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IL VOLTO DELLA MISERICORDIA

padre scognamiglioIl Capitolo Fraterno del 24 gennaio 2016 è stato uno speciale appuntamento inserito nel percorso del Giubileo straordinario che la Chiesa Universale sta celebrando, in tale contesto è intervenuto fr. Edoardo Scognamiglio – Ministro Provinciale della Provincia napoletana dei Frati Minori Conventuali – sul tema del Perdono e della Misericordia.
La sua riflessione ha riguardato innanzitutto il significato di Giubileo, per il quale mette in risalto alcuni pericoli.
Il primo pericolo del giubileo è il buonismo: si rischia di perdonare tutto senza dare un volto al male.
Il secondo grande pericolo è ridurre il giubileo ad una celebrazione: abbiamo aperto tante porte fino ad oggi, ma rischiamo di lasciare chiusa la porta del nostro cuore. Samo chiamati a fare un’esperienza vera di misericordia, a partire dalle nostre fraternità, e non limitata ad una particolare celebrazione.
È necessario riscoprire il valore della misericordia: Gesù Cristo è il Volto della misericordia del Padre, dice Papa Francesco nella bolla di indizione del giubileo. Dobbiamo quindi innamorarci innanzitutto del Volto di Cristo, per essere uomini di misericordia. Gesù non ha una missione da compiere: è la missione del Padre. La sua presenza in mezzo a noi è la misericordia del Padre. La misericordia vive di gratuità dell’amore di Dio. Senza la gratuità non c’è esperienza vera di misericordia.
Nella parabola del Padre misericordioso non si converte nessuno, lo scandalo della parabola sta nel fatto che il Padre gratuitamente accoglie il figlio che si è allontanato, non perché il figlio si sia pentito. Lo scandalo di questa parabola è che Dio ci viene incontro senza nemmeno sapere se il figlio si è convertito. In questa parabola noi siamo il figlio maggiore, cioè quello fedele che ha fatto sempre tutto, ma vive senza la gioia.
Il centro della parabola è che l’amore di Dio è gratuito. Anche Francesco lo aveva capito quando diceva: “L’amore non è amato”. Solo il Signore può aiutarci a compiere un cammino di perdono. Il perdono è un atto mistico. Alla fine della sua vita Francesco fa un’esperienza mistica di Gesù e vede così i suoi fratelli come un dono, nonostante le tante sofferenze che gli provocano.
Nella parabola del Padre misericordioso, Gesù esaspera alcune situazioni per creare un contrasto tra un fatto vero e uno finto, in modo che i presenti possano scegliere se stare dalla parte di Dio o degli uomini.
Noi ci siamo creati una falsa immagine di Dio. Crediamo che Dio ci perdoni per le opere che compiamo in quest’anno della misericordia, ma il giubileo dura tutta la vita.
Abbiamo anche una falsa immagine della famiglia e della fraternità. Una famiglia è perfetta quando c’è il confronto e si fa esperienza di perdono. Sono sante quelle fraternità quei luoghi dove abbonda il peccato, ma sovrabbonda la Grazia, il perdono.
Riguardo la shoah, qualcuno ci dice che noi non abbiamo il diritto di perdonare un bel niente, nel nome di chi non c’è più. Questa tesi vuole dire che il male è il male: No al buonismo. Se dobbiamo perdonare dobbiamo perdonare l’imperdonabile: il male subito. Dobbiamo fare un percorso di conversione davanti ad un torto subito. Il primo elemento da riconoscere è il male subito, un male che mi ha tolto qualcosa che non mi sarà più restituita. La prima cosa è accettare il male, il secondo elemento è condividere questo male, poi pregare per questo male e solo alla fine perdonare il male subito. Gesù sulla croce si è trovato davanti al male dell’umanità, Cristo porterà sempre nella sua carne i segni del male dell’umanità.
Se la mia vita è ancorata in Cristo, io potrò perdonare, altrimenti non posso perdonare.
La spiritualità del perdono è un cammino di conversione e guarigione. Quando diventeremo misericordiosi come il Padre noi saremo trasformati, anche se l’altro continuerà a peccare. Nel discorso della montagna l’evangelista ci dice che noi saremo perfetti come perfetto è il Padre nostro che è nei cieli.
Come realizzare una spiritualità del perdono nelle nostre fraternità? Soprattutto attraverso la preghiera, perché dobbiamo essere radicati in Cristo. Il bene non è banale, il male nella Bibbia è paragonato alle ombre e alle tenebre, ma queste sono inconsistenti, passano in un attimo. Vivere la misericordia significa che la nostra vita è orientata verso la luce. Dobbiamo custodire il fratello nel bene.
Noi non ci possiamo chiedere se l’altro si è pentito o meno, perché noi siamo chiamati ad essere misericordiosi come il Padre. Dobbiamo metterci nell’ottica di Gesù e non del fariseo.
Il perdono non è un atto umano, ma divino.
La parabola, in greco, significa l’accostamento di due realtà. La parabola ha una funzione di uncino, per gettare un ponte tra il nostro mondo e quello di Dio. Gesù parte sempre da un fatto vero e da uno inventato. Nella parabola del Padre misericordioso non si parla di conversione. Il Padre aspetta sull’uscio della porta, già sta aspettando il ritorno del figlio, senza sapere se il figlio si è convertito.
Fr. Edoardo conclude il suo intervento suggerendo a tutti i presenti di approfondire, in quest’anno della Misericordia, il tema della GRATUITÀ.




PROMESSA REGIONALE ARALDINI 2015




FESTIVAL FRANCESCANO 2015

Dal 25 al 27 settembre 2015 si è svolto a Bologna il Festival Francescano che nasce come iniziativa del Movimento Francescano dell’Emilia Romagna, per diventare, poi, un appuntamento di confronto, condivisione, approfondimento, di tutto l’Ordine Francescano Secolare e Gioventù Francescana d’Italia.
Il tema del Festival è stato: “Sorella Terra“, per approfondire una delle tematiche fondamentali del nostro tempo, oggetto di studio da un lato, per cercare tecnologie sempre meno inquinanti e sostituire quelle esistenti, e di riflessione dall’altro (come l’enciclica di papa Francesco “Laudato Sii”) che sono orientate alla sensibilizzazione e alla proposta di nuovi stili di vita, più rispettosi della nostra madre terra, ma anche di chi ci sarà dopo di noi.
L’organizzazione prevedeva varie conferenze, dibattiti, spettacoli, attività per bambini, ecc. con la presenza anche di personaggi di rilievo come: Massimo Cacciari, Alex Zanotelli, Pupi Avati, Paolo Curtaz…
I vari appuntamenti si svolgevano in luoghi diversi e anche in momenti diversi della giornata. Il centro del festival erano, però, le piazze Maggiore e del Nettuno, dove erano ubicati vari stand e un’ampia platea, per le principali manifestazioni.
All’interno del Festival Francescano 2015 si è tenuto il CAPITOLO DELLE STUOIE. dell’Ordine Francescao Secolare, momento d’incontro di tutta la fraternità nazionale che nel pomeriggio del 26, di fronte alla basilica di S. Petronio, si è ritrovata per celebrare la liturgia del mandato missionario.
La liturgia è stata presieduta da Mons. Rino Fisichella – Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione – che ha fatto una profonda riflessione sulla parabola del “Padre Misericordioso” (nel video è riportato l’intervento di Mons. Fisichella).
Il tema della missione che vedrà protagoniste tutte le fraternità dell’Ofs d’Italia è: PER-DONO, in linea con l’Anno Santo della misericordia, proclamato da papa Francesco, ma anche con la ricorrenza dell’ottocentesimo anniversario del Perdono di Assisi.
Alla fine della celebrazione i ministri regionali presenti hanno ricevuto dal ministro nazionale – Remo Di Pinto – il mandato missionario e, a loro volta, dovranno condividerlo con i ministri delle varie fraternità locali.
La domenica mattina, alle ore 10 – con diretta su retequattro – abbiamo tutti partecipato alla Santa Messa celebrata dall’arcivescovo di Bologna, nella basilica di San Petronio, per l’occasione gremita di francescani.
Le cose che vi ho raccontato sopra sono solo un accenno a quello che è stato organizzato e vissuto in questi giorni e, certamente, nel prossimo futuro saranno pubblicati degli atti che descriveranno in modo più dettagliato come è stato vissuta l’edizione 2015 del Festival Francescano. Il mio era solo un modo per trasmetere un’esperienza e far venire la voglia di approfondire.
Le mie considerazioni?
E’ stata una manifestazione bella da vivere, sicuramente meno bella da organizzare!
Mi sembrava di partecipare ad una piccola GMG, per il fatto che c’erano queste conferenze itineranti e c’era un’atmosfera di festa e di gioia in tutta la piazza.
Un’occasione in più per uscire dal proprio guscio per confrontarsi con una realtà che cammina, per stare al passo dei tempi e per non deludere le attese di chi conta ancora sulle nostre spalle, per sorreggerla nella lotta al relativismo e all’assenza di valori.

Ciro d’Argenio




«GRATUITAMENTE AVETE RICEVUTO, GRATUITAMENTE DATE»(Mt 10,8)

Il servizio in fraternitàQuando ho conosciuto la fraternità della Gioventù Francescana, avevo vent’anni. A quell’età non c’è nulla che possa scalfire la tua voglia di vivere, fatta eccezione per gli sbalzi di umore dovuti a un saluto non ricambiato o alla sconfitta della propria squadra del cuore; a malapena affiorava qualche preoccupazione per la scuola, ma se affiorava, era passeggera.
In questo tempo di spensieratezza, come dicevo all’inizio, ho incontrato la fraternità che mi ha dato un punto di vista diverso sulla vita, mostrandomi, così, una nuova prospettiva.
Non che, d’improvviso, avessi perso la spensieratezza, ma avevo assaporato una gioia nuova, spesso ingiustificata e, soprattutto, non determinata dalle cose effimere di cui ci si accontenta a quell’età.
In quel “nuovo” gruppo stavo bene, non solo per le nuove amicizie, ma anche perché mi dava l’opportunità di migliorare il mio rapporto con la fede, a dir poco superficiale.
Negli anni dei corsi di formazione, grazie alla fraternità, ho consolidato la mia vocazione e, così, mi sono caricato sulle spalle la mia vita e ho iniziato a percorrere la strada della Famiglia Francescana.
Nonostante il mio cammino vocazionale fosse solo agli inizi, sono stato chiamato a svolgere il servizio di vicepresidente e poi di presidente.
Il mio motto era: «Gratuitamente hai ricevuto, gratuitamente dai». Sentivo che la Fraternità mi aveva già dato tanto, anche se ero agli inizi del mio cammino, ed era giusto ripagarla almeno con la mia disponibilità a “servirla”.
Queste esperienze hanno fatto maturare la mia fede, pur lasciando intatta la poca fiducia nei miei mezzi e la consapevolezza che non avevo nulla di speciale da offrire.
Era il tempo dell’università, ma gli impegni dovuti al mio servizio in fraternità non erano una perdita di tempo (perdonatemi il gioco di parole). Ho imparato a ottimizzare i tempi, a organizzare la mia vita dando più spazio alle cose che contavano di più e riducendo all’osso quelle che, alla fine, erano poco importanti.
Chi legge quello che ho scritto finora potrebbe pensare che il mio servizio in fraternità sia stato sempre rose e fiori, ma non è stato così. Ci sono stati i momenti di smarrimento, di delusione e la voglia di mandare tutto all’aria era sempre dietro l’angolo.
Nonostante le mie lamentazioni, però, alla fine di ogni esperienza mi sono ritrovato sempre più arricchito allora, più che gratuitamente dare, ho continuato a ricevere, cosicché il mio debito aumentava sempre più.
Poi sono “cresciuto”, dalla Gioventù Francescana all’Ordine Francescano Secolare il passaggio è stato naturale e, devo dire, anche indolore.
Certo il modo di vivere la fraternità non era lo stesso, ma a me andava bene così, anche perché la mia vita stava cambiando ed era giusto modificare anche l’approccio alla mia vocazione. Si passava dall’inseguire il sogno della fraternità perfetta, all’impegno di rendere concreta la propria fede nella famiglia, nel lavoro, nel sociale.
Grazie a Dio il lavoro non è tardato a venire e, con il lavoro, anche la famiglia che il Signore ha voluto impreziosire con quattro gemme.
La mia vita è completamente cambiata, ma l’impegno in fraternità no! Anche nell’Ofs sono stato chiamato a ricoprire vari ruoli: da consigliere a ministro e per finire viceministro, nella fraternità locale, a coordinatore, delegato di zona e consigliere, in quella regionale.
A differenza di quando ero in GiFra, però, organizzarmi per vivere al meglio il mio servizio, non è stato sempre facile.
Con i bambini piccoli (ora sono raggruppati in un intervallo che va dai sei ai dodici anni) mi sentivo in colpa nel lasciare Natalia (mia moglie) a casa da sola a sbrigare le faccende domestiche, ma non avevo altra scelta.
In tutto il mio percorso di fede avevo maturato delle convinzioni e una di queste era che non si poteva rifiutare una chiamata del Signore, salvo che non ci fossero state delle motivazioni valide oggettive (per intenderci non i soliti: non mi sento pronto, non ho tempo, non sono all’altezza …), altrimenti non avrei fatto quello che ho fatto.
E poi c’è quel passo del Vangelo di Marco (10,28-31) dove Gesù, rispondendo a Pietro che gli aveva fatto notare come loro avessero lasciato tutto per seguirlo, dice:
«In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto …».
Non c’erano scuse che reggevano: ero capace di inventarle e demolirle io stesso, in pochi minuti. Ero consapevole che se il Signore mi avesse scelto a svolgere un qualunque servizio, alla fine avrei dovuto solo ringraziarlo perché, ancora una volta, sarebbe stato Lui a donare a me qualcosa: imparare a fare spazio, a donarmi, ad avere fiducia in me.
Oggi è giusto un mese (25 aprile 2015) che sono stato chiamato a svolgere il servizio di consigliere regionale nella fraternità Ofs della Campania e sono immensamente grato al Signore, perché, dopo tutti questi anni, mi ha dimostrato di avere ancora fiducia in me.
Sono consapevole che sarà una sfida ai limiti del possibile, per come sono fatto io, per il tempo che amo dedicare alla mia famiglia, per tante cose, ma sono qui pronto a dare il mio tempo, le mie braccia, le mie gambe, il resto lo metterà Lui e, se Lo lascerò fare, sarà ancora una volta un’avventura meravigliosa!

Ciro




FESTA REGIONALE GI.FRA. DI CAMPANIA E BASILICATA

FESTA REGIONALE GI.FRA. DI CAMPANIA E BASILICATA. Venerdì 1 maggio 2015, mentre circa settecentomila giovani si apprestavano a partecipare all’ormai consueto “concertone” di piazza San Giovanni a Roma e poche centinaia di black bloc mettevano a ferro e fuoco la città di Milano, in occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015, settecentocinquanta giovani, zaino in spalla e tanto entusiasmo, celebravano la Festa Regionale della Gi.Fra. di Campania e Basilicata.
Una considerazione sorge subito spontanea: più preoccupato per il fenomeno della protesta che giustifica ogni violenza, o più fiducioso di un “pugno di sale” che ben presto si scontrerà con la realtà del mondo reale cui è chiamato a “dare sapore”?
Io, scelgo la seconda. Voglio vivere nella speranza che, come succede in quei film che ti commuovono, il bene possa averla vinta sul male.
Passiamo, però, al racconto della giornata.
La fraternità della Gioventù Francescana di Campania e Basilicata s’incontrava a Pompei, per vivere una giornata di festa.
Io, con tutta la mia famigliola (che grande gioia!), in rappresentanza del Consiglio Regionale Ofs, ho partecipato con piacere a questo momento di festa e riflessione.
Quando sono arrivato a Pompei, i ragazzi stavano ballando e cantando nel giardino, alle spalle del Santuario e l’atmosfera è stata travolgente fin dal primo momento.

Chiaramente non conoscevo nessuno, se non i ragazzi di Avellino, ma era come se li conoscessi tutti, perché siamo, comunque, un’unica famiglia.
Dopo il momento di festa che si è tenuto all’aperto, anche per attendere quelle fraternità che arrivavano da più lontano, tutti ci siamo spostati all’interno della sala convegni, per riflettere sulla nostra vocazione.
Il momento è stato un po’ particolare. L’occasione è stata utile, oltre che per riflettere sulla mia vocazione, anche per fare alcune considerazioni sulle metodologie adottate negli incontri GiFra dei miei tempi e quelle di oggi.
Ricordo quando qualche gifrina formulava l’ipotesi di drammatizzare un episodio della vita di san Francesco e tutti noi la mangiavamo con lo sguardo: altri tempi!
Comunque fra Pietro e Cirillo hanno fatto una bella riflessione, a due voci, sulla vocazione di Francesco: la visione a Spoleto e l’incontro col crocefisso di San Damiano.
Il tutto è stato arricchito da un balletto organizzato dalla stessa Gi.Fra.
Dopo la meditazione della giornata c’è stato il pranzo all’aperto – dove ho incontrato anche Giuditta e Americo del Consiglio Regionale – e, a seguire, giochi d’animazione, partecipati anche dai tanti frati presenti (c’è da dire che gli assistenti spirituali che accompagnano i gifrini sono molti di più, rispetto a quelli che sono presenti agli incontri dei terziari!).
Poco prima delle quattro, per evitare il traffico dei “villeggianti”, io e la mia famiglia abbiamo tolto le tende e dopo un saluto alla Madonna, ci siamo messi in viaggio per tornare a casa certamente stanchi, ma anche più ricchi di quando siamo partiti.




CAPITOLO ELETTIVO OFS CAMPANIA

CAPITOLO ELETTIVO OFS CAMPANIA.
Il 25 e 26 aprile 2015 si è celebrato, presso il “Sereno Soggiorno Salesiano” a Pacognano di Seiano, il terzo capitolo elettivo dell’Ordine Francescano Secolare della Campania.
La preparazione di questo importante appuntamento è stata curata in ogni dettaglio dal Consiglio Regionale uscente, attraverso assemblee pre-capitolari e di macro-zona che hanno avuto come leitmotiv quel “camminare verso” che implica sudore, stanchezza, sacrificio, ma anche gioia nel raggiungere la meta.
L’ultimo incontro di preparazione al Capitolo è stato l’assemblea pre-capitolare di Pompei, dell’11 aprile scorso, dove hanno partecipato circa ottanta fraternità su 135 aventi diritto al voto.
Anche in quell’occasione, alla presenza dei Consiglieri nazionali Paola Braggion e Alfonso Petrone, non sono mancate le critiche e le divisioni che non lasciavano presagire nulla di buono.
Il “cammino verso il capitolo elettivo”, intanto, era ormai giunto al traguardo, ma all’arrivo sembrava non esserci nessun premio e nemmeno uno spettatore ad accoglierci.
Avevo l’impressione che avessimo corso invano, sempre in affanno e senza nemmeno la soddisfazione finale di avercela fatta, nonostante tutto.
C’era, però, l’ultimo sforzo da compiere, lo scatto finale, dove era necessario gettare il cuore oltre l’ostacolo.
In quest’ultimo tempo mi sono, da più parti, sentito chiamato a dare anche il mio contributo, ma non avevo il coraggio di mettermi in gioco, di pronunciare il mio “si”, senza scrollarmi di dosso la paura del fallimento, consapevole di una fiducia ingiustificata posta in me.
Vivevo già in affanno la mia vocazione, come avrei potuto percorrere un cammino che richiede tanto impegno e forza interiore?
A questa domanda rispondeva l’altra parte di me, forse quella ancora sana, richiamando alla mente tutti i discorsi fatti sull’umiltà e sull’affidarsi nelle mani del Signore che sa trarre i fiori anche dalle rocce.
Comunque, tutti i discorsi che, in questo tempo, mi sono fatto, non mi hanno convinto e mi sono avvicinato alla data del capitolo, con la speranza e la fiducia nello Spirito Santo che, Lui sì, avrebbe meglio di chiunque altro saputo cosa fosse meglio per me e per la Fraternità.
L’idea di stare due giorni lontano da casa, dalla mia famiglia, mi metteva tanta tristezza, anche perché in quei giorni si sarebbe festeggiato anche l’onomastico di Marco, il mio terzogenito, ma ormai non c’era più tempo per voltarsi indietro, anche perché «Nessuno che mette mano all’aratro e poi si volge indietro è adatto per il regno di Dio» (Lc 9,62).
Pensavo che due giorni per celebrare il capitolo elettivo fossero troppi che forse si poteva concentrare il tutto in un solo giorno, anche perché, in questo modo, si sarebbe favorita anche la partecipazione di quelle fraternità poco propense agli spostamenti (figuriamoci dormire una notte fuori!). Un’altra cosa che mi contrariava era la scelta del posto, non agevole da raggiungere, soprattutto a causa del traffico, e il costo eccessivo del soggiorno: € 85 per un giorno di pensione e un pranzo!
Tutti questi stati d’animo mi hanno accompagnato fino a Pacognano, dove sono arrivato con Annamaria De Blasio (ministra della mia fraternità), Maria Urciuoli (economa della mia fraternità) e Felicia Acone (viceministra della fraternità di Montefusco).
L’arrivo era previsto alle ore 10, ma pochi sono stati puntuali, tanto che non è stato possibile sistemarci nelle camere, prima della Messa, prevista per le 11.
La celebrazione è stata presieduta da padre Roberto Francavilla, presidente di turno della CASIT, erano, invece, concelebranti, padre Francesco Mauro Del Grosso, presidente di turno della CAS Campania, – Ordine dei Frati Minori Conventuali di Napoli – e padre Florindo Amato – Ordine dei Frati Minori Conventuali di Napoli.
La santa Messa ha già iniziato a sciogliere il cuore di tutti noi, parafrasando il titolo dell’ultimo convegno regionale Araldini, “solo l’amore scioglie i cuori di ghiaccio”, e quale amore più grande di chi si è donato completamente a noi, senza riserve e, soprattutto, senza aspettarsi riconoscimenti?
Dinanzi al Signore tutte quelle nubi cominciavano ad allontanarsi dalla mia testa, lasciando il posto a un’inspiegabile e ingiustificata serenità.
Dopo la celebrazione Eucaristica non c’è stato il tempo per la presentazione del Capitolo, perché occorreva ancora completare la sistemazione nelle camere, quindi ci siamo aggiornati alle 14.30, subito dopo il pranzo (a proposito vi dico subito che i tempi sono stati molto stretti, per riuscire a fare tutto quanto era stato previsto).
Alle 14.30, ci siamo ritrovati nella sala conferenze, dove Paola Braggion, Consigliera Nazionale, ha fatto la presentazione del Capitolo elettivo.
Quando la presidente di turno ha preso la parola, erano presenti trentacinque fraternità su centotrentacinque, un vero disastro sottolineato amaramente da Paola che ha invitato il nuovo Consiglio a occuparsi proprio di tutti questi assenti.
Alla fine della presentazione il numero delle fraternità aveva superato quota 40, ma erano comunque poche.
Hanno, quindi preso la parola, prima il Ministro uscente, Michele Ortaglio, poi i responsabili delle altre attività di servizio.
Le relazioni mi sono sembrate interminabili e, a mio avviso, anche poco incisive, forse perché tante cose sono rimaste sulla carta o nelle intenzioni e, per un motivo o l’altro, non si sono realizzate completamente.
Dopo la lunga parentesi delle relazioni, sconvolgendo il programma iniziale, la presidente di turno ha dato di nuovo la parola all’assemblea, per esprimersi sul cammino svolto nell’ultimo triennio.
Io ho temuto che si riaprissero vecchie ferite, com’era già successo a Pompei, nell’ultima pre-capitolare, e invece gli interventi sono stati tutti costruttivi.
Tutti quelli che sono intervenuti hanno rilevato la necessità di rimboccarci le maniche, sporcarci le mani, riprendere il cammino ripartendo da Cristo.
Alla fine di questo momento di condivisione il clima era surreale, ci si sentiva davvero una famiglia, senza più rancori, invidie, pregiudizi, con l’unico obiettivo comune: camminare insieme.
Ormai i cuori di ghiaccio si sono completamente sciolti: è iniziato così il vero Capitolo della Fraternità che ha toccato l’apice con l’Adorazione Eucaristica del dopo cena.
Durante l’Adorazione mi viene di fare due osservazioni: la prima è che mi sbagliavo completamente sull’inutilità di celebrare il capitolo in due giornate, la seconda è che si sarebbe dovuto votare alla fine dell’Adorazione, perché quelli che sarebbero venuti all’indomani avrebbero vissuto solo l’aspetto tecnico del Capitolo, mentre avrebbero perso tutto il resto: condivisione, confronto, perdono, cammino, preghiera … FAMIGLIA!
Alla fine di questo primo giorno, stanco morto, sono andato a letto, mentre il mio compagno di stanza, Eduardo Nicotra – ministro di Ischia – almeno vent’anni più grande di me, ha fatto le ore piccole.
La mattina successiva la sveglia è suonata alle 6,15, perché alle 6,30 avevo appuntamento con Eduardo De Crescenzo (non lo scrittore) – ministro di Volla – per una camminata sulla costiera. Abbiamo camminato per circa un’ora, percorrendo 6 km ma, più della camminata, è stato bello condividere un pezzo della vita di entrambi.
Alle 7,30 siamo arrivati alla base e, dopo una doccia veloce, alle 8,00 (puntuale più che mai) sono pronto per le lodi cui ha fatto seguito la colazione.
Alle 9,30 inizia il capitolo elettivo con la lettura delle “disponibilità”. Paola Braggion sottolinea che quelle presentate sono poche per il numero di consiglieri che dovrà essere eletto e invita l’assemblea a proporre altre persone. Prima di questo, però, invita tutti a riflettere sulla necessità di scegliere non i migliori, ma quelli che si ritengono adeguati al momento che la fraternità sta attraversando, per cui ha invitato i presenti a tracciare le qualità desiderate nei rappresentanti del nuovo consiglio.
Nel frattempo il numero delle fraternità cresce di minuto in minuto, fino ad arrivare alla quota di 91 su 135.
A questo punto, Paola Braggion, invita le fraternità che non hanno vissuto tutto il percorso di avvicinamento al Capitolo elettivo, ad astenersi dal voto, come segno di responsabilità e di rispetto nei confronti della Fraternità: alla fine nessuno ha fatto suo quest’invito.
Prima di passare alle votazioni, c’è stata la relazione del presidente della GiFra – Antonio Obid – che ha posto l’accento sul lavoro che è stato fatto in questo triennio e l’importanza di condividere il cammino con l’Ordine Francescano Secolare, in quanto parte della stessa famiglia.
Prima delle elezioni tutti quelli che hanno dato la disponibilità sono chiamati a presentarsi davanti all’assemblea e già qui il mio cuore sembrava impazzito!
Finalmente sono iniziate le elezioni.
Il ministro, Antonio Nappi, è stato eletto al primo scrutinio, mentre per il viceministro, dopo un testa a testa tra Roberto Costa e Antonio Aiello, l’ha spuntata quest’ultimo al secondo scrutinio.
Abbiamo fatto la pausa pranzo e alle 14,30 abbiamo ripreso i lavori.
Ora mi sentivo un po’ teso, perché c’era l’eventualità, più volte da me rigettata, che potessi essere eletto a far parte del nuovo Consiglio Ofs della Campania.
Lo scrutinio è stato lunghissimo e alla fine ero più stanco che teso o preoccupato.
Il nuovo Consiglio alle 17,16 è stato eletto ed è così composto:
Ministro:
Antonio Nappi
Viceministro:
Antonio Aiello
Consiglieri:
Giuditta Iossa,
Roberto Costa,
Rosaria Odorino,
Americo Rossomando,
Angela Di Lauro,
Vincenzo Siciliano,
Anna Russo,
Rosario Tambelli,
Ciro d’Argenio,
Sabata Fucci.
Dopo gli auguri e le foto di rito, abbiamo celebrato la Santa Messa di ringraziamento e poi tutti a casa … dopo due ore e mezzo in macchina: ora inizia il cammino!!!




QUELLE MANICHE RIMBOCCATE

locandina convegno su p. Luigi Monaco

“QUELLE MANICHE RIMBOCCATE …” è il Convegno che l’Ordine Francescano Secolare di Avellino, in collaborazione con l’associazione “Il tutto in un frammento”, ha organizzato in memoria di p. Luigi Monaco, padre cappuccino, che si terrà ad Avellino, presso la chiesa S. Maria del Roseto, il 14 aprile 2013, alle ore 18.
Cliccando sui link in basso puoi scaricare la locandina dell’evento e il biglietto di invito, dove sono specificati i temi trattati nei vari interventi.

SCARICA IL VOLANTINO

SCARICA L’INVITO

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CIAO RITA

Rita Borriello

Lo scorso venerdì 18 gennaio 2013, sorella morte ha nuovamente visitato la Famiglia Francescana del Roseto di Avellino, portando via con sé Rita Borriello, 42 anni, sposata con Claudio e mamma di Francesca, una bambina di soli 9 anni.
Con Rita abbiamo condiviso gli anni più belli della nostra giovinezza, quando, nella Gioventù Francescana, incontri di formazione, campi scuola, momenti di preghiera erano il nostro pane quotidiano. La fraternità era la nostra seconda famiglia, ma ci passavamo molto più tempo che nella prima e per noi era una vera sofferenza quando eravamo “costretti” a non partecipare, qualunque fosse il motivo.
Di Rita ricordo in particolare il suo grande amore per la fraternità che la spingeva a essere sempre presente, per non privarsi nemmeno di un istante vissuto insieme con gli altri; ricordo la sua risata, spesso incontenibile, quanto ingiustificata, che contagiava tutti noi.
Non posso, però, fare a meno di dimenticare le sue “proverbiali” lacrime durante le mitiche condivisioni di Fraternità; tanto che al momento in cui prendeva lei la parola, qualcuno si procurava secchio e straccio, per asciugare il pavimento!
Poi siamo diventati tutti più grandi, forse troppo, tanto da perdere la spensieratezza di quei giorni, ma anche la gioia per il solo fatto di volersi bene e non desiderare null’altro che stare insieme.
Il lavoro ci aveva allontanato già da qualche tempo e quei momenti vissuti insieme erano, ormai, un ricordo lontano, ma sorella morte, in una sorta di feedback, ce li ha fanno vivere nuovamente, questa volta, però, lasciandoci un retrogusto amaro, dovuto alla consapevolezza di non ritrovarci più.
È in questi momenti che, quasi sopraffatti dal dolore, ci chiediamo chi o cosa siamo noi e qui mi piace riportare la risposta che diede un saggio a questa domanda: «Siamo la somma di tutto quello che è successo prima di noi, di tutto quello che è accaduto davanti ai nostri occhi, di tutto quello che ci è stato fatto, siamo ogni persona, ogni cosa la cui esistenza ci abbia influenzato o con la nostra esistenza abbia influenzato, siamo tutto ciò che accade dopo che non esistiamo più e ciò che non sarebbe accaduto se non fossimo mai esistiti[1].

Ciao, Rita!


[1] Dal film: Almanya




FESTA DEL ROSETO

Sabato 8 settembre, alle ore 18, nella chiesa di S. Maria del Roseto – Avellino – è stata celebrata la festa del Roseto, in occasione del 42° anniversario della sua fondazione, il primo, dopo quello tormentato dello scorso anno, senza la presenza del suo fondatore P. Innocenzo Massaro. Dopo la Celebrazione Eucaristica, il Presidente dell’Associazione “Roseto” – avv. Vincenzo Follo – ha voluto ringraziare tutti i benefattori, operatori e amici del Roseto, invitandoli ad avere ancora fiducia nella Provvidenza, così come l’aveva avuta P. Innocenzo che solo grazie alla sua fede è riuscito a realizzare questa Opera. Di seguito è riportato il saluto che il Presidente dell’Associazione ha pronunciato al termine della S. Messa:

«A questo punto, al termine della celebrazione eucaristica, è opportuno e doveroso rivolgere, a nome dell’Associazione Roseto, un affettuoso saluto ed un sincero ringraziamento a tutti i presenti che oggi prendono parte alla ricorrenza dell’otto settembre, momento tanto importante, tanto sentito dalla nostra Comunità.
Quest’anno, la ricorrenza si carica di una emozione particolare. È la prima volta che le celebrazioni dell’otto settembre avvengono senza la presenza dell’artefice primo dell’Opera Roseto.
L’amarezza per questa assenza, tuttavia, è compensata adeguatamente dalla consapevolezza che, grazie all’impegno, al sostegno di tanti amici, il progetto Roseto continua e, ciò che è più importante, continua secondo lo spirito e le linee guida del suo fondatore.Le parole di ringraziamento, pertanto, che oggi l’Associazione Roseto vi rivolge, non sono assolutamente parole o frasi di circostanza, essendo proprio il vostro sostegno che ci ha consentito di contenere e gestire al meglio, la improvvisa perdita di un punto di riferimento così importante. E’ come se la nostra Comunità, contrariamente a quanto si potesse temere, anziché smarrirsi, abbia saputo trovare nuovo vigore ed i giusti motivi di unità e compattezza, per proseguire l’Opera iniziata.
1) Tra gli amici del Roseto salutiamo e ringraziamo, innanzitutto, i tanti volontari e i benefattori che, ancora oggi, con modalità diverse, continuano a rappresentare un punto di forza ragguardevole per l’Opera.
2) La più sincera gratitudine si esprime, poi, nei confronti della Comunità Francescana di Avellino.
È grazie ai Frati Minori Cappuccini di Avellino se la nostra Chiesa continua a vivere.
È grazie ai membri del Terz’Ordine Francescano e della Gi.Fra. di Avellino se la nostra Comunità religiosa laicale, continua ad esistere ed operare.
E’ la stessa famiglia Francescana che, qualche generazione fa, ha contribuito in modo determinante alla nascita del Roseto e che ora si pone come garante, affinché l’Opera continui ad agire secondo lo spirito e gli insegnamenti di San Francesco d’Assisi.
3) Un pensiero affettuoso e di grande riconoscenza lo rivolgiamo, sicuramente, alle suore di santa Marta che attraverso la loro instancabile opera all’interno della Struttura ci aiutano ad assicurare quotidianamente tutta l’assistenza di cui necessitano gli anziani nostri ospiti, sia da un punto di vista materiale che spirituale.
4) Tanta riconoscenza va, inoltre, alla Cooperativa Teseo per la dedizione e l’impegno con cui si adopera per l’assistenza socio-sanitaria in Casa Albergo e in RSA, attraverso, il lavoro incessante dei suoi Responsabili e degli Operatori.
5) In ultimo e con un pizzico di orgoglio e di soddisfazione, saluto e ringrazio la Croce Rossa Italiana, Sezione Provinciale di Avellino per la vicinanza e per la collaborazione concessaci quest’anno, in più di un’occasione. In particolare ringraziamo le Infermiere e le allieve crocerossine che da circa un mese prestano, presso la nostra Struttura, attività di volontariato in ausilio al nostro personale infermieristico.
Una collaborazione, questa, che è solo agli inizi ma che ha già solide premesse per il futuro. E’ infatti, in itinere un progetto per cui, di qui a non molto, saranno tenuti presso la nostra Struttura i corsi di formazione delle allieve infermiere.
Se pensate che uno dei temi …. dei pensieri più ricorrenti, uno dei sogni ancora non realizzati di Padre Innocenzo era proprio quello di creare nel Lotto “A'” del complesso Roseto, la sede di una scuola per infermieri geriatrici, capite con quale compiacimento e con quanta attenzione stiamo seguendo il realizzarsi di questa prospettiva.
E’ un sogno che si avvera, perché a volte i sogni si avverano.
Grazie a tutti».




SALVIAMO IL BLOG

Carissimi, quando nell’estate del 2010 ho pensato di realizzare questo blog, mi ero prefissato due obiettivi: tenere aggiornate tutte le fraternità della zona interdiocesana di Avellino sulle attività svolte e sugli appuntamenti futuri; avere un luogo “virtuale” dove confrontarsi, esprimendo, liberamente, il proprio pensiero su tutto quello che riguarda la nostra vita di francescani calati nella realtà temporale.
Fino all’ultimo capitolo elettivo dell’Ofs della Campania, ho raccontato, attraverso la pubblicazione di post e foto, tutti gli incontri zonali e regionali cui ho preso parte, con lo scopo di permettere, anche a chi non era presente, di tenersi sempre informato e, quindi, di formarsi.
La “cronaca” della nostra fraternità zonale è stata arricchita da meditazioni che ci hanno accompagnato nel corso degli ultimi due anni e grazie alle quali abbiamo allargato i nostri orizzonti, uscendo fuori dalla monotonia dei nostri incontri di formazione che, forse, non ci hanno formato abbastanza (se i frutti sono quelli che sapete!!!).
A oggi oltre 6600 persone hanno visitato il nostro blog e molte di queste sono esterne alla nostra zona (o ex zona), o, addirittura fuori regione; pensate che abbiamo avuto anche una visita di un utente da Città del Vaticano… secondo me, per lanciare un anatema a Pietro Urciuoli…
Dal numero di visite giornaliere (di cui controllo le varie statistiche) ho rilevato che questo blog è stato un punto di riferimento, soprattutto nel caso di eventi particolari, visto il “silenzio” che regnava su altri organi d’informazione regionale e nazionale.
A tal proposito, scandalosa, secondo me, è stata la totale assenza di notizie, per alcuni giorni, sul capitolo elettivo regionale.
A tal proposito vorrei esprimere un mio pensiero che è questo: se qualcuno pensa che il “nostro” blog non serva a nulla (e potrebbe aver ragione), a cosa serve il sito regionale? E quello nazionale?Questo blog, purtroppo, è l’unico strumento (se si esclude Facebook, per il quale si trova sempre il tempo) su cui si può interagire e condividere tutto quello che pensiamo, senza il timore di essere censurati.
Nonostante queste belle premesse, però, poche sono state le tracce lasciate da chi ha visitato le nostre pagine: molti lettori, pochi scrittori!
Il blog è come la fraternità: se niente mettiamo, niente troviamo e se non troviamo niente, poco alla volta finiamo per non visitarlo più, lasciandolo morire, poco alla volta.
Allora saremo contenti di tenerci il nostro sito regionale (senza voler mancare di rispetto a chi lo gestisce che è una persona che io stimo molto) e nazionale, tanto, poi, se dobbiamo dire qualcosa, abbiamo sempre Facebook!
Ora che non sono più delegato di zona, per la gioia di qualcuno [soprattutto di Domenico che mi scrive messaggi subliminali], non posso più chiedere alle fraternità di scrivere articoli su questo o quell’evento, pertanto, l’obiettivo di questo blog rimane “solo” quello di fare formazione-informazione e condivisione.
Se vuoi che questo strumento continui ad esistere, dai anche tu il tuo contributo [non economico, anche se non guasta mai!] e non restare a guardare alla finestra, ma scendi in strada e condividi il tuo pensiero e le tue esperienze: non una volta, ma in ogni circostanza che ti va di farlo. Grazie!

Ciro d’Argenio