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IL VOLTO DELLA MISERICORDIA

padre scognamiglioIl Capitolo Fraterno del 24 gennaio 2016 è stato uno speciale appuntamento inserito nel percorso del Giubileo straordinario che la Chiesa Universale sta celebrando, in tale contesto è intervenuto fr. Edoardo Scognamiglio – Ministro Provinciale della Provincia napoletana dei Frati Minori Conventuali – sul tema del Perdono e della Misericordia.
La sua riflessione ha riguardato innanzitutto il significato di Giubileo, per il quale mette in risalto alcuni pericoli.
Il primo pericolo del giubileo è il buonismo: si rischia di perdonare tutto senza dare un volto al male.
Il secondo grande pericolo è ridurre il giubileo ad una celebrazione: abbiamo aperto tante porte fino ad oggi, ma rischiamo di lasciare chiusa la porta del nostro cuore. Samo chiamati a fare un’esperienza vera di misericordia, a partire dalle nostre fraternità, e non limitata ad una particolare celebrazione.
È necessario riscoprire il valore della misericordia: Gesù Cristo è il Volto della misericordia del Padre, dice Papa Francesco nella bolla di indizione del giubileo. Dobbiamo quindi innamorarci innanzitutto del Volto di Cristo, per essere uomini di misericordia. Gesù non ha una missione da compiere: è la missione del Padre. La sua presenza in mezzo a noi è la misericordia del Padre. La misericordia vive di gratuità dell’amore di Dio. Senza la gratuità non c’è esperienza vera di misericordia.
Nella parabola del Padre misericordioso non si converte nessuno, lo scandalo della parabola sta nel fatto che il Padre gratuitamente accoglie il figlio che si è allontanato, non perché il figlio si sia pentito. Lo scandalo di questa parabola è che Dio ci viene incontro senza nemmeno sapere se il figlio si è convertito. In questa parabola noi siamo il figlio maggiore, cioè quello fedele che ha fatto sempre tutto, ma vive senza la gioia.
Il centro della parabola è che l’amore di Dio è gratuito. Anche Francesco lo aveva capito quando diceva: “L’amore non è amato”. Solo il Signore può aiutarci a compiere un cammino di perdono. Il perdono è un atto mistico. Alla fine della sua vita Francesco fa un’esperienza mistica di Gesù e vede così i suoi fratelli come un dono, nonostante le tante sofferenze che gli provocano.
Nella parabola del Padre misericordioso, Gesù esaspera alcune situazioni per creare un contrasto tra un fatto vero e uno finto, in modo che i presenti possano scegliere se stare dalla parte di Dio o degli uomini.
Noi ci siamo creati una falsa immagine di Dio. Crediamo che Dio ci perdoni per le opere che compiamo in quest’anno della misericordia, ma il giubileo dura tutta la vita.
Abbiamo anche una falsa immagine della famiglia e della fraternità. Una famiglia è perfetta quando c’è il confronto e si fa esperienza di perdono. Sono sante quelle fraternità quei luoghi dove abbonda il peccato, ma sovrabbonda la Grazia, il perdono.
Riguardo la shoah, qualcuno ci dice che noi non abbiamo il diritto di perdonare un bel niente, nel nome di chi non c’è più. Questa tesi vuole dire che il male è il male: No al buonismo. Se dobbiamo perdonare dobbiamo perdonare l’imperdonabile: il male subito. Dobbiamo fare un percorso di conversione davanti ad un torto subito. Il primo elemento da riconoscere è il male subito, un male che mi ha tolto qualcosa che non mi sarà più restituita. La prima cosa è accettare il male, il secondo elemento è condividere questo male, poi pregare per questo male e solo alla fine perdonare il male subito. Gesù sulla croce si è trovato davanti al male dell’umanità, Cristo porterà sempre nella sua carne i segni del male dell’umanità.
Se la mia vita è ancorata in Cristo, io potrò perdonare, altrimenti non posso perdonare.
La spiritualità del perdono è un cammino di conversione e guarigione. Quando diventeremo misericordiosi come il Padre noi saremo trasformati, anche se l’altro continuerà a peccare. Nel discorso della montagna l’evangelista ci dice che noi saremo perfetti come perfetto è il Padre nostro che è nei cieli.
Come realizzare una spiritualità del perdono nelle nostre fraternità? Soprattutto attraverso la preghiera, perché dobbiamo essere radicati in Cristo. Il bene non è banale, il male nella Bibbia è paragonato alle ombre e alle tenebre, ma queste sono inconsistenti, passano in un attimo. Vivere la misericordia significa che la nostra vita è orientata verso la luce. Dobbiamo custodire il fratello nel bene.
Noi non ci possiamo chiedere se l’altro si è pentito o meno, perché noi siamo chiamati ad essere misericordiosi come il Padre. Dobbiamo metterci nell’ottica di Gesù e non del fariseo.
Il perdono non è un atto umano, ma divino.
La parabola, in greco, significa l’accostamento di due realtà. La parabola ha una funzione di uncino, per gettare un ponte tra il nostro mondo e quello di Dio. Gesù parte sempre da un fatto vero e da uno inventato. Nella parabola del Padre misericordioso non si parla di conversione. Il Padre aspetta sull’uscio della porta, già sta aspettando il ritorno del figlio, senza sapere se il figlio si è convertito.
Fr. Edoardo conclude il suo intervento suggerendo a tutti i presenti di approfondire, in quest’anno della Misericordia, il tema della GRATUITÀ.




UN POMERIGGIO AL CARCERE MINORILE DI AIROLA

carcere di AirolaGià da un po’ di tempo mi ero riproposta di avvicinarmi al problema detenuti, convinta che il modo migliore per approfondirlo, sia quello di cercare un contatto ed essere il più possibile accogliente rispetto al loro vissuto ed ai loro errori.
Per questo motivo appena mi è stata data dalla mia Fraternità di Avellino l’opportunità di far visita al carcere minorile di Airola, l’ho colta come l’avvio di una attività che spero possa protrarsi nel tempo dal momento che personalmente già mi occupo di detenuti attraverso un volontariato di altra natura.
La visita al carcere di Airola si è aperta con la liturgia eucaristica nella cappella del carcere stesso a cui abbiamo partecipato noi appartenenti alle varie Fraternità campane Gi.Fra. ed OFS ed alcuni dei ragazzi detenuti, in particolare quelli a cui è data la possibilità di uscire anche per permessi personali.
Al termine della liturgia animata con canti dalla Gi.Fra. di Airola, ci siamo tutti trasferiti nel cortile dove i detenuti sono soliti trascorrere il tempo di libertà vigilata a loro disposizione. Lì ognuno di noi ha avvicinato i ragazzi che nel frattempo si erano riuniti in gruppi e ci osservavano curiosi di capire cosa fosse questa novità assoluta per loro poiché erano tutti arrivati da poco. La maggior parte, naturalmente, mi è sembrata particolarmente attirata dalle tante ragazze che forse non si aspettavano di incontrare.
Nel complesso posso dire che questa esperienza vissuta in un carcere minorile, costituisce sicuramente uno spunto per riflettere sulla fragilità dei ragazzi e delle famiglie moderne che sono una delle componenti che contribuisce alle scelte sbagliate ed alle strade intraprese seguendo falsi miraggi, anche in giovane età.
Ma soprattutto spinge ad interrogarsi ed a cercare le risposte sul contributo che ognuno di noi porta nella propria famiglia ed anche fuori al fine di prevenire situazioni tristi quali quelle che ieri abbiamo solo intuito.
Certamente ripetere questa attività anche durante la Quaresima quale momento forte dell’anno liturgico, può costituire uno stimolo in più per chi si sente portato per questo tipo di esperienza, ma certamente non apporta grande sollievo ai ragazzi che oggi avranno già dimenticato i nostri volti che probabilmente non vedranno mai più; per cui mi auguro di avere tante altre esperienze come quella vissuta ieri in modo da colloquiare ripetutamente con qualcuno di loro cercando di essere convincente nel proporre le argomentazioni che a noi vengono dalla nostra fede senza, però, minimamente pretendere di catechizzare persone che in questo momento di tutto hanno bisogno meno che di una pesante catechesi.




PROMESSA REGIONALE ARALDINI 2015




NAVIGANDO PER IL CREATO 2015

Domenica 6 settembre 2015 si è consumato l’ormai consueto appuntamento della minicrociera di beneficienza “Navigando per il creato“, organizzata dall’Ordine Francescano Secolare e dalla Gioventù Francescana della Campania e Basilicata.
L’iniziativa ha avuto il triplice obiettivo di: raccogliere fondi per le iniziative missionarie dell’Ofs e della Gifra regionali, riflettere sulla salvaguardia del creato e, perchè no, fare fraternità.
Il primo obiettivo era in funzione dei partecipanti, più persone c’erano, maggiore sarebbe stato il ricavato. Il numero dei partecipanti quest’anno non ha raggiunto quota 300, forse anche per il poco entusiasmo che ha suscitato l’iniziativa che, in fin dei conti, proponeva lo stesso itinerario da tre anni a questa parte; ma deve lasciar riflettere come tante fraternità abbiano considerato secondario questo appuntamento e, quindi, l’hanno praticamente ignorato.
Il secondo obiettivo era la salvaguardia del creato e in questo ci ha accompagnato l’enciclica del Santo Padre, papa Francesco: “Laudato Sii” che ci offre tanti spunti di riflessione per un approccio diverso nei confronti dei beni che ci dona madre natura e che stiamo consumando con avdità, senza preoccuparci di lasciare qualcosa a quelli che vengono dietro di noi … I NOSTRI FIGLI, NIPOTI…
Il terzo obiettivo era la festa e, dove c’è Gi.Fra. c’è festa!
La giornata è iniziata a Pozzuoli, dove già prima delle 8.30 molte persone avevano preso posto sulla nave che ci avrebbe accompagnato a Nisida. Con pochi minuti di ritardo sulla tabella di marcia (partenza prevista alle ore 9) abbiamo abbandonato il porto di Pozzuoli e ci siamo diretti verso la nostra meta. Le notizie che ci arrivavano dall’altro lato erano che dopo Capo Miseno avremmo trovato un po’ di onde lunghe e, quindi avremmo ballato un po’: e così è stato ma, grazie a Dio, tutto è passato senza grosse difficoltà, se si esclude il mal di mare di qualche bambino!
Appena sbarcati a Procida ci siamo radunati sullo spiazzo antistante la chiesa dedicata alla Madonna e a S. Giovanni Battista.
Dopo un breve ristoro, ci sono stati i saluti del sindaco di Procida, dott. Raimondo Ambrosino, dell’assessore all’ambiente e poi del nostro ministro regionale, Antonio Nappi, cui ha fatto seguito la voce delle varie associazioni che hanno partecipato all’evento anche attraverso degli stands, distribuiti sul perimetro della piazza. E’ stato da più parti sottolineato il valore dell’iniziativa che si pone l’obiettivo di salvaguardare il creato anche attraverso gesti semplici, quelli possibili, per poi, un giorno, arrivare a quelli impossibili.
Subito dopo ci siamo trasferiti tutti in chiesa, dove c’era, finalmente, un po’ di fresco, ma eravamo tanti e quindi l’aria era quasi irrespirabile.
La Santa Messa è stata celebrata da Don Lello Ponticelli, decano del 1° decanato di Napoli che, ancora una volta, ha sottolineato, usando anche le parole tratte dall’enciclica di papa Francesco, Laudado Sii, come ciascuno di noi può fare tanto per la salvaguardia del creato, con piccoli gesti concreti ma, soprattutto con un cambio di mentalità che non pone più l'”io” al centro, ma l'”altro”.
Dopo la celebrazione eucaristica siamo ritornati sulla piazza, dove la GiFra ha coinvolto tutti: frati, terziari, ecc. in balli al ritmo dei tormentoni delle ultime estati, dopodichè c’è stato dato il mandato, per vivere nella nostra vita quanto meditato.
Finalmente l’ora del pranzo! La seconda parte della giornata era stata organizzata secondo tre itinerari:
il primo era rivolto alla missione, cioè la pulizia di una spiaggia, il secondo alla visita alla spiaggia della “Chiaiolella” e il terzo all’Abbazia di San Michele Arcangelo.
Io e mio figlio Andrea ci siamo arrampicati, seguiti dal resto della famiglia che, però, è stata accompagnata in auto da una gentile signora del posto, all’Abbazia dell’arcangelo Michele.
E’ stata una visita molto bella, sia dal punto di vista paesaggistico, sia storico-architettonico.
Ho potuto apprezzare le bellezze del centro storico di Procida e anche le caratteristiche casette colorate del suo porticciuolo che, ci è stato spiegato, hanno un colore diverso, perchè i marinai del posto da lontano dovevano riconoscere la loro casa.
Molto bella anche l’abbazia di san Michele che racchiude in essa tanta storia e tradizioni. Mi hanno colpito, in particolare le tradizioni delle sepolture per la gente comune e per le due confraternite del luogo che durante la setimana Santa danno vita a due manifestazioni molto suggestive.
Alle 17 siamo ripartiti per Pozzuoli e, un po’ per la stanchezza, un po’ perchè il mare era più calmo, molti ne hanno approfittato per un rigenerante riposino.

PACE E BENE

N.B. Questo è il volantino che è stato preparato per l’occasione, con stralci tratti dalla citata enciclica del papa.
Navigando per il creato 2015




FESTA REGIONALE GI.FRA. DI CAMPANIA E BASILICATA

FESTA REGIONALE GI.FRA. DI CAMPANIA E BASILICATA. Venerdì 1 maggio 2015, mentre circa settecentomila giovani si apprestavano a partecipare all’ormai consueto “concertone” di piazza San Giovanni a Roma e poche centinaia di black bloc mettevano a ferro e fuoco la città di Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015, settecentocinquanta giovani, zaino in spalla e tanto entusiasmo, celebravano la Festa Regionale della Gi.Fra. di Campania e Basilicata.
Una considerazione sorge subito spontanea: più preoccupato per il fenomeno della protesta che giustifica ogni violenza, o più fiducioso di un “pugno di sale” che ben presto si scontrerà con la realtà del mondo reale cui è chiamato a “dare sapore”?
Io, scelgo la seconda. Voglio vivere nella speranza che, come succede in quei film che ti commuovono, il bene possa averla vinta sul male.
Passiamo, però, al racconto della giornata.
La fraternità della Gioventù Francescana di Campania e Basilicata s’incontrava a Pompei, per vivere una giornata di festa.
Io, con tutta la mia famigliola (che grande gioia!), in rappresentanza del Consiglio Regionale Ofs, ho partecipato con piacere a questo momento di festa e riflessione.
Quando sono arrivato a Pompei, i ragazzi stavano ballando e cantando nel giardino, alle spalle del Santuario e l’atmosfera è stata travolgente fin dal primo momento.

Chiaramente non conoscevo nessuno, se non i ragazzi di Avellino, ma era come se li conoscessi tutti, perché siamo, comunque, un’unica famiglia.
Dopo il momento di festa che si è tenuto all’aperto, anche per attendere quelle fraternità che arrivavano da più lontano, tutti ci siamo spostati all’interno della sala convegni, per riflettere sulla nostra vocazione.
Il momento è stato un po’ particolare. L’occasione è stata utile, oltre che per riflettere sulla mia vocazione, anche per fare alcune considerazioni sulle metodologie adottate negli incontri GiFra dei miei tempi e quelle di oggi.
Ricordo quando qualche gifrina formulava l’ipotesi di drammatizzare un episodio della vita di san Francesco e tutti noi la mangiavamo con lo sguardo: altri tempi!
Comunque fra Pietro e Cirillo hanno fatto una bella riflessione, a due voci, sulla vocazione di Francesco: la visione a Spoleto e l’incontro col crocefisso di San Damiano.
Il tutto è stato arricchito da un balletto organizzato dalla stessa Gi.Fra.
Dopo la meditazione della giornata c’è stato il pranzo all’aperto – dove ho incontrato anche Giuditta e Americo del Consiglio Regionale – e, a seguire, giochi d’animazione, partecipati anche dai tanti frati presenti (c’è da dire che gli assistenti spirituali che accompagnano i gifrini sono molti di più, rispetto a quelli che sono presenti agli incontri dei terziari!).
Poco prima delle quattro, per evitare il traffico dei “villeggianti”, io e la mia famiglia abbiamo tolto le tende e dopo un saluto alla Madonna, ci siamo messi in viaggio per tornare a casa certamente stanchi, ma anche più ricchi di quando siamo partiti.




CAPITOLO ELETTIVO OFS CAMPANIA

CAPITOLO ELETTIVO OFS CAMPANIA.
Il 25 e 26 aprile 2015 si è celebrato, presso il “Sereno Soggiorno Salesiano” a Pacognano di Seiano, il terzo capitolo elettivo dell’Ordine Francescano Secolare della Campania.
La preparazione di questo importante appuntamento è stata curata in ogni dettaglio dal Consiglio Regionale uscente, attraverso assemblee pre-capitolari e di macro-zona che hanno avuto come leitmotiv quel “camminare verso” che implica sudore, stanchezza, sacrificio, ma anche gioia nel raggiungere la meta.
L’ultimo incontro di preparazione al Capitolo è stato l’assemblea pre-capitolare di Pompei, dell’11 aprile scorso, dove hanno partecipato circa ottanta fraternità su 135 aventi diritto al voto.
Anche in quell’occasione, alla presenza dei Consiglieri nazionali Paola Braggion e Alfonso Petrone, non sono mancate le critiche e le divisioni che non lasciavano presagire nulla di buono.
Il “cammino verso il capitolo elettivo”, intanto, era ormai giunto al traguardo, ma all’arrivo sembrava non esserci nessun premio e nemmeno uno spettatore ad accoglierci.
Avevo l’impressione che avessimo corso invano, sempre in affanno e senza nemmeno la soddisfazione finale di avercela fatta, nonostante tutto.
C’era, però, l’ultimo sforzo da compiere, lo scatto finale, dove era necessario gettare il cuore oltre l’ostacolo.
In quest’ultimo tempo mi sono, da più parti, sentito chiamato a dare anche il mio contributo, ma non avevo il coraggio di mettermi in gioco, di pronunciare il mio “si”, senza scrollarmi di dosso la paura del fallimento, consapevole di una fiducia ingiustificata posta in me.
Vivevo già in affanno la mia vocazione, come avrei potuto percorrere un cammino che richiede tanto impegno e forza interiore?
A questa domanda rispondeva l’altra parte di me, forse quella ancora sana, richiamando alla mente tutti i discorsi fatti sull’umiltà e sull’affidarsi nelle mani del Signore che sa trarre i fiori anche dalle rocce.
Comunque, tutti i discorsi che, in questo tempo, mi sono fatto, non mi hanno convinto e mi sono avvicinato alla data del capitolo, con la speranza e la fiducia nello Spirito Santo che, Lui sì, avrebbe meglio di chiunque altro saputo cosa fosse meglio per me e per la Fraternità.
L’idea di stare due giorni lontano da casa, dalla mia famiglia, mi metteva tanta tristezza, anche perché in quei giorni si sarebbe festeggiato anche l’onomastico di Marco, il mio terzogenito, ma ormai non c’era più tempo per voltarsi indietro, anche perché «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62).
Pensavo che due giorni per celebrare il capitolo elettivo fossero troppi che forse si poteva concentrare il tutto in un solo giorno, anche perché, in questo modo, si sarebbe favorita anche la partecipazione di quelle fraternità poco propense agli spostamenti (figuriamoci dormire una notte fuori!). Un’altra cosa che mi contrariava era la scelta del posto, non agevole da raggiungere, soprattutto a causa del traffico, e il costo eccessivo del soggiorno: € 85 per un giorno di pensione e un pranzo!
Tutti questi stati d’animo mi hanno accompagnato fino a Pacognano, dove sono arrivato con Annamaria De Blasio (ministra della mia fraternità), Maria Urciuoli (economa della mia fraternità) e Felicia Acone (viceministra della fraternità di Montefusco).
L’arrivo era previsto alle ore 10, ma pochi sono stati puntuali, tanto che non è stato possibile sistemarci nelle camere, prima della Messa, prevista per le 11.
La celebrazione è stata presieduta da padre Roberto Francavilla, presidente di turno della CASIT, erano, invece, concelebranti, padre Francesco Mauro Del Grosso, presidente di turno della CAS Campania, – Ordine dei Frati Minori Conventuali di Napoli – e padre Florindo Amato – Ordine dei Frati Minori Conventuali di Napoli.
La santa Messa ha già iniziato a sciogliere il cuore di tutti noi, parafrasando il titolo dell’ultimo convegno regionale Araldini, “solo l’amore scioglie i cuori di ghiaccio”, e quale amore più grande di chi si è donato completamente a noi, senza riserve e, soprattutto, senza aspettarsi riconoscimenti?
Dinanzi al Signore tutte quelle nubi cominciavano ad allontanarsi dalla mia testa, lasciando il posto a un’inspiegabile e ingiustificata serenità.
Dopo la celebrazione Eucaristica non c’è stato il tempo per la presentazione del Capitolo, perché occorreva ancora completare la sistemazione nelle camere, quindi ci siamo aggiornati alle 14.30, subito dopo il pranzo (a proposito vi dico subito che i tempi sono stati molto stretti, per riuscire a fare tutto quanto era stato previsto).
Alle 14.30, ci siamo ritrovati nella sala conferenze, dove Paola Braggion, Consigliera Nazionale, ha fatto la presentazione del Capitolo elettivo.
Quando la presidente di turno ha preso la parola, erano presenti trentacinque fraternità su centotrentacinque, un vero disastro sottolineato amaramente da Paola che ha invitato il nuovo Consiglio a occuparsi proprio di tutti questi assenti.
Alla fine della presentazione il numero delle fraternità aveva superato quota 40, ma erano comunque poche.
Hanno, quindi preso la parola, prima il Ministro uscente, Michele Ortaglio, poi i responsabili delle altre attività di servizio.
Le relazioni mi sono sembrate interminabili e, a mio avviso, anche poco incisive, forse perché tante cose sono rimaste sulla carta o nelle intenzioni e, per un motivo o l’altro, non si sono realizzate completamente.
Dopo la lunga parentesi delle relazioni, sconvolgendo il programma iniziale, la presidente di turno ha dato di nuovo la parola all’assemblea, per esprimersi sul cammino svolto nell’ultimo triennio.
Io ho temuto che si riaprissero vecchie ferite, com’era già successo a Pompei, nell’ultima pre-capitolare, e invece gli interventi sono stati tutti costruttivi.
Tutti quelli che sono intervenuti hanno rilevato la necessità di rimboccarci le maniche, sporcarci le mani, riprendere il cammino ripartendo da Cristo.
Alla fine di questo momento di condivisione il clima era surreale, ci si sentiva davvero una famiglia, senza più rancori, invidie, pregiudizi, con l’unico obiettivo comune: camminare insieme.
Ormai i cuori di ghiaccio si sono completamente sciolti: è iniziato così il vero Capitolo della Fraternità che ha toccato l’apice con l’Adorazione Eucaristica del dopo cena.
Durante l’Adorazione mi viene di fare due osservazioni: la prima è che mi sbagliavo completamente sull’inutilità di celebrare il capitolo in due giornate, la seconda è che si sarebbe dovuto votare alla fine dell’Adorazione, perché quelli che sarebbero venuti all’indomani avrebbero vissuto solo l’aspetto tecnico del Capitolo, mentre avrebbero perso tutto il resto: condivisione, confronto, perdono, cammino, preghiera … FAMIGLIA!
Alla fine di questo primo giorno, stanco morto, sono andato a letto, mentre il mio compagno di stanza, Eduardo Nicotra – ministro di Ischia – almeno vent’anni più grande di me, ha fatto le ore piccole.
La mattina successiva la sveglia è suonata alle 6,15, perché alle 6,30 avevo appuntamento con Eduardo De Crescenzo (non lo scrittore) – ministro di Volla – per una camminata sulla costiera. Abbiamo camminato per circa un’ora, percorrendo 6 km ma, più della camminata, è stato bello condividere un pezzo della vita di entrambi.
Alle 7,30 siamo arrivati alla base e, dopo una doccia veloce, alle 8,00 (puntuale più che mai) sono pronto per le lodi cui ha fatto seguito la colazione.
Alle 9,30 inizia il capitolo elettivo con la lettura delle “disponibilità”. Paola Braggion sottolinea che quelle presentate sono poche per il numero di consiglieri che dovrà essere eletto e invita l’assemblea a proporre altre persone. Prima di questo, però, invita tutti a riflettere sulla necessità di scegliere non i migliori, ma quelli che si ritengono adeguati al momento che la fraternità sta attraversando, per cui ha invitato i presenti a tracciare le qualità desiderate nei rappresentanti del nuovo consiglio.
Nel frattempo il numero delle fraternità cresce di minuto in minuto, fino ad arrivare alla quota di 91 su 135.
A questo punto, Paola Braggion, invita le fraternità che non hanno vissuto tutto il percorso di avvicinamento al Capitolo elettivo, ad astenersi dal voto, come segno di responsabilità e di rispetto nei confronti della Fraternità: alla fine nessuno ha fatto suo quest’invito.
Prima di passare alle votazioni, c’è stata la relazione del presidente della GiFra – Antonio Obid – che ha posto l’accento sul lavoro che è stato fatto in questo triennio e l’importanza di condividere il cammino con l’Ordine Francescano Secolare, in quanto parte della stessa famiglia.
Prima delle elezioni tutti quelli che hanno dato la disponibilità sono chiamati a presentarsi davanti all’assemblea e già qui il mio cuore sembrava impazzito!
Finalmente sono iniziate le elezioni.
Il ministro, Antonio Nappi, è stato eletto al primo scrutinio, mentre per il viceministro, dopo un testa a testa tra Roberto Costa e Antonio Aiello, l’ha spuntata quest’ultimo al secondo scrutinio.
Abbiamo fatto la pausa pranzo e alle 14,30 abbiamo ripreso i lavori.
Ora mi sentivo un po’ teso, perché c’era l’eventualità, più volte da me rigettata, che potessi essere eletto a far parte del nuovo Consiglio Ofs della Campania.
Lo scrutinio è stato lunghissimo e alla fine ero più stanco che teso o preoccupato.
Il nuovo Consiglio alle 17,16 è stato eletto ed è così composto:
Ministro:
Antonio Nappi
Viceministro:
Antonio Aiello
Consiglieri:
Giuditta Iossa,
Roberto Costa,
Rosaria Odorino,
Americo Rossomando,
Angela Di Lauro,
Vincenzo Siciliano,
Anna Russo,
Rosario Tambelli,
Ciro d’Argenio,
Sabata Fucci.
Dopo gli auguri e le foto di rito, abbiamo celebrato la Santa Messa di ringraziamento e poi tutti a casa … dopo due ore e mezzo in macchina: ora inizia il cammino!!!




CAMPO REGIONALE ARALDINI 2013

Promessa regionale Araldini 2011

Oggi ho ricevuto il calendario regionale dell’Ofs Campania-Basilicata… dopo averlo letto sono andato sul sito dell’Ofs regionale e ho inviato questo semplice messaggio: “Pace e bene…
leggendo il calendario regionale ho avuto modo di constatare che non è presente la data del convegno regionale degli araldini…
Certo che si tratti di una dimenticanza (perchè non è immaginabile che non si organizzi un evento di così grande importanza per i nostri araldini) e sicuro di interpretare il pensiero di tutti gli animatori Araldini della Campania, chiedo di conoscere la data di tale appuntamento.
Un caloroso saluto.

LUIGI IANNICELLI
(Viceministro della fraternità OFS di Avellino e responsabile locale Araldini)”

ATTENDO RISPOSTE…

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NOI AMIAMO L’OFS: SE NON ORA QUANDO!

LETTERA APERTA
DOPO IL CAPITOLO ELETTIVO OFS REGIONALE CAMPANO DEL 19 FEBBRAIO 2012 AL VECCHIO E AL NUOVO CONSIGLIO

Carissime sorelle, carissimi fratelli,
il recente capitolo elettivo ha evidenziato, anche se in modo esasperato, le incompiutezze del nostro cammino di unità dell’Ofs e le relative conseguenze fatte di incomprensioni e di confronti non propriamente equilibrati, e talvolta di esagerate azioni e reazioni.
Scriviamo questa lettera spinti dalla forte passione per l’Ofs e convinti che essa sia comune a quanti hanno fatto parte in passato del Consiglio regionale e a coloro che lo compongono attualmente, nonché a tutti i terziari perché possano conoscere e valutare le nostre considerazioni.
Conviene formulare due lapidarie, ma indispensabili premesse:
il capitolo, e di conseguenza il consiglio, è del tutto legittimo, le singole persone elette non c’entrano nulla con le perplessità che di seguito esprimeremo.
Quali sono queste perplessità (forti) che molti dei capitolari hanno vissuto con interna, sentita sofferenza, indipendentemente dal risultato che si ottenuto, e che vogliamo rappresentare?
In primo luogo, sono state “maltrattate” le modalità fraterne che avrebbero dovuto essere il tessuto connettivo del capitolo. Tali modalità prevedevano di avere in sana considerazione il cammino verso una unità sempre più autentica, una attenzione alle diversità non solo geografiche, ma anche delle storie, delle tradizioni, delle spiritualità delle varie realtà che abbisognano delle giusta gradualità di tempi e modi per fondersi in un unicum auspicato, ma ancora imperfetto.È dall’inizio del cammino unitario (anche a livello nazionale) che, dai più sensibili al tema unitario, si è sostenuto essere indispensabile non perdere nulla delle ricchezze delle varie esperienze spirituali ed organizzative, affinché tutti si sentissero a proprio agio nella nuova casa comune. Che cosa si è fatto nel nostro recente capitolo? Una copertura dei membri del consiglio totale, forti della potenza dei numeri (obiettivamente un’esagerazione): e la ricchezza della diversità, dei differenti apporti, degli slanci generosi provenienti da eterogenei mondi? Tutto appiattito su un solo colore: una prova di forza probabilmente sollecitata da incomprensioni, reciproche diffidenze e incapacità di andare oltre i personalismi, ma non meno miope verso il futuro del terz’ordine regionale.

Come è stato recepito l’andamento delle votazioni? Più che un votare per qualcuno, quasi un votare contro (qualcuno, qualcosa?); forse per molti non era la realtà, ma questo era il clima che si coglieva nell’assemblea e la rattristava.
Che cosa, oggi come la domenica delle elezioni, preoccupa? La difficoltà che il consiglio, nel suo insieme o nei singoli componenti, incontrerà nel rimettere insieme i vari pezzi di un puzzle già di per sé complicato e complesso. Questo, non perché non vi sia sincerità nell’operare per il meglio della fraternità regionale, ma perché si troverà scarsa comprensione da parte di chi, per rifarsi al paragone precedente, in questa casa si troverà a disagio, più ospite che legittimo proprietario: di chi la troverà “poco comune”.
Le parole d’ordine condivisione e comunione, usate da Michele Ortaglio nella presentazione della prima circolare, di per sé sagge e condivisibili, come verranno accolte nei vari ambiti e quali difficoltà incontreranno i consiglieri a presentarle nelle varie fraternità?
Che cosa fare ora? Qui viene il difficile; certo, non si potrà andare avanti come se nulla fosse successo: sarebbe un errore grave! Bisognerebbe che tutti (tutti!) facessero in qualche modo un passo indietro, recuperando spazi, luoghi, tempi per l’incontro, la ri-comprensione, per una nuova reciproca fiducia; saremo capaci di tanto? Bisognerà rimarginare le ferite condite con troppo sale nel recente capitolo, trovare nuove reciproche comprensioni, fugare i sospetti che gli uni hanno verso gli altri, evitare ad ogni costo altre laceranti divisioni, come quelle che hanno caratterizzato i primi anni del cammino a livello nazionale. L’Ofs campano, nelle concrete figure delle nostre sorelle e dei nostri fratelli, non merita questa prova.
Come tutte le crisi, anche la nostra attuale, potrebbe avere un risvolto positivo: mettere a nudo le difficoltà e le asprezze, le incompiutezze del cammino unitario, non nasconderle ancora, ma affrontarle con spirito di carità, di sacrificio e di volontà di avere un Ofs finalmente unico.
Nella odierna difficoltà ognuno potrà valutare se vuole più bene a se stesso o all’Ofs!
Vogliamo sperare che vi siano moltissimi capaci di sacrificare lo spirito di rivalsa per le ferite che pensano di aver ricevuto, in nome di un bene più grande: è sempre più facile distruggere che costruire.
Ma se non ora, quando?
In questi pur difficili momenti, crediamo vi siano fratelli e sorelle di buona volontà pronti a raccogliere l’esortazione del Presidente nazionale ad aiutare questa fraternità regionale affinché si adoperi per stimolare la ripresa di una comune riflessione, prima ancora che di un comune agire: continuare a non capirci e a cedere alle lusinghe dello scontro non ci porterà da nessuna (buona) parte.
Lo spirito di questo scritto è innanzi tutto questo: essere uno dei mattoni che vuole contribuire a ricostruire un comune, fraterno domicilio, quella casa di tutti i laici francescani che intendono essere di testimonianza, di preghiera e di solidarietà nella nostra chiesa e nelle nostre terre. Lo affidiamo al Consiglio affinché trovi i modi e i tempi di un incontro perché tutto ciò possa accadere. Pace e Bene!

Con affetto, in Francesco e Chiara

Mario Bianchi – Ministro Fraternità Santa Maria della Provvidenza Napoli
Gigi Di Fraia – Ministro Fraternità Pozzuoli San Gennaro
Anna Arfè – Ministro Fraternità Soccavo Napoli
Roberto Costa – Ministro Fraternità di Piedigrotta Napoli
Carlo Cuccurullo – Ministro Fraternità Arzano
Giovanna Viglione – Ministro Fraternità Miano
Adele Imperatore – Ministro Fraternità Sant’Eframo Napoli
Luciana Colucci Di Matteo – Ministro Fraternità Barra Napoli
Emanuele Palumbo – Ministro Fraternità Immacolata Salerno
Luciano Sarno – Ministro Fraternità Roseto Avellino
Filippo Fortunato – Ministro Fraternità Cuore Immacolato Avellino
3 marzo 2012

N.B.:
La lettera è stata inviata il 3 marzo 2012, chi volesse aderire può farlo inviando una e-mail e scrivendo aderisco alla lettera appello, Noi amiamo l’ofs, se non ora quando.
La mail va indirizzata a:
ma_bi@iol.it

E agli indirizzi seguenti dei consiglieri regionali nuovi:
<michele.ortaglio@gmail.com>, <pasq.pisa@virgilio.it>, <alliegro.barra@vipnet.it>, <angelo.cervone72@yahoo.it>, <rosariacostanzo@alice.it>, <angiola.lettieri@alice.it>, <rosanna.mangione@virgilio.it>, <antonio.nappi@tiscali.it>, <rosariaodorino@alice.it>, <anna.pelcar@virgilio.it>, <baldassarre9@alice.it>

Questa posizione non vuole essere “neutra” rispetto alle posizioni in campo, ma “altra” capace di una propria proposta costruttiva verso una autentica unità e unicità dell’Ofs.

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CAPITOLO ELETTIVO DELL’ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DELLA CAMPANIA

Il Ministro Regionale - Michele Ortaglio

Domenica 19 febbraio 2012, presso il Santuario di Pompei (NA), si è celebrato il 2° capitolo elettivo dell’Ordine Francescano Secolare della Campania, dopo la sua unificazione.
Tutta la fraternità regionale ha vissuto con grande attesa questo evento che rappresenta un momento di verifica ma, nello stesso tempo, di Grazia.
Le intense nevicate delle ultime settimane, purtroppo, non hanno consentito una partecipazione di massa, soprattutto delle fraternità più colpite che, così, non hanno avuto l’opportunità di dare il loro contributo.
La “macchina”, però, era già avviata e non poteva più fermarsi, come non poteva fermarsi per la scomparsa del papà di Antonio Bruno che, con grande senso di responsabilità, ha dato disposizioni perché tutto si svolgesse come stabilito.
… E tutto è andato come stabilito!
I bigliettini volanti hanno fatto la loro “porca figura”. Mi dispiace usare questo termine ma, ancora una volta, anche nella nostra fraternità sono utilizzati questi mezzi subdoli, per accaparrarsi posizioni cui, davvero, non so proprio chi potrebbe ambire.
Parliamo tanto di Spirito Santo ma, sono sempre più convinto che, nei nostri capitoli elettivi, purtroppo, non lo facciamo nemmeno entrare.
Chiedo scusa per il piccolo sfogo ma è quello che provo, come sento il bisogno di ringraziare il Consiglio uscente per tutto il lavoro svolto con grande abnegazione, in una situazione post-unità non facile da gestire.Un grazie particolare ad Antonio Bruno che ha testimoniato, in lungo e in largo, il suo amore per la fraternità che, a quanto pare, non è stato riconosciuto.
In questo momento Antonio ha sicuramente altre ferite da rimarginare ma, riguardo al suo donarsi per la fraternità, può trovare gratificazione nelle parole di Gesù che dice: «quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa» (Mt 6,2).
Detto questo, vi riporto, di seguito, il nuovo Consiglio Regionale che è così composto:

Ministro
Michele Ortaglio

Vice ministro
Pasquale Pisaniello

Consiglieri
Mariano Alliegro
Anna Pelliccia Carrino
Angelo Cervone
Rosaria Costanzo
Angiola Lettieri
Antonio Nappi
Rosanna Mangione
Rosaria Odorino
Annamaria Romano

A tutto il Consiglio, auguro buon lavoro, nella speranza che si possa camminare con maggiore coesione e condivisione, senza perdere di vista gli obiettivi fondamentali del nostro essere “francescani secolari”.
Un’ultima nota riguarda la Provincia di Avellino che saluta la neo-consigliera Anna Carrino che avrà certamente più attenzione per le nostre fraternità.
È ancora presto per parlare di come si modificheranno le cose per la nostra Zona, ma il cambiamento, ne sono certo, sarà per il meglio, soprattutto se ciascuno farà la propria parte.

CLICCA QUI per scaricare l’elenco del Consiglio e dei Padri Assistenti, con i loro riferimenti.

Ciro d’Argenio




SONDAGGIO

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