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CONVEGNO NAZIONALE ARALDINI 2013

convegno nazionale araldini foto nella piazza del convento di san francesco

Si è concluso da pochi giorni il 22° convegno nazionale Araldini che ha avuto come tema: “Con TE…comincia la vita” che si è tenuto ad Assisi dal 10 al 14 luglio 2013.
Con questo slogan si è voluto sottolineare che la storia di ciascuno di noi ha origine dall’Amore di Cristo, dalla sua Misericordia, pronta a perdonare anche il nostro essere spesso irriconoscenti e non saper corrispondere a tale Amore.
Questa meravigliosa storia d’Amore che ha origine fin dall’eternità, è stata raccontata agli Araldini attraverso due personaggi molto particolari: il figliol prodigo e Pinocchio le cui esperienze di vita si intrecciano, per concludersi entrambe in un abbraccio.
Ancora oggi i nostri Araldini hanno gli occhi che luccicano, per le emozioni vissute in questa meravigliosa esperienza che ogni anno li arricchisce e li aiuta a diventare il sale della terra, mi auguro migliore di noi che non siamo più capaci di dare sapore nemmeno alle nostre vite.
Grazie a tutti quanti si sono messi in gioco e hanno messo da parte le proprie vite, per aiutare i nostri bambini a fare esperienza di Cristo con la fraternità.

Ciro d’Argenio.

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QUELLE MANICHE RIMBOCCATE

locandina convegno su p. Luigi Monaco

“QUELLE MANICHE RIMBOCCATE …” è il Convegno che l’Ordine Francescano Secolare di Avellino, in collaborazione con l’associazione “Il tutto in un frammento”, ha organizzato in memoria di p. Luigi Monaco, padre cappuccino, che si terrà ad Avellino, presso la chiesa S. Maria del Roseto, il 14 aprile 2013, alle ore 18.
Cliccando sui link in basso puoi scaricare la locandina dell’evento e il biglietto di invito, dove sono specificati i temi trattati nei vari interventi.

SCARICA IL VOLANTINO

SCARICA L’INVITO

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S. BERNARDINO DA SIENA AD AVELLINO

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Domenica 18 marzo, alle ore 16.30 sono giunte in Avellino, nel piazzale del convento dei Frati Minori Cappuccini, S. Maria delle Grazie, le spoglie di S. Bernardino da Siena, in occasione delle celebrazioni del primo centenario della fondazione della Provincia dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia.
Alla’arrivo delle spoglie folta è stata la presenza della comunità, tra cui spiccavano la Gi.Fra. e le fraternità Ofs accorse da varie località della provincia.
Erano presenti, in particolare, S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della diocesi di Avellino, il Padre Provinciale dei Frati Minori del Sannio e dell’Irpinia, Fr. Sabino Iannuzzi, il Provinciale dei Frati Minori dell’Abruzzo, Fr. Carlo Serri e il Sindaco di Avellino, Giuseppe Galasso.Dopo il saluto delle autorità, le spoglie sono state accompagnate, in processione, alla chiesa del Cuore Immacolato di Maria, dove saranno custodite fino al giorno 20, per poi iniziare una peregrinatio che toccherà tutti i conventi dell’Irpinia e del Sannio, per un periodo di 50 giorni.
A conclusione della processione è stata celebrata l’Eucaristia da S.E. Mons. Francesco Marino che ha posto l’accento sulla figura di S. Bernardino, come colui che si è prodigato per un ritorno alle origini del messaggio di Francesco che, al suo tempo, si era un po’ sbiadito.
Fu, così,uno dei principali protagonisti dell’Ordine dell’Osservanza che diede nuovo vigore alla spiritualità francescana.
Mons. Marino ha messo in risalto anche il ruolo di riconciliatore di S. Bernardino, in tutte quelle situazioni, politiche soprattutto, dove lo scontro tra fazioni (guelfi contro ghibellini, comuni contro comuni, ecc.) era un aspetto che caratterizzava il suo tempo.
Alla conclusione della Celebrazione, Fr. Sabino Iannuzzi ha consegnato al Sindaco di Avellino, una riproduzione del trigramma, ideato da S. Bernardino, rappresentante il culto al Santissimo Nome di Gesù.
Le spoglie saranno conservate nella Chiesa del Cuore Immacolato di Maria, fino a martedì 20, quando, nel pomeriggio, saranno trasferite al convento di Atripalda.

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LO SPIRITO DI ASSISI – 25° anniversario

Il 1° gennaio scorso, al termine della preghiera dell’Angelus, Benedetto XVI ha annunciato di voler solennizzare il 25° anniversario dello storico incontro tenutosi ad Assisi il 27 ottobre 1986, per volontà di Giovanni Paolo II. Per l’occasione, il Santo Padre ha convocato, per il prossimo 27 ottobre, una giornata di riflessione, dialogo e preghiera per la pace e la giustizia nel mondo, recandosi pellegrino nella città di s. Francesco.
Ecco le parole pronunciate dal Santo Padre il 1° gennaio 2011: « (…) Invito ad unirsi a questo cammino i fratelli cristiani delle diverse confessioni, gli esponenti delle tradizioni religiose del mondo e, idealmente, tutti gli uomini di buona volontà, allo scopo di fare memoria di quel gesto storico voluto dal mio Predecessore e di rinnovare solennemente l’impegno dei credenti di ogni religione a vivere la propria fede religiosa come servizio per la causa della pace. Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio ».

Accogliendo l’invito del Papa di pregare per la PACE e la GIUSTIZIA nel mondo, la Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare Secolare, della Zona di Avellino, invita tutta la Comunità della Diocesi di Avellino, a partecipare alla VEGLIA DI PREGHIERA, presieduta da S.E. Mons. Francesco Marino, che si terrà al DUOMO DI AVELLINO il 26 ottobre, alle ore 19.00.




SOLENNITÀ DI S. CHIARA 2011

Carissimi,
nel cuore dell’estate ritorna la solennità della nostra Madre santa Chiara, che costituisce sempre un momento di grazia, per chi desidera fare con noi l’itinerario del novenario, sempre ricco di spunti per il proprio cammino spirituale.
Quest’anno la provvidenza ci fa vivere questo novenario nel cuore degli 800 anni dalla fondazione del nostro Ordine e nell’evento è implicita una particolare grazia, che è quella dell’indulgenza plenaria per tutta la durata del Centenario (11 agosto 2012).
In allegato [cliccare sull’immagine] troverete tutto il programma del novenario e, nell’attesa di poter condividere con voi la grazia che Dio ci dona, vi auguriamo che il Signore vi dia pace.
Le sorelle Clarisse di S. Lucia di Serino




RICORDO DI P. LUIGI MONACO

«Luigi, padre Luigi, continua ad assistere l’Ordine Francescano Secolare, tua passione predominante, fuoco d’amore che ha bruciato la tua giovinezza».

Con queste parole, quel 6 febbraio 1993, chiudeva la sua omelia padre Francesco Saverio Toppi in una basilica di Santa Chiara in Napoli gremita fino all’inverosimile da persone giunte da ogni parte d’Italia per rendere l’ultimo saluto a padre Luigi Monaco, deceduto due giorni prima in un tragico incidente stradale. Tragico per come si svolse, ancor più tragico per come si sarebbe potuto e dovuto evitare.
Parole sante e profetiche. Mai come oggi, infatti, questo nuovo OFS d’Italia ha bisogno della guida di padre Luigi; Luigi, come amichevolmente lo chiamavamo tutti noi che abbiamo vissuto con lui anni indimenticabili e fecondi. Con la sua eccezionale e vulcanica personalità ha lasciato tracce indelebili nei nostri cuori; e a ognuno manca qualche tratto specifico del suo carattere. A chi manca la sua disponibilità ad ascoltare e dialogare, a chi la sua testardaggine; a chi la sua prepotente dinamicità, a chi la sua capacità di introspezione; a chi il suo piglio sbruffone e spavaldo, a chi il suo particolarissimo misticismo; l’elenco potrebbe continuare a lungo.
Ma quello che manca a tutti noi e all’OFS d’Italia nel suo complesso è l’acume delle sue intuizioni, l’ampiezza delle sue vedute, la profondità delle sue riflessioni; qualità che gli consentivano di spaziare con competenza e disinvoltura da sant’Agostino a Hans Küng, da Blaise Pascal a Leonardo Boff.
E soprattutto, ci manca il suo coraggio intellettuale. Luigi ci ha insegnato a pensare liberamente e criticamente, pur nella fedeltà e nell’obbedienza all’Ordine e alla Chiesa. Ci ha insegnato a non aver paura del dubbio. Ci ha insegnato ad affrontare i problemi piuttosto che a evitarli.
Certamente, oggi che Luigi non è più tra noi è forte la tentazione di abbandonarsi ai ricordi del passato: ciascuno di noi in questi anni avrà sfogliato chissà quante volte le vecchie foto dei campi-scuola, avrà ascoltato chissà quante volte le registrazioni della sua voce sul sito internet a lui dedicato. Ed è forte anche la tentazione di lasciarsi andare all’immaginazione: chissà quante volte ciascuno di noi, in qualche momento di dubbio, si sarà chiesto cosa avrebbe pensato Luigi, cosa avrebbe detto Luigi, cosa avrebbe fatto Luigi nella stessa situazione.
Non c’è niente di male a patto che ciò non costituisca una fuga dalla realtà.
Più volte, in quella storica e drammatica omelia, padre Francesco Saverio Toppi affermò con forza: «Luigi è vivo!». È vero. Ma è anche vero che Luigi vivrà se noi saremo in grado di renderlo vivo, se saremo capaci di imitarlo nella sua capacità di andare al cuore dei problemi senza finzioni e ipocrisie, se saremo capaci di affrontare gli interrogativi che più ci inquietano, se sapremo scacciare la tentazione di rifugiarci in un cristianesimo borghese. Luigi vivrà se noi saremo capaci di costruire un Ordine Francescano Secolare aperto al dialogo esterno e al confronto interno, che rappresenti nella Chiesa e nella società una voce forte e viva, libera e critica.
Il compito che ci attende non è facile, Luigi è sempre stato almeno trent’anni davanti a noi e continua a esserlo anche da lassù; ma ci ha anche indicato la strada per seguirlo. Dopo Luigi non può, non deve esistere un OFS d’Italia conformista, titubante, acquiescente, imprigionato in formalismi e giuridicismi; sarebbe questa la più grave offesa alla sua memoria. Significherebbe vanificare un preziosissimo patrimonio di esperienza, di dedizione, di intelligenza. Significherebbe disperdere tutto quello che lui ha seminato. E per molti di noi significherebbe buttare al vento un’intera giovinezza vissuta nella Gioventù Francescana.

Pietro Urciuoli




UN LIETO EVENTO

Auguri e congratulazioni ad Anna Moschella, ministra della fraternità di Atripalda, per la nascita del suo primogenito Roberto, venuto al modo il 7 gennaio. La Vergine Maria, la accompagni nel suo nuovo ruolo di “mamma” e il Bambino Gesù, custodisca la vita del piccolo Roberto.




ANNO GIUBILARE PER LA DIOCESI DI AVELLINO

L’8 gennaio 2011, è stato aperto, ufficialmente, l’anno giubilare per la Diocesi di Avellino, per i 1700 anni dal martirio dei Santi Patroni Modestino, Fiorentino e Flaviano, avvenuto nel 311 d. C.
Ancora oggi, purtroppo, il sangue dei nostri martiri colora le strade del mondo e la cosa non ci scandalizza, ormai, più di tanto, perché la violenza sta’ diventando parte della nostra vita e ci lascia sgomenti, solo quando raggiunge le forme più estreme [a quelle normali siamo abituati].
Mentre tanti cristiani subiscono violenze, fino alla morte, perché hanno il coraggio di testimoniare Cristo, anche in paesi dove sono una minoranza indifesa, noi, nella nostra roccaforte, abbiamo vergogna anche di fare il segno della croce, se ci troviamo in un contesto a noi poco familiare, ma ricordiamo le parole di Cristo che ci dice: «Chi si vergognerà di me e delle mie parole, di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo, quando verrà nella gloria sua e del Padre e degli angeli santi» (Lc 9, 26).I primi discepoli di Gesù, gli Apostoli, erano solo dodici uomini da cui, grazie all’azione dello Spirito Santo, l’annuncio del Vangelo è stato portato ai quattro angoli del mondo.
Gesù aveva insegnato, ai suoi primi seguaci, l’amore per il prossimo, la misericordia, la non violenza, morendo sulla croce senza alzare un dito, per imporre la sua verità.
Così sono morti i primi martiri, seguendo l’esempio di Cristo, senza alzare un dito, senza rispondere con la violenza, alla violenza e così hanno offerto la loro vita i nostri Santi Patroni Modestino, Fiorentino e Flaviano che la tradizione vuole vittime dei massacri ordinati da Diocleziano.
Qualche tempo dopo, purtroppo, la storia ci racconta che, quando i cristiani non sono stati più perseguitati, hanno iniziato a perseguitare, allontanandosi sempre più dal messaggio di Cristo.
Oggi noi, i nuovi discepoli di Gesù, siamo chiamati ad una nuova evangelizzazione, fatta di scelte coraggiose, nella vita quotidiana; una testimonianza coerente, perché, oggi, non servono a nessuno le parole vuote e lontane dalla nostra vita.
Tornando alla celebrazione dell’anno giubilare, saranno certamente tante le celebrazioni e le iniziative, a cui, l’Ordine Francescano Secolare, non potrà far mancare il proprio contributo.
Il frutto più importante che questo giubileo ha prodotto, è la possibilità di lucrare l’Indulgenza Plenaria, secondo quanto riportato dalla Paenitentiaria Apostolica:

[La Penitenzieria è il più antico Dicastero della Santa Sede. L’origine della Penitenzieria è legata al moltiplicarsi, nel periodo medievale, dei pellegrinaggi verso la Città Eterna, alla quale i pellegrini accorrevano non solo per visitarne le Basiliche e le memorie sacre e per adempiere i voti fatti, ma, anche per ottenere l’assoluzione dei propri peccati, per essere liberati dalle censure riservate al Sommo Pontefice, nonché per chiedere ed ottenere dispense e grazie, che soltanto il Papa poteva concedere. Alla Penitenzieria è demandato quanto riguarda la concessione e l’uso delle indulgenze …].

«La Penitenzieria Apostolica, su mandato del Sommo Pontefice, concede volentieri un Anno Giubilare con annessa Indulgenza Plenaria concessa, alle solite condizioni (confessione sacramentale, comunione eucaristica e preghiera per le intenzioni del Sommo Pontefice), e che può essere lucrata anche in suffragio delle anime del Purgatorio, ai fedeli che, mossi da spirito di vera penitenza:
– compiranno un sacro pellegrinaggio alla Chiesa Cattedrale di Avellino, o alle Chiese Parrocchiali di San Pietro Apostolo e di San Modestino in Mercogliano, ove parteciperanno ad una sacra celebrazione o ad un esercizio di pietà nel giorno di Pasqua, nell’Ascensione, nella domenica di Pentecoste, nel Natale del Signore il 1° gennaio, festa di Maria Santissima Madre di Dio; il 14 febbraio, festa di San Modestino; il 15 febbraio, festa dei Santi Fiorentino e Flaviano; il 10 giugno, nel giorno della traslazione delle sacre reliquie; il 29 giugno, festa dei Santi Pietro e Paolo; il 5 agosto, anniversario della dedicazione della Chiesa Cattedrale; il 15 agosto, Assunzione della Beata Vergine Maria, titolare della Cattedrale; il 1° novembre, Solennità di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria;
– da soli o in gruppo, visiteranno le chiese citate e lì, dinanzi alla sacra immagine o alle reliquie dei Santi Patroni, trascorreranno un congruo spazio di tempo in preghiera, concludendo con il Padre Nostro, il Credo e un’invocazione alla Beata Vergine Maria e ai Santi martiri avellinesi».
Per ulteriori informazioni, consultate il sito della diocesi di Avellino: www.diocesi.avellino.it.




Buon Natale

Carissimi, non obbedirei al mio dovere di vescovo se vi dicessi
“Buon Natale” senza darvi disturbo.
Io, invece, vi voglio infastidire. Non sopporto infatti l’idea di dover rivolgere auguri innocui, formali, imposti dalla routine di calendario.
Mi lusinga addirittura l’ipotesi che qualcuno li respinga al mittente come indesiderati.
Tanti auguri scomodi, allora, miei cari fratelli!
Gesù che nasce per amore vi dia la nausea di una vita egoista, assurda, senza spinte verticali e vi conceda di inventarvi una vita carica di donazione, di preghiera, di silenzio, di coraggio.
Il Bambino che dorme sulla paglia vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la vostra carriera diventa idolo della vostra vita, il sorpasso, il progetto dei vostri giorni, la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla dove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che il bidone della spazzatura, l’inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
Giuseppe, che nell’affronto di mille porte chiuse è il simbolo di tutte le delusioni paterne, disturbi le sbornie dei vostri cenoni, rimproveri i tepori delle vostre tombolate, provochi corti circuiti allo spreco delle vostre luminarie, fino a quando non vi lascerete mettere in crisi dalla sofferenza di tanti genitori che versano lacrime segrete per i loro figli senza fortuna, senza salute, senza lavoro.
Gli angeli che annunciano la pace portino ancora guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che poco più lontano di una spanna, con l’aggravante del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfratta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano popoli allo sterminio della fame.
I Poveri che accorrono alla grotta, mentre i potenti tramano nell’oscurità e la città dorme nell’indifferenza, vi facciano capire che, se anche voi volete vedere “una gran luce” dovete partire dagli ultimi.
Che le elemosine di chi gioca sulla pelle della gente sono tranquillanti inutili.
Che le pellicce comprate con le tredicesime di stipendi multipli fanno bella figura,
ma non scaldano.
Che i ritardi dell’edilizia popolare sono atti di sacrilegio, se provocati da speculazioni corporative.
I pastori che vegliano nella notte, “facendo la guardia al gregge ”, e scrutano l’aurora,
vi diano il senso della storia, l’ebbrezza delle attese, il gaudio dell’abbandono in Dio.
E vi ispirino il desiderio profondo di vivere poveri che è poi l’unico modo per morire ricchi.
Buon Natale! Sul nostro vecchio mondo che muore, nasca la speranza.
don Tonino Bello




S. Elisabetta d’Ungheria – patrona dell’Ofs

Elisabetta divise e diede largamente ai poveri,
la sua giustizia rimane per sempre
e tutta l’assemblea celebra le sue lodi.
La invochi colui che in qualsiasi tribolazione
ha bisogno di aiuto.
Presso di lei non può essere respinta
la supplica sincera.
Non indugia Colei che nelle proprie sofferenze
impara la compassione verso gli altri,
Colei che fu generosa nell’esaudire
le suppliche dei poveri.
Per amore di Cristo,
Elisabetta disprezzò i regni terreni
e ogni vanità del mondo.
Vide Cristo nel volto sofferente del povero,
lo amò davvero, credette fermamente in lui:
in Gesù Cristo Signore nostro,
al quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen
(dal Libellus di canonizzazione)