L’INCONTRO CON CRISTO NELL’EUCARESTIA – Incontro zonale per Iniziandi e Formandi del 10-12-2011

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Sabato 10 dicembre, dalle 16.30 alle 18.30, si è tenuto il primo incontro destinato a Formandi e Iniziandi delle fraternità Ofs appartenenti alla Zona interprovinciale di Avellino.
Secondo una consuetudine, ormai consolidata nel tempo, gli incontri si sono tenuti in due località diverse, per ridurre al minimo gli spostamenti, cosicché, le fraternità di Atripalda, Lioni, Serino, Volturara e Montella, si sono incontrate presso i locali della parrocchia di Volturara Irpina, mentre Avellino [Roseto e Cuore Immacolato], Mercogliano, Montefusco, Gesualdo, nel convento di S. Egidio di Montefusco.
L’argomento dell’incontro, (di cui in seguito è riportata una breve esposizione), era comune a entrambe le micro-zone ed ha avuto per tema: “L’incontro con Cristo nell’Eucarestia”.
Le relatrici degli incontri sono state: Teresa Del Viscovo, a Volturara, e Mena Riccio, a Montefusco, cui va il nostro ringraziamento, per la disponibilità e l’impegno profusi.
La partecipazione è stata numericamente positiva, per entrambi gli incontri, ma non esaltante, riguardo al numero di fraternità intervenute, infatti: a Volturara erano presenti … provenienti dalle fraternità di Volturara, Montella e Lioni, mentre a Montefusco hanno preso parte alla riunione 26 confratelli provenienti da Montefusco, Gesualdo.

Incontro della micro-zona di Montefusco
L’incontro di Montefusco, come accennato in precedenza, oltre alla partecipazione di ventisei persone, ha registrato la presenza di p. Raffaele Mangiaciotti, nella duplice veste di assistente regionale Ofs e della nascente fraternità di Gesualdo.
La riflessione è stata affidata a Mena Riccio che ha incentrato il suo intervento sul brano evangelico tratto dal Capitolo 6 di Giovanni, versetti 22-58.
E’ il discorso sul “pane di vita” che Gesù stesso fa nella sinagoga di Cafarnao, il giorno dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, in cui il tema della fede funge da filo conduttore dell’auto-rivelazione di Gesù.
In questo quadro Gesù rivela d’essere Egli stesso il pane disceso dal cielo, lasciando intendere che la sua origine è da Dio.
Viene qui affermato il mistero dell’Incarnazione del Lògos in vista di una missione di salvezza.
All’auto-rivelazione di Gesù (“Io sono il pane…”) segue il suo appello impersonale a credere in Lui (“chi viene a me … chi crede in me”); specificando, poi, che poter credere è necessario lasciarsi attirare dal Padre” (v. 43).
Si può accogliere Cristo, se ci si apre all’ascolto del Padre. Solo a questa condizione è possibile riconoscere il Tu che dona la vita.
Il modo di esprimersi di Gesù, infatti, non lascia adito ad alcun equivoco: è Cristo stesso che offre la sua persona come alimento di vita del credente, come totale comunicazione di sé alla sua creatura. Offrendo il suo corpo, Cristo non ci dona qualcosa, o un bene qualunque, ma tutto ciò che Egli è, con i suoi sentimenti, la sua volontà, la sua intelligenza, il suo amore …
Nella seconda parte del discorso, Gesù diventa il donatore in nome del Padre.
Gesù si definisce “vero cibo” e “vera bevanda” in senso reale e sacramentale, non certo in senso puramente metaforico e chi riesce ad intendere queste parole si trova immerso in una nuova dimensione di vita e di relazione con Lui.
“Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue dimora in me e io in lui”.
Con queste parole Egli afferma la reciproca inabitazione del credente nel Figlio di Dio e del Figlio di Dio nel credente che stabilisce il presupposto per una nuova relazione col Padre, ossia in una stupenda relazione interpersonale, misteriosa e reciprocamente impegnativa tra Dio e l’uomo.
Questa formula d’inabitazione ( “… dimora in me e io in lui”) è uno dei messaggi più profondi che ci siano stati trasmessi dal Vangelo di Giovanni.
“Nel sacramento – insegna San Tommaso – mediante la verità del suo corpo e del suo sangue, Egli ci congiunge a sé” (Summa Theologiae, III, 75, 1, c).
Ecco perché l’Eucaristia appare “il segno della più grande carità” e dell’ “unione più familiare di Cristo con noi” .
L’Eucaristia è così luogo privilegiato per l’incontro con il Signore; l’Eucarestia è il sacramento della filiazione, della fraternità e della missione.”
L’incontro con Cristo nell’Eucaristia, infatti, non si esaurisce nel nostro intimo, ma ci spinge alla testimonianza e alla solidarietà con gli altri. Mentre ci unisce a Cristo, l’Eucaristia ci apre agli altri. Essa è stata sempre una grande scuola di attenzione agli altri, di amore fraterno,di solidarietà e di giustizia per rinnovare il mondo in Cristo, nostro Redentore.
Alla conclusione dell’intervento di Mena Riccio, ha fatto seguito un breve dibattito che ha coinvolto l’intera assemblea, nel quale sono stati messi in risalto i punti salienti della riflessione.
L’incontro si è terminato con la preghiera e con un momento fraterno, organizzato dalla fraternità locale.

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