Forse mai, come in questo crepuscolo dell’anno, sentiamo nostre le parole di Pietro: «Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla». Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente. Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto, ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla.
Ma ci sono altri motivi, Signore, che, al termine dell’anno, esigono il nostro rendimento di grazie. Tutti Ti ringraziamo, Signore, perché ci conservi nel tuo amore. Perché continui ad avere fiducia in noi. Grazie, perché non solo ci sopporti, ma ci dai ad intendere che non sai fare a meno di noi. Grazie, Signore, perché non finisci di scommettere su di noi. Perché non ci avvilisci per le nostre inettitudini. Anzi, ci metti nell’anima un cosi vivo desiderio di ricupero, che già vediamo il nuovo anno come spazio della speranza e tempo propizio per sanare i nostri dissesti. Spogliaci, Signore, di ogni ombra di arroganza. Rivestici dei panni della misericordia e della dolcezza. Donaci un futuro gravido di grazia e di luce e di incontenibile amore per la vita. Aiutaci a spendere per te tutto quello che abbiamo e che siamo. E la Vergine tua Madre ci intenerisca il cuore. Fino alle lacrime”. Carissimi Fratelli e Sorelle, a tutti voi il saluto di pace e bene!
Credo non ci siano parole più adatte, di quelle di don Tonino Bello, per entrare nel clima dell’ultimo incontro zonale dell’anno sociale.
La conclusione di un viaggio, appunto, è il momento giusto per fare bilanci, pensando a quanto di bello abbiamo vissuto o alle difficoltà che abbiamo incontrato; per svuotare la valigia dei ricordi; riprendere “bastone e bisaccia” e partire nuovamente. Questo è il nostro “cammino di fede”, fatto di tante piccole tappe e di un unico grande traguardo: “Andare incontro a Gesù ed entrare nella Vita Eterna”.
Per raggiungere tale ambizioso traguardo, però, abbiamo ancora tanta strada da fare e la cosa che più ci da’ forza e fiducia è sapere che, accanto all’impronta che lasciamo sulla via, c’è sempre quella del fratello che condivide con noi le difficoltà di vivere, con coerenza, la vocazione francescana.
L’ultimo appuntamento, dunque, vuole essere, un’opportunità per fare una breve sosta, riprendere il fiato e condividere la gioia di aver vissuto, insieme, un anno con tanti spunti, utili a “rendere sempre più salda la nostra vocazione” (Cfr. 2 Pt 1,10).
Ma è anche il momento giusto per dare nuove indicazioni al nostro itinerario di fede, facendo tesoro degli errori commessi e ripartendo da quanto di buono è stato fatto fino ad oggi.
Con questa disposizione, ci prepariamo a vivere l’incontro che si terrà presso il Convento S. Rocco dei frati Minori di Lioni (AV), domenica 29 maggio 2011 che avrà per tema: “IL RAPPORTO FRATERNO CON TUTTE LE CREATURE”.
L’incontro si svolgerà secondo il programma seguente:
PROGRAMMA
ore 9.00 – Accoglienza
ore 9.30 – Lodi
ore 10.00 – Introduzione alla giornata.
Presentazione [1^ parte]: In principio Dio creò il cielo e la terra. … e vide che era                         cosa buona. (Gn 1) – a cura di Alfredo Trocciola.
ore 10.15 – Intervento di p. Damiano Lanzone (Consigliere Nazionale di Giustizia Pace e                              Integrità del Creato) sul tema: “Il rapporto fraterno con tutte le creature”.
Segue dibattito
ore 11.15 – Coffe -break
ore 11.30 – Presentazione [2^ parte]: Il Signore Dio prese l’uomo e lo pose nel giardino di                              Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse (Gn 2,15) – a cura di Alfredo Trocciola.
ore 12.00 – S. Messa della Fraternità
ore 13.00 – Pranzo a sacco
ore 16.00 – Condivisione sul cammino percorso dalla Zona nell’anno sociale 2010/2011 e proposte per il nuovo anno.
ore 17.00 – preghiera finale
ore 17.10 – saluti e partenza
L’invito è rivolto a tutte le fraternità Ofs e Gi.Fra. della Zona Interdiocesana di Avellino e a tutti i loro membri [invito i ministri a coinvolgere tutta la fraternità e anche gli Assistenti]; immagino gli impegni di ciascuno che non metto in discussione, di qualunque natura siano, ma vi esorto a non mettere sempre all’ultimo posto la Fraternità!
Invitate anche i vostri parenti, amici, perché possa essere una giornata di festa e di testimonianza, per tutta la fraternità, oltre ad essere occasione di riflessione, per tutti, su temi di stretta attualità.

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INDICAZIONI STRADALI


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INCONTRO EQUIPE ZONALE

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LA FRATERNITÀ FRANCESCANA, FORMA DI VITA E DI SANTITÀ. 2° incontro zonale per Formandi e Iniziandi Ofs

Sabato 16 aprile, dalle 16.30 alle 18.30, si è tenuto il secondo, e ultimo, appuntamento dedicato a Formandi e Iniziandi delle fraternità Ofs appartenenti alla Zona di Avellino.
Anche in quest’occasione, come per il primo appuntamento, la zona è stata divisa in due micro-zone, per ridurre al minimo gli spostamenti, cosicché, le fraternità di Lioni, Serino, Volturara, Montella e Salza, hanno converso nel convento di S. Rocco a Lioni, mentre Avellino [Roseto e Cuore Immacolato], Mercogliano, Montefusco, Atripalda, Lacedonia e Zungoli nel convento di S. Egidio di Montefusco.
L’argomento dell’incontro, (di cui in seguito è riportata una breve esposizione), era comune a entrambe le micro-zone ed ha avuto per tema: “La fraternità francescana, forma di vita e di santità”.
I relatori degli incontri sono stati: p. Lino Barelli, per la micro-zona di Lioni e Mena Riccio, per quella di Montefusco.
La partecipazione è stata buona, per la micro-zona di Lioni, dove erano presenti diciassette confratelli provenienti da Serino[7], Montella[1], Volturara[2] e Lioni[7], poco incoraggiante, invece, per quella di Montefusco, dove erano presenti solo sette confratelli della fraternità locale.

Incontro della micro-zona di Lioni
Il tema dell’incontro, cui ha preso parte anche il sottoscritto, delegato di microzona, è stato approfondito da p. Lino Barelli, assistente della nascente fraternità di Lioni che, dopo una breve preghiera, ha iniziato la sua riflessione, introducendo il concetto di “comunione”.
La sorgente del nostro stare insieme – afferma p. Lino – la ritroviamo nella partecipazione, attraverso lo Spirito Santo, alla vita divina e, in particolare, alla Trinità, dove Padre, Figlio e Spirito Santo sono una cosa sola.
In Gesù è presente sia la natura divina, sia quella umana (una donatagli dal Padre, l’altra da Maria) che, grazie all’opera dello Spirito Santo, sono in piena comunione.
Lo Spirito Santo che anima l’unità in Gesù, anima anche la comunione nella Chiesa, dove ciascuno di noi è membro di un unico corpo.
Siamo membra l’una diversa dall’altra, ma siamo uniti nella diversità, come Gesù non è il Padre, né lo Spirito Santo, ma è tutt’uno con loro.
La comunione che esiste tra noi, membra della Chiesa, si fonda sulla comunione tra Gesù e la Chiesa ed è dono di Dio.
In questo modo, anche la nostra fraternità non può essere ridotta a un’associazione culturale, perché è Dio stesso che ci mette insieme, per camminare sulla via della santità.
L’azione di Dio, nella costruzione della fraternità, è sostenuta anche da papa Benedetto XVI che afferma: «Questa fraternità, gli uomini potranno mai ottenerla da soli? La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo del Figlio che cosa sia la carità fraterna». (Caritas in Veritate, 19)
La comunione nasce dal fatto che il Padre ci ha creato dall’inizio: corpo, anima e Grazia. Col peccato abbiamo perso la comunione con la vita divina che, con Gesù, abbiamo avuto l’opportunità di riconquistare.

Infatti, «a quanti l’hanno accolto – afferma l’apostolo Giovanni nel suo prologo – ha dato potere di diventare figli di Dio» (cfr. Gv 1,12), mediante il dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto grazie al sangue versato da Gesù sulla croce.
Infatti, l’apostolo Paolo, quando scrive agli Efesini, dice: «in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia, … per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito» (Ef 2, 13-18).
Sull’esempio di Gesù, anche noi, se vogliamo la comunione tra i popoli, dobbiamo salire sulla croce, come ci insegna il nostro Serafico Padre S. Francesco.
Infatti, in una sua visita su La Verna, papa Giovanni Paolo II affermava che l’Ordine dei frati minori nasceva nel momento in cui Francesco riceveva le sacre stimmate, a imitazione di Gesù che realizzò la comunione tra i popoli, salendo sulla croce.
Francesco, come Gesù [«Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me» (Gv 17, 6)], considerava un dono i fratelli che il Signore gli aveva dato (cfr. FF. 116) e insegna a noi a fare altrettanto.
Ogni membro della fraternità, quindi, è dono l’uno per l’altro e, quando manca un fratello, essa è meno ricca, perché la fraternità perfetta, come ci insegna Francesco (cfr. FF. 1782), è l’insieme dei doni di ciascuno, nessuno escluso.
Il nostro atteggiamento nei confronti del fratello, quindi, deve essere, innanzitutto, di accoglienza, perché è un dono del Signore e, poiché tale, deve essere valorizzato e aiutato a crescere.
Perché la Fraternità cresca nella comunione, devono esserci compresenza, corresponsabilità e complementarietà, a imitazione delle prime comunità cristiane.
Gli Atti degli Apostoli, nel descrivere i primi cristiani, riportano che «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli» (At 2,42) che, nella Fraternità, sono rappresentati dal ministro che deve prepararsi a guidarla, nello spirito della Regola.
La Regola è la sintesi del Vangelo [Francesco chiamava la sua Regola “il midollo del Vangelo”] e se i ministri riescono a farne vivere la sostanza, tutta la Fraternità cresce nella comunione a Dio e ai fratelli.
Il fondamento della comunione in Fraternità è la vita sacramentale, perché, prima dell’unità col fratello, è necessario ricercare la comunione con Gesù.
Oltre alla vita sacramentale, la preghiera, operata attraverso lo Spirito Santo, è, per il francescano secolare, la via preferenziale, per vivere in armonia con Gesù, diventando “l’anima del proprio essere e del proprio operare” (Reg. 8).
La preghiera richiede, soprattutto, un atteggiamento di ascolto, perché solo accogliendo la Parola nel nostro cuore, per opera dello Spirito Santo, possiamo stabilire la comunione col Signore e vivere secondo la sua e non la nostra volontà.
Dalla comunione col Padre, poi, ha origine l’armonia col fratello, soprattutto con quello spirituale e, ancor di più con l’ammalato, come ci narrano le fonti: «E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? E se uno di essi cadrà malato, gli altri frati lo devono servire come vorrebbero essere serviti essi stessi». (FF. 91-92)
All’intervento di p. Lino, ha fatto seguito un breve dibattito che ha coinvolto l’intera assemblea, nel quale sono stati messi in risalto i punti salienti della riflessione.
L’incontro si è terminato con la preghiera e con un momento fraterno, organizzato dalla fraternità locale.

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EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO – Incontro della fraternità OFS con S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino

Sabato 9 aprile, in occasione del 4° incontro Zonale, oltre ottanta Francescani Secolari, provenienti dalle Fraternità dell’Ofs di Atripalda, Avellino [Cuore Immacolato di Maria], Avellino [Roseto], Mercogliano, Salza Irpina e Serino, appartenenti alla Diocesi di Avellino, si sono ritrovati, presso il convento dei frati minori cappuccini di S. Maria delle Grazie (Avellino), per incontrare S.E. il vescovo, Mons. Francesco Marino.
Nell’ambito di quest’appuntamento, il cui tema è stato: “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”, S.E. il Vescovo ha presentato, ai seguaci di Francesco d’Assisi, gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano, per il decennio 2010 – 2020, per rilevare l’esigenza educativa di un mondo in continua evoluzione.L’incontro è stato aperto con la celebrazione dei vespri, animata da p. Gianluca Manganelli, per proseguire con i saluti di p. Davide Panella, Assistente Regionale dell’Ofs che ha rivolto a S.E. il vescovo, il saluto, in nome di tutta la fraternità del Primo Ordine, e l’invito a prendere in considerazione l’opportunità di stabilire, una volta l’anno, un appuntamento fisso con la fraternità dell’Ofs, in particolare durante il “tempo forte” della Quaresima.
Dopo p. Davide, c’è stato l’intervento del Delegato di Macro Zona, Domenico Fiore, [LEGGI] che ha presentato la fraternità dell’Ofs nella sua struttura e organizzazione territoriale, successiva all’unificazione, avvenuta dapprima a livello nazionale e poi, dopo diversi anni, regionale.
È stata, quindi, presentata la realtà zonale, con i suoi obiettivi, stabiliti dal Consiglio Regionale, e con il suo percorso formativo, incentrato, in quest’anno sociale, sull’impegno del francescano secolare nell’ambito sociale e politico.
A conclusione del suo intervento, il Delegato di Macro Zona ha manifestato, a S.E. il vescovo, la disponibilità delle fraternità Ofs, appartenenti alla zona di Avellino, a mettersi a servizio della Chiesa locale, in continuità con la missione ereditata dal serafico Padre S. Francesco.
Dopo i suddetti interventi, ha preso la parola Mons. Francesco Marino che, all’inizio del suo discorso, riferendosi alla vocazione specifica dei francescani a passare dal “Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo”, ha sottolineato che dove c’è accoglienza della Parola, non può che esserci un buon frutto; poi ha proseguito il suo intervento, presentando il documento dell’Episcopato italiano nelle sue linee essenziali.
Nella prima parte, S.E. il vescovo ha illustrato le tappe che hanno portato alla scelta del tema per il decennio 2010 – 2011, dal “Grande Giubileo del 2000”, fino ad arrivare al Convegno Ecclesiale di Verona del 2006, che ha fornito l’occasione per riflettere sul cammino della Chiesa e per proporre un rinnovamento nel comunicare il Vangelo nella storia dell’uomo, mediante nuovi percorsi formativi.
La Chiesa universale, durante il “Grande Giubileo del 2000”, ha meditato il mistero dell’Incarnazione di Dio che si è fatto uomo, grazie al “si” di Maria, manifestandosi al mondo intero, senza distinzioni tra credenti e atei, esortando, così, la Chiesa a fare altrettanto e a dialogare, quindi, con tutte le realtà terrene.
Frutto del Giubileo del 2000, è stato il tema, approfondito nel decennio 2000 – 2010, “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” che ha avuto l’obiettivo di calare il Vangelo nella storia dell’uomo che non è più la stessa di ieri, ma è in continua evoluzione.
Il IV Convegno Ecclesiale di Verona del 2006, oltre ad essere un’occasione di verifica, per il decennio in corso, è stato l’opportunità per riflettere sul futuro della Chiesa, suggerendo ai vescovi un rinnovamento diretto alla ricerca di nuovi percorsi formativi.
Nel 2008, poi, il Santo Padre, papa Benedetto XVI, in una lettera inviata alla Diocesi di Roma, ha evidenziato la necessità urgente di dedicarsi al compito dell’educazione, con particolare sollecitudine verso le nuove generazioni.
In questo senso, afferma Mons. Francesco Marino, la famiglia deve riappropriarsi del suo ruolo educativo, orientato, in particolare, all’incontro con Cristo, “Maestro di verità e vita”, e con tutti gli uomini.
Il relativismo e lo scetticismo, sempre più diffuso nella cultura contemporanea, manifestano, come ha più volte ribadito papa Benedetto XVI, un’“emergenza educativa” e la difficoltà di trasmettere i valori fondamentali da una generazione all’altra.
Il relativismo, di cui ci parla il papa, mette in risalto il fatto che ci sono tante verità, una vicina all’altra, ma non c’è un’unica verità che possa orientare la vita dell’uomo e se non c’è una verità da ricevere e da trasmettere, è difficile educare.
Il documento della Chiesa, invece, afferma che non solo è possibile educare, trasmettendo la Verità che è Cristo, ma è doveroso.
Fondamentale, afferma S.E. il vescovo, è il contributo della famiglia che deve educare all’incontro col Cristo e con tutti gli uomini.
Questo perché, l’uomo di oggi vive nella falsa convinzione di poter agire autonomamente, senza la necessità di far riferimento agli altri, mentre l’autonomia di una persona nasce da un “tu” che si completa, quando si relaziona agli altri.
Da ciò nasce anche la distorsione di un’educazione considerata autoritaria, da cui proviene la ricerca di un’educazione anti-autoritaria che, poi, è la negazione dell’educazione, perché non ci si auto-educa, ma ci si educa a vicenda.
Queste considerazioni – aggiunge S.E. il vescovo – costituiscono il punto di partenza per il ruolo educativo della Chiesa che, vivendo tra la gente, deve saperne cogliere le istanze.
Nel suo ruolo di educatrice, la Chiesa deve far maturare l’uomo alla fede, come Dio educa il suo popolo, cioè senza imposizioni, attraverso una catechesi particolarmente rivolta ai sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Comunione, Cresima).
Dopo una breve panoramica sui vari punti del documento, Mons. Francesco Marino ha concluso il suo intervento rilevando come il tema degli Orientamenti pastorali è rivolto alla ricerca del “buono” che, poi, è “ciò che è vero e bello”, mediante il recupero delle virtù umane (la prudenza, la giustizia, la temperanza …) che si riassumono tutte nell’amore verso l’uomo, ma, soprattutto, verso Dio, Unico, Sommo Bene.
L’incontro si è concluso con la preghiera dell’Absorbeat, preceduta dall’invito di p. Davide Panella ad approfondire questi temi all’interno delle nostre fraternità.

Ciro d’Argenio

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… ASPETTANDO L’INCONTRO DELLA FRATERNITÀ O.F.S. E GI.FRA. CON IL VESCOVO DELLA DIOCESI DI AVELLINO S.E. MONS. FRANCESCO MARINO

«Il francescano secolare, impegnato a seguire l’esempio e gli insegnamenti di Cristo, ha il dovere dello studio personale e assiduo del Vangelo e della Sacra Scrittura. La Fraternità e i suoi Responsabili promuovano l’amore alla Parola evangelica e aiutino i fratelli a conoscerla e a comprenderla così come essa, con l’assistenza dello Spirito, è annunziata dalla Chiesa» (Costituzioni Generali Ofs 9.2) .

Carissimi Fratelli e Sorelle, a tutti voi il saluto di pace e bene!
È con trepidante attesa che ci prepariamo all’incontro con S. E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino che con grande disponibilità ha accettato il nostro invito.
Quest’appuntamento si pone nel mezzo del nostro cammino quaresimale e diventa, per noi, un’ulteriore occasione per riflettere sull’essenza della nostra vocazione: essere “segno e strumento”, davanti agli uomini, in un atteggiamento di comunione con la nostra Madre Chiesa.
All’impegno primario di essere “testimoni coerenti”, con la nostra vita, consegue la missione di annunciare, a tutte le persone che incontriamo, il dono più bello che abbiamo ricevuto, il Vangelo, nella consapevolezza che «Non è per me un vanto predicare il Vangelo: è un dovere per me; guai a me se non predicassi il Vangelo» .Tutti noi, francescani secolari, dunque, ciascuno nella propria condizione, siamo corresponsabili della testimonianza e dell’annuncio del Vangelo: “Nella vita di famiglia, nel lavoro, nella presenza e partecipazione alla vita sociale, nel rapporto fraterno con tutte le creature” .
Con questa convinzione, ci disponiamo a vivere l’incontro con S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino che ci presenterà gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano, per il decennio 2010 – 2020, il cui tema è: “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”.
L’incontro si terrà sabato 9 aprile 2011, alle ore 16,30, presso la sala riunioni del convento dei frati minori cappuccini, santuario S. Maria delle Grazie, rampa S. Maria delle Grazie, AVELLINO.
L’invito è rivolto a tutte le fraternità, Ofs e Gi.Fra., della Zona Interdiocesana di Avellino e a tutti i loro membri, perché quest’incontro, per noi, oltre ad essere l’occasione di una profonda riflessione, ci da’ l’opportunità di far sentire la nostra “presenza e disponibilità”, alla Chiesa locale.

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Carta interattiva con le indicazioni stradali

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PRESENZA E PARTECIPAZIONE ALLA VITA SOCIALE

Nella bella e accogliente Chiesa Madre di Salza Irpina (AV) il 19 marzo scorso si è tenuto il terzo incontro O.F.S. della Zona Interdiocesana di Avellino nel quale è stato trattato il tema: “Presenza e partecipazione alla vita sociale“.
Don Vitaliano Della Sala, sacerdote, e il dott. Antonio Gengaro, presidente del Consiglio Comunale di Avellino, sono stati i relatori.
Il primo ha parlato dell’impegno dei laici nella vita sociale e della funzione di attuare il regno di Dio a essi assegnata dal Concilio Vaticano.
L’oratore ha sostenuto che i cristiani devono essere testimonianza del Vangelo con l’impegno nella famiglia, nel lavoro e in ogni aspetto della vita sociale, illuminando il buio della nostra società con l’esempio e la dedizione di San Francesco. Ha esortato i cattolici a impegnarsi nella politica non limitandosi ad andare in Chiesa per partecipare ai sacramenti ma colloquiando e facilitando gli incontri tra i popoli per evitare i conflitti. Ha inoltre rilevato l’importanza di favorire l’accoglienza degli stranieri, l’integrazione tra i popoli e di dare spazio alla diplomazia con l’obiettivo della pace. La missione dei cattolici è di togliere la parola alle armi dandola alla politica e alla cooperazione.Il dott. Gengaro ha parlato della sua formazione cattolica alla quale si è ispirato nell’attività politica, dell’evoluzione dei partiti dalla loro formazione nell’immediato dopoguerra a oggi e dell’influenza dei cattolici nella politica nazionale. Ha concluso auspicando l’attuazione dei valori cristiani nella gestione della cosa pubblica.
La Quaresima da poco iniziata è tempo di riflessione sul ruolo dei laici e della Chiesa nella storia. La Chiesa è chiamata a fare la sua parte saldando la testimonianza cristiana con la responsabilità civile. I laici devono avere due grandi riferimenti da una parte il Vangelo, la Costituzione e la Carta Universale dei diritti umani dall’altra. i testi citati, infatti, su piani diversi affermano la dignità della persona umana, l’impegno per la giustizia e per la ricerca della verità.
Nella Chiesa ci sono testimonianze stupende di grande umiltà e valore che devono essere di esempio nel cammino verso la verità e il bene.
La Chiesa che piace nell’attuale società è quella che unisce, che interviene per illuminare le coscienze, che denuncia le ingiustizie sociali e gli affari criminali e che si adopera per i deboli e aiuta i sofferenti. Come pure piace la Chiesa che si apre al dialogo e che non si chiude nei sacri palazzi, che si mostra premurosa verso chi è ingiustamente discriminato per il colore della pelle o per un diverso credo religioso, che dà respiro ai laici e li rende corresponsabili e protagonisti della politica nazionale e locale. L’obiettivo primario della Chiesa inoltre resta quello di risvegliare la coscienza morale di un Paese nel quale sono venuti meno i veri valori.
II problema è di individuare forme nuove di presenza dei cattolici in una società italiana divenuta multietnica e pluri-religiosa. Se i cristiani si dovessero chiudere in un solo partito, si isolerebbero completamente e diverrebbero del tutto marginali. Occorre invece cercare forme nuove di presenza, complementari alla forma partito.
È opportuno riportare per la nostra riflessione un passo del discorso tenuto dal Santo Padre all’inizio della Quaresima: «Tutti possono aprirsi all’azione di Dio, al suo amore. Con la nostra testimonianza evangelica, noi cristiani dobbiamo essere un messaggio vivente. Anzi, in molti casi siamo l’unico Vangelo che gli uomini di oggi leggono ancora. Ecco la nostra responsabilità: offrire la testimonianza della fede vissuta a un mondo in difficoltà, che ha bisogno di ritornare a Dio, che ha bisogno di conversione».

Lelio Recinto

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