E TU DA CHE PARTE STAI?

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Ieri sera, 8 ottobre 2012, è andata in onda su LA7 una trasmissione televisiva sul Concilio Vaticano II dal titolo “Di chi è la Chiesa?” condotta da Gad Lerner. Ospiti in studio: il card. Angelo Scola, lo storico del Concilio Alberto Melloni, il prete operaio Giovanni Nicolini, il direttore di TV2000 Dino Boffo, il giornalista Giuliano Ferrara, lo storico Roberto de Mattei, la fondatrice della comunità Nuovi Orizzonti Chiara Amirante.
Personalità molto diverse che hanno presentato i propri punti di vista spesso contrastanti se non irriducibili, a testimonianza di quanto siano differenti le visioni che ancora oggi vi sono del Concilio; visioni talmente variegate da non essere riassumibili, se non a prezzo di inaccettabili semplificazioni, nelle ben note ermeneutiche della continuità o della rottura. La collocazione stessa degli ospiti nello studio sottolineava questa diversità di vedute: progressisti da un lato, tradizionalisti dall’altro, il cardinale Scola nel mezzo. Una curiosità: per quanto attestati su posizioni diverse, quasi tutti hanno richiamato a più riprese la figura di Francesco d’Assisi, dividendosi anche su questo: chi sosteneva che fu sempre fedele alla chiesa di Innocenzo III, chi invece a dire che pur senza contestare niente e nessuno fece comunque di testa sua.Seguendo il dibattito televisivo ho maturato alcune riflessioni e quella che voglio condividere con voi è questa. Sappiamo bene che la vita, in tutte le sue manifestazioni, ci obbliga spesso a scegliere da che parte stare: nella sfera pubblica siamo chiamati ad accordare il nostro consenso a questa o quella formazione politica, nell’attività lavorativa siamo chiamati a decidere come impostare la nostra professione, nel nostro privato siamo chiamati a scegliere i criteri ai quali ispirare la nostra condotta e quella della nostra famiglia. Ebbene, questo vale anche con riferimento alla Chiesa: anche nella Chiesa siamo chiamati a scegliere da che parte stare. La Chiesa è una, certo, ma al suo interno coesistono visioni diverse, spesso anche radicalmente diverse; la Chiesa è una realtà complessa, problematica, decifrarla non è facile. C’è una fede del cuore e una fede dell’intelletto e vanno alimentate entrambe. Le reliquie, ad esempio, alimentano sicuramente la fede del cuore ma per alimentare la fede dell’intelletto occorre ben altro: occorre studiare e documentarsi con serietà e impegno. E se alimentare la fede del cuore è importante perché ci dona quel senso di pace interiore di cui abbiamo così tanto bisogno, alimentare la fede dell’intelletto non è meno importante perché volenti o nolenti dobbiamo scegliere da che parte stare; non importa quale sia la scelta purché sia una scelta consapevole, motivata, ponderata. Non possiamo sottrarci a questo dovere; significherebbe privare la Chiesa del nostro contributo, significherebbe seppellire i nostri talenti. Beninteso, anche questa in fondo è una scelta: le conseguenze però le conosciamo.

9 ottobre 2012
Pietro Urciuoli, francescano

Ecclesiaspiritualis.blogspot.it

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