Francesco d’Assissi. Giullare non trovatore … [1^ parte]

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L’inaugurazione di questa rubrica richiede due precisazioni; l’una di merito, l’altra di metodo.
Cominciamo dal merito. Nelle nostre fraternità la figura di Francesco d’Assisi viene affrontata essenzialmente da due distinte angolazioni: le tappe salienti della sua vita da un lato, le sue virtù mistico/morali dall’altro. Per quel che è la mia esperienza – dieci anni di Gi.Fra. e venti di O.F.S. – in entrambi i casi la trattazione non è esente da limiti e difetti: nel primo caso, difficilmente ci si riesce ad affrancare da un approccio sostanzialmente aneddotico e miracolistico; nel secondo, si eccede sovente in una retorica esaltazione della sua personalità e della sua santità. Ne risulta un’immagine di Francesco facilmente accessibile ma anche vistosamente banalizzata. Non voglio sminuire oltremisura un approccio col quale si sono formate intere generazioni di francescani secolari – tra cui anche la mia – ma ritengo che ai tempi di oggi ci voglia altro; bisogna formarsi e informarsi con modalità ben diverse se si vuole essere laici pensanti oltre che devoti, animati da profonde convinzioni oltre che da buoni sentimenti; insomma, quel che si dice essere «cattolici adulti». In questa rubrica si tenterà di rileggere l’esperienza umana e spirituale di Francesco non in chiave agiografico/celebrativa bensì in una prospettiva principalmente storica per rinvenirne gli effettivi caratteri di novità per la sua epoca e di attualità per la nostra. È un approccio sicuramente più impegnativo ma anche necessario: non per nulla Paul Sabatier, il primo biografo moderno di Francesco d’Assisi, nella sua fondamentale biografia del 1894 affermava: «Se grande fu il Francesco della leggenda, immenso fu quello della storia».
Veniamo al metodo. La rubrica è ispirata a un mio libro, Francesco d’Assisi. Giullare, non trovatore, Edizioni Messaggero, Padova 2009; ne riprenderà l’approccio e, con i necessari adattamenti, i contenuti. La libertà che è stata concessa a me nella gestione di questo spazio è concessa anche ai lettori: la rubrica si propone infatti di stimolare un dibattito nel quale ciascun francescano secolare possa intervenire liberamente. Non che nelle nostre fraternità non ci sia dialogo ma l’impressione è che esso risenta di quell’unanimismo conformista che caratterizza la Chiesa in cui viviamo. Ci interroghiamo spesso sulle «iniziative coraggiose» a cui ci esorta la nostra Regola al capitolo 15; ma forse la più importante di tutte è pensare con la nostra testa per essere voce libera e coscienza critica nella Chiesa e nella società, singolarmente e come Ordine. L’unitarietà ormai faticosamente realizzata non può ridursi a una mera sommatoria di novizi e professi, a un ridisegno di confini geografici, a una fusione a freddo di consigli provinciali; al contrario, va interpretata come occasione storica per promuovere un cambio di mentalità, per sviluppare una maggiore autocoscienza, per dare inizio a un nuovo modo di fare e di sentirsi O.F.S.. Questa rubrica vuole essere una iniziativa in questa direzione: uno spazio di libero confronto che sia come una finestra aperta sulla vita dell’Ordine e della Chiesa. Ma ciò dipenderà anche da quanti la seguiranno e come.

Pace e bene

Pietro Urciuoli, OFS Avellino Roseto

Una risposta a “Francesco d’Assissi. Giullare non trovatore … [1^ parte]”

  1. complimenti!
    complimenti all’idea del blog e complimenti all’idea della rubrica.
    sarà un piacere leggerti caro Pietro.

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