L’ AMATA E ODIATA NEVE DEL 2012

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la neve ad Avellino - febbraio 2012

Sotto la neve la vita continua ma trasformata
è in discontinuità con la fretta, la frenesia,
le necessità delle nostre giornate. Tutto è
rallentato e dilatato. Rende luoghi uguali
ad altri luoghi più abituati ad essere imbiancati.
Certo anche più organizzati perché li’
non è emergenza. Ancora una volta ridono di noi,
delle nostre difficoltà oggettive,
dei ritardi, delle ingiustificate chiusure di tante
attività.
Certo ci sono stati tanti morti, perché
il freddo è il freddo a Nord come a Sud: ma la
neve è un’altra cosa. Ha messo in evidenza le
differenze, le incoerenze, ma ha anche unito
l’uomo con il suo Creatore. La neve simboleggia
la purezza, la bellezza, il rinnovamento, la gioia,
l’allegria per chi ne fa una strategia per trascorrere
il tempo ricavandone giochi per bambini di ogni
età, mirabili costruzioni o soliti pupazzi con
cappello, ombrello e naso fatto con carote.
La neve pur costringendoci in casa ha creato
all’improvviso, una nuova dimensione, in cui
il tempo interiore è venuto fuori, ha saputo
rendere visibile e attuabile la voglia di riposo,
di vacanza che tutti ci portiamo dentro, nascondendo
tutto ciò che è fuori che crediamo indispensabile,
ma che in fondo non ci appartiene veramente
rendendolo irraggiungibile.
Finalmente ci siamo fermati.
Abbiamo avuto tempo per ricordare, per sfaccendare,
per dormire un po’ in più, forse per pregare, anche per
lamentarci, ma soprattutto abbiamo sperimentato che
sappiamo trarre dalle nostre bisacce tutto quello che c’è
e che manco si immaginava, perché la vita che ti afferra
e ti assorbe con le sue pretese ha subito lo smacco che
ognuno desiderava.
E’ una grande opportunità, quindi, non perdiamola:
fra poco si ritornerà da questa vacanza dello spirito e
speriamo un po’ cambiati, più pronti con le menti ad
affrontare il quotidiano come se il tempo della neve
avesse scavato una distanza interiore tra noi e la
rappresentazione di noi. Qualcuno direbbe l’essere
e il dover essere. Che avventura è l’essere uomini
insieme ad altri uomini in continuo divenire.
E questa neve che ci ha coperti, ma non sepolti,
come un manto di Grazia che riporta il silenzio, la
pace non dimentichiamola tanto presto, consideriamola
come un dono di Nostro Signore.

Eugenia, 12 febbraio 2012

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