UN’AVVENTURA CHE SI CHIAMA ROSETO

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Con il presente post, apriamo una nuova rubrica, dal titolo: “Un’avventura che si chiama Roseto”.
I post di questa nuova rubrica, tratti dal libro omonimo scritto da p. Innocenzo Massaro, nel 1988, illustreranno tutte le vicissitudini che p. Innocenzo, fondatore del Roseto, e il Terz’Ordine Francescano di Avellino, hanno attraversato, per realizzare un “sogno” divenuto realtà per opera della “Divina Provvidenza”.
La finalità è di rendere omaggio al caro p. Innocenzo che non è più con noi, ma anche la dimostrazione di come, ancora oggi, la Fraternità, così come alle origini, è ancora capace di testimoniare Speranza, quando si lascia guidare dallo Spirito Santo.
Nell’auspicio che queste pagine possano aiutarvi nella riflessione, vi auguro una buona lettura.

PRESENTAZIONE
“ROSETO” un nome; un programma; una realtà.
Lo incontri un pò fuori la città di Avellino, verso il Nord, di fronte al Santuario della Madonna di Montevergine; quasi ne richiama la presenza, ne ricorda l’esistenza: ma più vicino agli uomini, non sulla montagna, forte e verde, ma a mezza collina, per fare memoria a tutti gli uomini che si è pellegrini verso un’altra patria.
Di per sé, già l’ubicazione, a media distanza tra la cima del monte e il fondamento della casa dell’uomo, ha segnato una scelta, ha determinato un destino: accogliere una realtà umana, di gioia e sofferenza, e trasformarla in FRATERNITÀ, segno della paternità universale di Dio per tutti gli uomini.Una FRATERNITÀ cui tutti aspirano; una FRATERNITÀ piantata tra la divisione degli uomini, per ricordare che è possibile vincere il male con il bene, l’odio con l’amore, la morte con la vita.
P. INNOCENZO MASSARO, frate cappuccino, ha intrapreso questa avventura” in comunione con la FRATERNITÀ dell’Ordine Francescano Secolare; un’avventura ormai storia “fatta di speranza e di ansia, di gioie e di lacrime” – tradotta, ora, in “dolce favola”.
Sei invitato a contemplare l’eterno miracolo della fede che germina esclusivamente dalla morte; il contemplare tanta armonia di sintesi tra la natura e la mano dell’uomo sollecitata dall’amore, è frutto di una storia che parte da lontano e lontano intende andare sul ritmo del servizio che offrendo carità, carità riceve per fare giustizia: e nasce la gioia o, come al P. INNOCENZO MASSARO piace e con lui a tutti i Francescani, germina la perfetta letizia.
Cantata con Maria, la Vergine del Roseto, spuntata dalla spine della colpa, per proclamare la liberazione totale, perfino sulla morte; cantata con Francesco, l’araldo del gran Re che si avventurò per sentieri sconosciuti per ripresentare il dinamismo contagioso e vitale del Vangelo; cantata, infine, con la FRATERNITÀ FRANCESCANA tutta, nella sua molteplice articolazione del Prim’Ordine Francescano Secolare, della GiFra, degli Araldini, delle carissime sorelle Elisabettine.
Roseto: opera corale come le antiche cattedrali medievali dove il singolo, architetto, maestro o manovale si stempera in una coralità che non annulla ma qualifica; non impoverisce ma arricchisce.
“Chi mi darà una pietra, avrà una ricompensa; chi due pietre, due ricompense; chi tre, altrettante ricompense” diceva il Serafico Francesco.
I protagonisti di questa “avventura” ci hanno creduto. Questa pubblicazione è una testimonianza ma anche una provocazione profetica e come tale va accolta.
E se passerai per il Roselo ci sarà una rosa anche per te, anche se sarà pieno inverno: è il miracolo dell’amore e della fede!
Fra Luigi Monaco Min. Prov. OFM Capp. Napoli, 11 giungo 1988

ALCUNE CONSIDERAZIONI INTRODUTTIVE
“Un’avventura che si chiama Roseto” è il titolo che ho creduto dare al presente libro, perché l’Opera è stata veramente un’avventura, sia per il grave rischio che portava in sé, sia anche per i molti sacrifici che essa ha chiesto a me ed ai miei collaboratori.
Lo scopo del presente libro è quello di proclamare agli uomini che il Signore è buono e ricordare loro che Dio esplica la sua carità attraverso la loro bontà.
Questo libro è dedicato a tutti coloro che hanno condiviso con me il sofferto cammino dell’Opera, particolarmente alla Signora Franca Ferrante ved. Agosta, Ministra e Presidente legale dell’Associazione. Alla Fraternità del Terz’Ordine Francescano di Avellino, generosa collaboratrice del Roseto. Ai moltissimi Amici e Benefattori dell’Opera della città e fuori che, con la loro offerta, hanno consentito di realizzare il miracolo dell’Amore.
Il libro, infine, si auspica che coloro che lo leggeranno diventino amici del Roseto e l’aiuteranno, per l’avvenire, nel suo compito di accoglienza ai fratelli poveri e sofferenti.
La composizione del libro è stata facilitata dalla raccolta di articoli scritti da me e da altre persone per la rivista “Campania Serafica” e per il quotidiano “Il Mattino”. Gli articoli sono stati stampati così come furono scritti nell’immediata ispirazione degli avvenimenti. Il lettore noterà che essi presentano, talvolta, inutili ripetizioni, ma che in cambio offrono, però, una visione autentica dei fatti.
I brevi episodi narrati sono come piccoli spiragli di luce che lasciano intravvedere quella parte di storia segreta che si svolge nelle profondità dello spirito e che gli uomini non sanno né riescono a leggere.
Questa storia, fatta di speranza e di ansia, di gioia e di lacrime, vista a distanza di anni, sembra ora una dolce favola.
Tutto il peso è passato, esso non ha lasciato nessuna traccia di risentimento alcuno. L’impegno per l’Opera ha lasciato nel cuore di coloro che vi hanno lavorato, solo la gioia di aver detto “sì” al Signore.
Roseto è fiorito! Ciò che sembrava un sogno di bimbo, oggi, è consolante realtà. Dio ha fecondato con la sua grazia il piccolo seme ed esso è diventato albero sui cui rami fratelli e sorelle trovano sicurezza e pace.
p. Innocenzo Massaro

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