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RITO DI AMMISSIONE A SALZA IRPINA

Il giorno 29 dicembre 2011, alle ore 17,30, presso la chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo, si è tenuto l’incontro dell’Orine Francescano Secolare di Salza Irpina (AV).
All’incontro hanno preso parte sei consorelle della fraternità e il delegato di Zona.
In questa circostanza, la fraternità locale ha vissuto, con particolare emozione, il Rito di Ammissione di Rossana D’Andrea, celebrato da don Antonio De Feo, parroco di Salza Irpina, al termine della Santa Messa vespertina.
Rossana ha espresso, liberamente, la volontà di fare l’esperienza di Vita Evangelica, secondo l’esempio di Francesco d’Assisi, all’interno dell’Ordine Francescano Secolare di Salza Irpina.
La fraternità locale, a sua volta, si è rallegrata per questo dono che il Signore le ha voluto fare, proprio nel momento in cui sembrava che tutto stesse per arrivare al capolinea.
Dopo circa due anni di sofferenze e delusioni, questo è stato il primo segno del Signore che, ancora una volta, ci dice di avere fiducia in Lui, perché ci ama al punto da dirci che: «quand’anche non rimanessero che tre frati: ebbene, sarà sempre il mio Ordine, e non lo abbandonerò in eterno!» (F.F. 1777).Dopo aver celebrato il Rito dell’Ammissione, la fraternità si è raccolta in preghiera, per meditare sul ruolo del responsabile della fraternità, in preparazione al capitolo elettivo che sarà celebrato il prossimo 5 gennaio.
La riflessione, in particolare, ha rilevato, con l’aiuto del Vangelo, Fonti Francescane, Regola e Costituzioni Ofs, con quale stile il ministro e consigliere deve vivere il suo ruolo di responsabile della fraternità.
Il responsabile, tra le varie qualità, deve avere la consapevolezza di prestare un servizio alla fraternità, per cui deve essere anche disposto a soffrire.
Lo stile del consigliere e del ministro, dunque, deve essere quello del “servo” e non del “padrone”, perché è solo con quest’atteggiamento che può risparmiarsi le delusioni dell’ingratitudine, poiché il servo non avrà fatto altro che il suo dovere.
A chi si aspetta la ricompensa per il proprio lavoro, invece, lo stesso Gesù suggerisce: «… Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare». (Lc 17,10)
Nell’ultima parte della preghiera, la riflessione si è soffermata sulla fiducia in Dio, piuttosto che nei propri mezzi, a dare ancora più forza all’atteggiamento di umiltà del servo.




IL MIO PRIMO ANNO IN GI.FRA.

Come ogni anno, nella nostra fraternità è tradizione che le new entry scrivono un piccolo articolo sulle prime esperienze trascorse in Gi.Fra.; ed eccomi qui … questa volta “è toccato” a me.. mi presento: Salve a tutti mi chiamo Simona, ho 16 anni e quest’anno, per la prima volta, sempre se il Consiglio permette, farò anche io la promessa in Gi.Fra. Quest’anno per me è stato il mio secondo e ultimo anno nel corso di Formazione. E’ stato un anno particolare.. pieno di impegni ma soprattutto pieno di dubbi.. poi però, grazie ai miei fratelli più grandi che mi hanno permesso di vivere un’esperienza indimenticabile, sono riuscita a mettere più ordine nella mia testa. Tutto è partito da quando Nicoletta, presidente Gi.Fra., ci ha dato la bella notizia che potevamo partecipare anche noi del corso al loro campo, che quest’anno si è svolto al Laceno. Non vedevo l’ora di partire e di stare un po’ di più insieme a tutti, anche perché avevo proprio bisogno di staccare la spina quotidiana piena di impegni e vivermi questa prima esperienza con gioia e soprattutto senza pensieri. E così finalmente arrivò il 26 Agosto, giorno così tanto desiderato perché finalmente si partiva. Quando arrivammo, la prima cosa che feci fu quella di ispezionare la struttura, talmente la mia curiosità, e di tirar fuori dalla mia valigia la mia macchina fotografica, mia compagna di avventure , che era importantissima proprio perché mi serviva per immortalare qualsiasi ricordo di quell’esperienza. Il tema del campo era “la vocazione”; tema importantissimo sia per noi che dobbiamo fare per la prima volta questo passo importante, sia per chi invece è già da anni che intraprende questo cammino in Gi.Fra. Il primo giorno sono venuti a trovarci Dora e Francesco che, attraverso una dinamica molto divertente, ci hanno illustrato il significato di chiamata e di ascolto. Questa dinamica consisteva nel far capire ad uno solo di noi,attraverso gesti, cosa volevamo dire. È stata divertente ma allo stesso tempo molto difficile … sia per chi cercava di capire, ostacolato dalla musica ad alto volume dell’mp3, sia per chi cercava di spiegare attraverso i gesti. Durante poi il resto della giornata, siamo stati impegnati nel vivere tutti insieme un momento di preghiera preparato da noi ragazzi del corso, e la sera, invece, nel prepararci per vivere la tanto attesa festa a tema: “Harry Potter e la magia”. Il secondo giorno, invece, è venuto a trovarci Tony, un ragazzo della Gi.Fra di Atripalda, che ci ha illustrato il concetto di discernimento e di scelta … concetti che all’apparenza potrebbero sembrare molto complicati da intendere e da mettere in pratica, ma che invece, attraverso le sue parole e la sua dinamica, sono stati molto semplici. Il pomeriggio, invece, abbiamo visto il film: “Un’impresa da Dio”, film molto divertente ma allo stesso tempo molto significativo. Narra di un giornalista televisivo, Evan Baxter, che da poco è stato eletto nel congresso di Washington e che allo stesso tempo fu scelto, nella sua incredulità, da Dio in persona, per svolgere un compito di fondamentale importanza per l’umanità: costruire la nuova “arca”, come un tempo fece Noè. A seguire c’è stato un dibattito tra noi per discutere i punti salienti del film. Per concludere quest’esperienza, come ciliegina sulla torta, stesso la sera prima di partire, fu organizzata una stupenda Veglia. Questo è stato il momento che più mi è piaciuto di tutto il campo. Il gesto preparato nella veglia era quello di costruire delle lanterne di carta,di scrivergli sopra le nostre scelte e i nostri obiettivi per il futuro, dopodiché farle volare in cielo tutte insieme. È stato un gesto molto bello ma soprattutto molto commovente. Vedere tutte le nostre lanterne che pian piano salivano sempre più in alto fino a diventare piccoli puntini bianchi, mi ha fatto sentire più libera. Sono stati due giorni pieni di emozioni forti e allo stesso tempo pieni di gioia e divertimento. Io non sono molto brava con le parole, infatti tutti in fraternità mi dicono che parlo poco, ed è vero, perché un po’ per timidezza un po’ per vergogna, io non parlo quasi mai. E ringrazio la mia fraternità che mi ha dato la possibilità di scrivere quest’articolo perché così facendo sono riuscita a condividere con tutti voi, la mia bellissima esperienza ma soprattutto tutto ciò che io ho provato in quei giorni.

Simona

 




IL SALUTO DELL’O.F.S. DI AVELLINO A P. INNOCENZO MASSARO

Signore da chi andremo?
Ci hai voluto donare l’ultimo campo-scuola con il nostro P. Innocenzo non solo una guida spirituale e un formatore attento e prezioso, ma un punto fermo sulla nostra strada di francescani. Un padre a cui rivolgersi in qualunque momento, senza timore di essere giudicati.

Signore da chi andremo?
A Macerata, luogo del nostro ritiro, abbiamo goduto della presenza e delle parole del nostro P. Innocenzo e con lui ci siamo emozionati al ritorno nella “sua” Loreto, dove cinquant’otto anni fa diede il suo “Si” incondizionato ad amarti come sacerdote e servitore tuo.

Signore, da chi andremo?
In quei cinque giorni ci siamo stretti intorno al nostro Padre Innocenzo, con apprensione e poi con angoscia, nella preghiera e nell’amore di chi ha sofferto per il distacco, per non poter restare affianco a lui.

Signore, adesso da chi andremo?
Inevitabile ora è lo smarrimento dei suoi figli francescani, che ha cresciuto e sostenuto per tanti anni, che ha coltivato come pianticelle perché potessero dare molto frutto, che ha spronato, con dolcezza e fermezza, giorno dopo giorno, nella “palestra dello spirito” che per lui era la Fraternità Francescana.

Grazie Signore, perché adesso sappiamo di poter ancora contare su Padre Innocenzo, nostro primo difensore e consigliere; grazie perché gli anni trascorsi con lui ci hanno resi più forti e sicuri nella nostra fede; grazie perché con lui abbiamo capito che bisogna morire a noi stessi per poter risorgere a vita nuova; grazie perché tutto questo che ci circonda, ed ogni persona che ha conosciuto e amato Te attraverso S. Francesco, per un anno soltanto o per tutta la vita, senza di lui ora non ci sarebbe.

Caro Padre Innocenzo, veglia ancora su di noi dal Cielo, con lo stesso grandissimo amore con cui l’hai sempre fatto, prega per noi, affinché possiamo davvero diventare, come tu volevi, “sale della terra e luce del mondo”, e noi ci impegneremo a perseverare nel cammino che ci hai indicato, con l’esempio prima ancora che con le parole.
Tu hai fatto la tua parte, ora Cristo, sotto il tuo sguardo tenero di padre, ci insegni la nostra!

Signore da chi andremo?




LA FRATERNITÀ FRANCESCANA, FORMA DI VITA E DI SANTITÀ. 2° incontro zonale per Formandi e Iniziandi Ofs

Sabato 16 aprile, dalle 16.30 alle 18.30, si è tenuto il secondo, e ultimo, appuntamento dedicato a Formandi e Iniziandi delle fraternità Ofs appartenenti alla Zona di Avellino.
Anche in quest’occasione, come per il primo appuntamento, la zona è stata divisa in due micro-zone, per ridurre al minimo gli spostamenti, cosicché, le fraternità di Lioni, Serino, Volturara, Montella e Salza, hanno converso nel convento di S. Rocco a Lioni, mentre Avellino [Roseto e Cuore Immacolato], Mercogliano, Montefusco, Atripalda, Lacedonia e Zungoli nel convento di S. Egidio di Montefusco.
L’argomento dell’incontro, (di cui in seguito è riportata una breve esposizione), era comune a entrambe le micro-zone ed ha avuto per tema: “La fraternità francescana, forma di vita e di santità”.
I relatori degli incontri sono stati: p. Lino Barelli, per la micro-zona di Lioni e Mena Riccio, per quella di Montefusco.
La partecipazione è stata buona, per la micro-zona di Lioni, dove erano presenti diciassette confratelli provenienti da Serino[7], Montella[1], Volturara[2] e Lioni[7], poco incoraggiante, invece, per quella di Montefusco, dove erano presenti solo sette confratelli della fraternità locale.

Incontro della micro-zona di Lioni
Il tema dell’incontro, cui ha preso parte anche il sottoscritto, delegato di microzona, è stato approfondito da p. Lino Barelli, assistente della nascente fraternità di Lioni che, dopo una breve preghiera, ha iniziato la sua riflessione, introducendo il concetto di “comunione”.
La sorgente del nostro stare insieme – afferma p. Lino – la ritroviamo nella partecipazione, attraverso lo Spirito Santo, alla vita divina e, in particolare, alla Trinità, dove Padre, Figlio e Spirito Santo sono una cosa sola.
In Gesù è presente sia la natura divina, sia quella umana (una donatagli dal Padre, l’altra da Maria) che, grazie all’opera dello Spirito Santo, sono in piena comunione.
Lo Spirito Santo che anima l’unità in Gesù, anima anche la comunione nella Chiesa, dove ciascuno di noi è membro di un unico corpo.
Siamo membra l’una diversa dall’altra, ma siamo uniti nella diversità, come Gesù non è il Padre, né lo Spirito Santo, ma è tutt’uno con loro.
La comunione che esiste tra noi, membra della Chiesa, si fonda sulla comunione tra Gesù e la Chiesa ed è dono di Dio.
In questo modo, anche la nostra fraternità non può essere ridotta a un’associazione culturale, perché è Dio stesso che ci mette insieme, per camminare sulla via della santità.
L’azione di Dio, nella costruzione della fraternità, è sostenuta anche da papa Benedetto XVI che afferma: «Questa fraternità, gli uomini potranno mai ottenerla da soli? La società sempre più globalizzata ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. La ragione, da sola, è in grado di cogliere l’uguaglianza tra gli uomini e di stabilire una convivenza civica tra loro, ma non riesce a fondare la fraternità. Questa ha origine da una vocazione trascendente di Dio Padre, che ci ha amati per primo, insegnandoci per mezzo del Figlio che cosa sia la carità fraterna». (Caritas in Veritate, 19)
La comunione nasce dal fatto che il Padre ci ha creato dall’inizio: corpo, anima e Grazia. Col peccato abbiamo perso la comunione con la vita divina che, con Gesù, abbiamo avuto l’opportunità di riconquistare.

Infatti, «a quanti l’hanno accolto – afferma l’apostolo Giovanni nel suo prologo – ha dato potere di diventare figli di Dio» (cfr. Gv 1,12), mediante il dono dello Spirito Santo che abbiamo ricevuto grazie al sangue versato da Gesù sulla croce.
Infatti, l’apostolo Paolo, quando scrive agli Efesini, dice: «in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui, infatti, è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo e ha abbattuto il muro di separazione abolendo nel suo corpo terreno la causa dell’inimicizia, … per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo facendo la pace; e per riconciliarli tutti e due con Dio in un corpo unico mediante la sua croce, sulla quale fece morire la loro inimicizia. Con la sua venuta ha annunciato la pace a voi che eravate lontani e la pace a quelli che erano vicini; perché per mezzo di lui gli uni e gli altri abbiamo accesso al Padre in un medesimo Spirito» (Ef 2, 13-18).
Sull’esempio di Gesù, anche noi, se vogliamo la comunione tra i popoli, dobbiamo salire sulla croce, come ci insegna il nostro Serafico Padre S. Francesco.
Infatti, in una sua visita su La Verna, papa Giovanni Paolo II affermava che l’Ordine dei frati minori nasceva nel momento in cui Francesco riceveva le sacre stimmate, a imitazione di Gesù che realizzò la comunione tra i popoli, salendo sulla croce.
Francesco, come Gesù [«Ho fatto conoscere il tuo nome agli uomini che mi hai dato dal mondo. Erano tuoi e li hai dati a me» (Gv 17, 6)], considerava un dono i fratelli che il Signore gli aveva dato (cfr. FF. 116) e insegna a noi a fare altrettanto.
Ogni membro della fraternità, quindi, è dono l’uno per l’altro e, quando manca un fratello, essa è meno ricca, perché la fraternità perfetta, come ci insegna Francesco (cfr. FF. 1782), è l’insieme dei doni di ciascuno, nessuno escluso.
Il nostro atteggiamento nei confronti del fratello, quindi, deve essere, innanzitutto, di accoglienza, perché è un dono del Signore e, poiché tale, deve essere valorizzato e aiutato a crescere.
Perché la Fraternità cresca nella comunione, devono esserci compresenza, corresponsabilità e complementarietà, a imitazione delle prime comunità cristiane.
Gli Atti degli Apostoli, nel descrivere i primi cristiani, riportano che «Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli» (At 2,42) che, nella Fraternità, sono rappresentati dal ministro che deve prepararsi a guidarla, nello spirito della Regola.
La Regola è la sintesi del Vangelo [Francesco chiamava la sua Regola “il midollo del Vangelo”] e se i ministri riescono a farne vivere la sostanza, tutta la Fraternità cresce nella comunione a Dio e ai fratelli.
Il fondamento della comunione in Fraternità è la vita sacramentale, perché, prima dell’unità col fratello, è necessario ricercare la comunione con Gesù.
Oltre alla vita sacramentale, la preghiera, operata attraverso lo Spirito Santo, è, per il francescano secolare, la via preferenziale, per vivere in armonia con Gesù, diventando “l’anima del proprio essere e del proprio operare” (Reg. 8).
La preghiera richiede, soprattutto, un atteggiamento di ascolto, perché solo accogliendo la Parola nel nostro cuore, per opera dello Spirito Santo, possiamo stabilire la comunione col Signore e vivere secondo la sua e non la nostra volontà.
Dalla comunione col Padre, poi, ha origine l’armonia col fratello, soprattutto con quello spirituale e, ancor di più con l’ammalato, come ci narrano le fonti: «E ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? E se uno di essi cadrà malato, gli altri frati lo devono servire come vorrebbero essere serviti essi stessi». (FF. 91-92)
All’intervento di p. Lino, ha fatto seguito un breve dibattito che ha coinvolto l’intera assemblea, nel quale sono stati messi in risalto i punti salienti della riflessione.
L’incontro si è terminato con la preghiera e con un momento fraterno, organizzato dalla fraternità locale.

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IL LAVORO, SERVIZIO A DIO E AL PROSSIMO. 2° incontro della Zona di Avellino

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Nel pomeriggio di sabato 22 gennaio, nella sede della Fraternità Ofs di Avellino – Roseto – si è svolto il 2° incontro zonale dell’Ordine Francescano Secolare della Zona Interdiocesana di Avellino, a cui hanno preso parte [nonostante le condizioni meteorologiche proibitive a causa della neve] le fraternità di: Avellino [Roseto], Avellino [Cuore Immacolato], Atripalda, Serino, Lioni e Mercogliano, per un totale di 50 partecipanti.
Sono intervenuti, inoltre, gli assistenti delle fraternità di Avellino [Roseto] e Lioni e il Delegato di Macro Zona, Domenico Fiore.
In quest’appuntamento ci è stata offerta la possibilità di approfondire un tema attinente ad uno degli ambiti principali in cui siamo chiamati a testimoniare Cristo: nel compimento del nostro lavoro quotidiano che “è non solo mezzo di sostentamento, ma anche occasione di servizio a dio e al prossimo e via per sviluppare la propria personalità, tenendo conto che, per S. Francesco, il lavoro è dono e lavorare è grazia … e lo svago e la ricreazione sono necessari allo sviluppo della persona” (Cfr. CC.GG. 211-2).
Lo sviluppo del tema “Il lavoro, servizio a Dio e al prossimo” è stato affidato a Battistina Costigliola, della fraternità Ofs di Pozzuoli.
Battistina ha messo in rilievo che il tema del lavoro, attualissimo nella contingente situazione economica e sociale, non solo è contenuto nell’art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana (“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”) e nell’art.4 (“La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo tale diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società
”), ma appartiene anche alle divulgazioni del Magistero della Chiesa, a partire dalla “Rerum novarum”, di Leone XIII, alla “Gaudium et spes”, costituzione pastorale del Concilio Vaticano II, alla “Laborem exercens”, di Giovanni Paolo II.
In particolare, Battistina si è soffermata sugli artt. 67 – 72 della G. S.: “Con il lavoro l’uomo comunica con gli altri e rende servizio agli uomini, collabora con la propria attività al completamento della divina creazione … Offrendo a Dio il proprio lavoro si associa all’opera stessa redentiva di Cristo (Reg.16), il quale ha conferito al lavoro un’elevatissima dignità, lavorando con le proprie mani a Nazareth … I cristiani, che hanno parte attiva nello sviluppo economico – sociale contemporaneo e propugnano la giustizia e la carità …, acquisite la competenza e la professionalità indispensabili, rimangano fedeli a Cristo e al suo Vangelo, cosicché tutta la loro vita individuale e sociale sia compenetrata dallo spirito delle Beatitudini, specialmente dello spirito di povertà”.
Il lavoro è grazia: in esso manifestiamo e valorizziamo i doni ricevuti dal Signore, accolti in letizia e vissuti con riconoscenza a servizio della comunità. Nello spirito delle Beatitudini, siamo chiamati ad essere testimoni di Cristo e interpreti del nostro tempo, costruendone la storia, con intenti di pacificazione.
A conclusione dell’incontro, alcuni fratelli e sorelle sono intervenuti, in relazione alle proprie esperienze lavorative; poi la preghiera finale, affinché possiamo, anche attraverso il lavoro, comunicare agli uomini il Risorto e seminare speranza, perché la speranza ha il volto di Cristo risorto, è l’esperienza sconvolgente di trasfigurazione che la risurrezione di Gesù ha seminato nel grembo della storia.

Maria Pia De Matteis De Rogatis

scarica lo schema della relazione




1° Incontro della zona Interdiocesana di Avellino

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Il giorno 6 novembre 2010, presso il convento dei frati minori conventuali di Montella, S. Francesco a Folloni, si è tenuto il primo incontro della zona interdiocesana di Avellino che ha avuto per tema: “La Famiglia, primo spazio per l’impegno sociale“.
L’argomento è stato sviluppato grazie al contributo di Anna e Alfonso Pepe (coppia responsabile, nella Diocesi di Avellino, della Pastorale per la Famiglia e la Vita) e di Marisa e Michele Criscuoli anche loro impegnati nella Pastorale familiare di Avellino.
L’incontro ha avuto inizio alle 16,45, con i saluti: del delegato di micro-zona che ha presentato il programma dell’incontro, di p. Agnello Stoia, assistente della fraternità Ofs locale e di Domenico Fiore, consigliere regionale Ofs, delegato di Macro-zona.
Dopo la parte introduttiva, l’assemblea si è raccolta in preghiera, seguendo lo schema proposto dalla fraternità di Volturara Irpina.Al termine della preghiera, Marco Mattera che ha collaborato col delegato di micro-zona, nella fase preparatoria all’incontro, ha presentato, all’assemblea, le due coppie nominate in precedenza, con cui collabora nell’ambito della Pastorale familiare.
Il primo intervento è stato quello di Marisa e Michele Criscuoli che si sono soffermati sull’entità-famiglia e sui suoi valori fondanti.
A tal proposito hanno portato la loro esperienza di coppia animatrice dei percorsi per i nubendi, nella parrocchia del Duomo di Avellino, sottolineando: da una parte la libera volontà dei coniugi di unirsi in matrimonio, dall’altra l’indissolubilità del sacramento. Nel loro percorso ci hanno mostrato di come la famiglia nei secoli si sia evoluta come cellula fondante della società.
Molto coinvolgente anche l’intervento dei coniugi Pepe che hanno presentato con umiltà ed entusiasmo la propria esperienza personale di famiglia fortemente impegnata nel sociale. Partendo dalle prime esperienze di giovani fidanzati impegnati nel recupero dei bambini di strada, quelli che nel periodo del terremoto erano abbandonati dalle famiglie d’origine, a vagabondare per le strade del loro quartiere. Le scelte, col passare degli anni sono diventate più mature e profonde decidendo di creare una delle prime “casa-famiglia” sul territorio avellinese, coinvolgendo in tale progetto anche i propri figli. Un forte impegno, ostacolato a volte da difficoltà, che li ha visti dare una forte spinta ad un rinnovamento del tessuto sociale. Nel terminare il loro intervento Alfonso ha invitato i francescani con la loro spiritualità ad essere maggiormente presenti ed attivi nel cammino pastorale delle proprie diocesi di appartenenza.
Al termine degli interventi, i 73 presenti, hanno manifestato tutto il loro apprezzamento ed entusiasmo per la testimonianza delle due coppie; entusiasmo che, ce lo auguriamo, ha lasciato spazio, in ciascuno dei partecipanti, la volontà di diventare protagonisti nella costruzione della società di oggi, dove, domani, vivranno i nostri figli.
Degna conclusione dell’incontro, intorno alle ore 19,00, è stato il momento fraterno, gentilmente offerto dalla fraternità Ofs di Montella.

N.B. Mi scuso con quanti sono interessati a conoscere, un po’ più a fondo, i contenuti dell’incontro, ma, purtroppo, fino ad oggi, non ho ricevuto la relazione che avevo richiesta, perciò, pur di lasciare un segno di quanto accaduto, ho dovuto, grazie alla collaborazione dei “soliti amici”, scavare nei ricordi che, con l’età, purtroppo, diventano sempre più difficili da trattenere …
Però, se qualcuno è stato colpito da altri aspetti che qui non sono stati accennati, può riportarli come commento all’articolo e condividerli con gli altri. Grazie. Pace e Bene. Ciro.




1° Incontro zonale per Formandi – Mercogliano

È iniziato, anche quest’anno, il mini-percorso di formazione dedicato a coloro che, presso le fraternità locali, stanno svolgendo il proprio percorso di avvicinamento all’Ordine Francescano Secolare.La formula utilizzata è stata la stessa adottata nello scorso anno sociale, in cui la Zona Interdiocesana di Avellino è stata suddivisa in due sotto-zone [in base alla presenza, nelle fraternità, di Formandi e Iniziandi], per ridurre al minimo gli spostamenti e, quindi, favorire la partecipazione.
La prima tappa di questo percorso ha preso il via lo scorso 4 dicembre 2010 e ha avuto come tema:

L’AZIONE DELLO SPIRITO SANTO NELLA CHIESA E NELLA VITA DEL CRISTIANO
La vocazione all’Ofs: chiamata dello Spirito alla sua missione.

Le sedi, presso cui si sono tenuti gli incontri, sono state: Mercogliano e Volturara Irpina.
Incontro di Mercogliano
La riunione di Mercogliano che si è tenuta presso l’asilo delle suore salesiane “G. Santangelo”, ha avuto inizio alle 16,30 circa e ha visto la partecipazione delle fraternità di: Mercogliano e Avellino (Cuore Immacolato), per un totale di 16 presenti.
Il tema della giornata è stato presentato da Maria De Matteis, della fraternità Ofs di Avellino Roseto che, anche quest’anno, ha dato la sua disponibilità a collaborare con l’equipe zonale.
L’incontro è stato aperto con un’invocazione allo Spirito Santo che ha subito focalizzato l’attenzione sull’argomento della discussione.
È stato commentato il brano tratto dagli Atti degli Apostoli (cap. 2), in cui l’evangelista Luca narrava la discesa dello Spirito Santo su Maria e gli Apostoli, riuniti nel cenacolo.
A questo passo è stato accostato l’episodio, narrato nell’Esodo (cap. 3), in cui Jahweh si manifesta a Mosè, sul monte Oreb.
Dall’analisi dei suddetti brani, è stato messo in risalto un elemento comune: come dall’incontro tra Mosè e Jahweh, nasce un popolo nuovo [il popolo di Israele, col quale Dio stringe la sua alleanza], così, la discesa dello Spirito Santo, su Maria e gli Apostoli, da’ vita ad un nuovo popolo [il popolo cristiano], con cui Dio stringe una nuova alleanza, ottenuta grazie al sacrificio di Gesù.
Lo Spirito Santo, terza persona della Trinità, con la sua azione, pervade la storia dell’uomo, dalla sua nascita [“allora il Signore Dio plasmò l’uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente” – Gen 2,7], alla sua fine [come si evince dal Credo].
Lo Spirito Santo agisce nella storia dell’uomo, per aiutarlo a realizzare i progetti che Dio ha su di lui; ci sono tanti episodi nella Bibbia, in cui è narrata l’azione dello Spirito, ma, certamente, quello più significativo è l’annuncio del concepimento di Gesù [Figlio di Dio], alla vergine Maria [una semplice ragazzina].
Lo Spirito Santo, dono che riceviamo col Battesimo, è il sacramento che da’ origine alla vita di fede.
Esso esisteva già, prima della venuta di Gesù ed era un’abluzione [fatta solo con acqua] che simboleggiava la conversione del fedele.
Gesù stesso riceve il battesimo di Giovanni e, in questa circostanza, lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, scende su di Lui.
Così, da quel momento, il Battesimo, amministrato con acqua e Spirito, rappresenta la rinascita dell’uomo a vita nuova.
Tutti coloro che erano battezzati [la prima comunità] vivevano insieme, condividendo i loro beni (At 4,32) e questo è il modello di comunità che Dio ci propone di imitare.
I nuovi battezzati non si chiamavano ancora “cristiani”, termine che fu utilizzato, per la prima volta, ad Antiochia, né la parola “Chiesa” era utilizzata fin dagli inizi.
Possiamo dire che la prima Chiesa ha origine con la chiamata di Gesù agli apostoli e, secondo alcuni studiosi, ancor prima, con l’incarnazione di Gesù nel ventre di Maria che è la primizia della Chiesa.
Con la Pentecoste si apre uno spartiacque tra quanto era accaduto prima e dopo la venuta di Gesù; la nuova religione si diffonde sempre di più e questo anche grazie al sacrificio umano dei tanti martiri, sempre sostenuti dalla forza dello Spirito Santo.
Questo nuovo tempo è detto “tempo della Chiesa” che agisce per trasmettere la fede all’uomo, grazie allo Spirito Santo.
In questo modo, lo Spirito santo, trasmesso alla Chiesa con la Pentecoste, deve essere trasmesso dalla Chiesa ad ogni uomo, con il Battesimo, fino alla fine dei tempi.
Lo Spirito, quindi, è come quel talento che tutti abbiamo ricevuto e che dobbiamo mettere a disposizione degli altri e non tenere per noi stessi.
L’incontro si conclude, alle 18,00, con il saluto e gli auguri del delegato di zona e con un momento di agape fraterna, offerto dalla fraternità locale.




1° Incontro Zonale per Formandi – Comunicazione

Carissimi, dopo il primo incontro zonale [del quale siamo ancora in attesa dell’articolo], dello scorso 6 novembre, siamo pronti per il secondo appuntamento zonale che, questa volta, è destinato solo a Formandi e Iniziandi delle nostre fraternità. Leggi la circolare.
L’invito, rivolto a tutti i ministri locali, è di esortare gli interessati a partecipare con entusiasmo a quest’appuntamento, per una più ampia esperienza di fraternità.




Professione di don Luca Basso




Convegno Ofs Avellino [Roseto] – Montecalvo Irpino, 19-22 agosto 2010

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“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” è il tema su cui l’ OFS di Avellino (fraternità Roseto)  ha riflettuto nel Campo-scuola tenutosi a Montecalvo dal 19 al 22 agosto 2010.
Nella serenità e nella quiete dell’Oasi Mariana le relazioni e le riflessioni tenute da P. Innocenzo Massaro, P. Ciro Polverino e P. Gianluca Manganelli ci hanno guidato in un percorso volto a riscoprire i tanti doni che abbiamo ricevuto da Dio, in particolare quello della fraternità, per sentire sempre più forte la necessità, il bisogno di restituire il tanto che abbiamo ricevuto attraverso la nostra disponibilità,  personale e comunitaria,  ad accogliere il progetto di Dio su di noi.Le dinamiche di gruppo pomeridiane, che hanno sostituito i più classici “gruppi di studio”, ci hanno permesso di approfondire in modo attivo e partecipato  i temi trattati  al mattino, senza gli inutili appesantimenti e gli imbarazzanti lunghi silenzi che tutte le fraternità hanno spesso sperimentato in queste occasioni. Grazie per questo al Consiglio ed all’equipe di formazione, che ha dato prova non solo di impegno ma anche di creatività.
Per una fraternità composta in buona parte da famiglie con bambini, bello e significativo è stato il coinvolgimento dei più piccoli in percorsi paralleli sugli stessi temi trattati dai relatori di turno, attraverso attività operative che si sono poi concluse con un momento di incontro-confronto tra il lavoro svolto dal gruppo degli adulti e quello dei bambini: ed è capitato che le riflessioni e le ‘intuizioni’ dei piccoli  fossero a volte anche più pertinenti  o profonde delle nostre…
Le giornate sono state scandite dalla preghiera (Lodi, Angelus, incontri di preghiera pomeridiani, preghiera della notte) ma caratterizzate anche da momenti di distensione (merende, animazione serale) e non è mancata la passeggiata serale per il paese.
Come dimenticare poi Antonio, cuoco della Mensa dei Poveri di Avellino, che, per tener fede al tema del campo, insieme a sua moglie gratuitamente ha prestato la sua opera in questi quattro giorni, deliziandoci con la sua abilità culinaria? Grazie!
Una ricchezza in più ci è venuta dalla partecipazione al Campo di due membri della fraternità OFS “Cuore Immacolato di Maria”, i nostri carissimi amici Roberta e Alfredo, a testimonianza di un sempre più saldo e convinto spirito unitario.
Ancora una volta, insomma, il Campo-scuola si è rivelato essere un’esperienza che, andando aldilà della semplice “formazione”, ci ha fatto vivere la dimensione più autentica della “famiglia”, donandoci la possibilità di pregare, lavorare, studiare, giocare, condividere gioie e dolori, sperimentare infine la fraternità.
A noi ora il compito di restituire quanto abbiamo ricevuto.
Gratuitamente.

Maria Urciuoli