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CHE COS’È IL VANGELO?

Alcuni credono che il vangelo sia la biografia di Gesù, come i libri lo sono, per i personaggi storici.
Il vangelo, invece, è la “buona notizia” che Gesù è risorto e così non fosse, tutta la nostra fede sarebbe vana.
Il vangelo, dunque, non è una semplice “biografia” di Gesù, ma è una rilettura della sua vita, alla luce della Resurrezione; è come leggere un libro o veder un film di cui già si conosce il finale.
Il vangelo fu scritto alcuni anni dopo la morte di Gesù.
Il gruppetto degli Apostoli che si riuniva con Maria, grazie alla discesa dello Spirito Santo, esce dal cenacolo, per annunziare la Resurrezione di Cristo, a cui essi avevano assistito, in veste di testimoni diretti.
Questi discepoli analfabeti che prima si rinchiudevano nel cenacolo, per paura di fare la stessa fine di Gesù, all’improvviso, dopo l’incontro col Risorto e rafforzati dallo Spirito Santo, trovano il coraggio di andare per il mondo.
Andando per il mondo, gli Apostoli annunciano la morte e Resurrezione di Gesù, cioè la “buona novella” o “Vangelo”.
Accanto a quest’annuncio, gli Apostoli riportano anche le parole dette da Gesù che erano trascritte su bigliettini e conservate.La prima forma di trasmissione del Vangelo, quindi, è stata quella orale sostituita solo alcuni decenni dopo la morte di Gesù dalla forma scritta.
I Vangeli canonici, cioè quelli “ispirati” da Dio e riconosciuti dalla Chiesa, sono stati scritti da Luca, Matteo, Marco e Giovanni.
L’autore del Vangelo è detto “evangelista” ed è chi mette, per la prima volta, nero su bianco l’annuncio di Gesù.
Matteo e Giovanni sono stati anche Apostoli di Gesù, mentre Luca e Marco sono discepoli che sono cresciuti sotto la guida di Paolo e Pietro.
Gli evangelisti, a un certo punto della storia, hanno deciso di mettere insieme quei bigliettini lasciati dagli Apostoli nelle loro predicazioni.
Nasce, così, la prima redazione del Vangelo, con l’obiettivo principale di evitare cattive interpretazioni del pensiero degli Apostoli che, piano piano, andavano scomparendo, a causa delle persecuzioni, dell’età, ecc..
I quattro evangelisti riportano episodi della vita di Gesù, visti da prospettive diverse: il punto di vista da cui guarda Luca è diversa da quella da cui guardano Marco, Matteo e Giovanni.
È come leggere il commento di una partita fatto da tifosi di squadre avverse che raccontano lo stesso evento, ma secondo prospettive diverse.
Matteo, ad esempio, è un ebreo, quindi, il suo obiettivo è di annunciare il messaggio di Gesù agli ebrei, basando tutta la storia della salvezza sulla tradizione ebraica, cioè innestando il Vangelo sulle scritture dell’Antico Testamento.
Matteo, perché Gesù sia accolto anche dal popolo ebraico, lo presenta come il vero Messia promesso dalle scritture.
La radice ebraica del Vangelo di Matteo si può notare già dall’inizio, cioè dal “vangelo dell’infanzia”, dove il protagonista è Giuseppe – e non Maria come avviene per Luca, a d esempio – e questo perché l’ebreo era maschilista e anche Matteo lo era.
L’evangelista Luca è greco ed è discepolo di Paolo, ma è un pagano e non conosce nulla della Legge ebraica.
Questa libertà da qualunque radice religiosa la mette in risalto in alcuni temi fondamentali che emergono dal suo vangelo, tra cui l’universalità della salvezza che, al contrario di Matteo, non è destinata solo al popolo ebraico, ma a tutta l’umanità.
Il concetto di una salvezza universale lo porta ad approfondire le varie problematiche legate alla misericordia divina.
Anche Marco, come Luca, è pagano; il suo è un vangelo soprattutto narrativo, infatti, è il più breve.
Il vangelo di Giovanni è, in ordine di tempo, quello a noi più vicino. È scritto quando Giovanni ha tra gli ottanta e i novanta anni e la comunità ha già fatto un certo cammino, perché sono già passati alcuni decenni dalla morte di Gesù.
Nel vangelo di Giovanni non c’è la cronologia degli eventi, l’autore racconta la vita di Gesù riportando alcuni episodi importanti della sua vita, per presentare, teologicamente, un messaggio ben preciso, ad esempio approfondendo il tema dei “segni” (Giovanni non parla mai di miracoli), di cui Gesù si serve, per trasmetterci il suo insegnamento.
Tra i vari “segni” compiuti da Gesù, Giovanni ne sceglie sette.
I Vangeli sono stati scritti in epoche diverse, per cui, quando Luca scrive, tiene conto di Marco e Matteo e questo si può evincere dall’introduzione del suo vangelo.
I fatti raccontati, anche se scritti in epoche differenti, coincidono (nonostante la prospettiva diversa), per questo motivo sono detti “sinottici”.

dalle catechesi di p. Gianluca Manganelli




… ASPETTANDO L’INCONTRO DELLA FRATERNITÀ O.F.S. E GI.FRA. CON IL VESCOVO DELLA DIOCESI DI AVELLINO S.E. MONS. FRANCESCO MARINO

«Il francescano secolare, impegnato a seguire l’esempio e gli insegnamenti di Cristo, ha il dovere dello studio personale e assiduo del Vangelo e della Sacra Scrittura. La Fraternità e i suoi Responsabili promuovano l’amore alla Parola evangelica e aiutino i fratelli a conoscerla e a comprenderla così come essa, con l’assistenza dello Spirito, è annunziata dalla Chiesa» (Costituzioni Generali Ofs 9.2) .

Carissimi Fratelli e Sorelle, a tutti voi il saluto di pace e bene!
È con trepidante attesa che ci prepariamo all’incontro con S. E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino che con grande disponibilità ha accettato il nostro invito.
Quest’appuntamento si pone nel mezzo del nostro cammino quaresimale e diventa, per noi, un’ulteriore occasione per riflettere sull’essenza della nostra vocazione: essere “segno e strumento”, davanti agli uomini, in un atteggiamento di comunione con la nostra Madre Chiesa.
All’impegno primario di essere “testimoni coerenti”, con la nostra vita, consegue la missione di annunciare, a tutte le persone che incontriamo, il dono più bello che abbiamo ricevuto, il Vangelo, nella consapevolezza che «Non è per me un vanto predicare il Vangelo: è un dovere per me; guai a me se non predicassi il Vangelo» .Tutti noi, francescani secolari, dunque, ciascuno nella propria condizione, siamo corresponsabili della testimonianza e dell’annuncio del Vangelo: “Nella vita di famiglia, nel lavoro, nella presenza e partecipazione alla vita sociale, nel rapporto fraterno con tutte le creature” .
Con questa convinzione, ci disponiamo a vivere l’incontro con S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino che ci presenterà gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano, per il decennio 2010 – 2020, il cui tema è: “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”.
L’incontro si terrà sabato 9 aprile 2011, alle ore 16,30, presso la sala riunioni del convento dei frati minori cappuccini, santuario S. Maria delle Grazie, rampa S. Maria delle Grazie, AVELLINO.
L’invito è rivolto a tutte le fraternità, Ofs e Gi.Fra., della Zona Interdiocesana di Avellino e a tutti i loro membri, perché quest’incontro, per noi, oltre ad essere l’occasione di una profonda riflessione, ci da’ l’opportunità di far sentire la nostra “presenza e disponibilità”, alla Chiesa locale.

Leggi la circolare.

Carta interattiva con le indicazioni stradali

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