L’ANGELUS

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La preghiera dell’Angelus Domini, è piccola come un chicco di grano, è breve come un respiro, ma in realtà, se ben compresa, è una lode più estesa del mondo, più grande dell’universo, perché, sia pur brevissimamente, ci parla di Dio, di Gesù Cristo, Spirito Santo, della Madonna, dell’Incarnazione del Signore, della Redenzione: che sono il fondamento della nostra fede Cristiana.
L ‘Angelus Domini è il granellino di senapa che può diventare: al mattino, luce di sole che illumina il nostro cammino; a mezzogiorno, forza del nostro lavoro; al tramonto, serena nostalgia dei cieli ai quali siamo avviati.

LA PREGHIERA

  • L’Angelo del Signore portò l’annuncio a Maria.
  • Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.

Ave, o Maria.

  • Ecco l’ancella del Signore.
  • Sia fatto di me secondo la tua parola.

Ave, o Maria.

  • E il Verbo si è fatto carne.
  • Ed ha abitato fra noi.

Ave, o Maria.

  • Prega per noi santa Madre di Dio.
  • E saremo degni delle promesse di Cristo.

Preghiamo: infondi nel nostro spirito, la tua grazia, o Padre, tu, che nell’annuncio dell’angelo ci hai rivelato l’incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per Cristo nostro Signore. Amen.

Tre Gloria.

 

 

NOTE STORICHE

La preghiera dell’Angelus Domini (L’Angelo del Signore) del mattino, del mezzogiorno e della sera, ha una storia molto bella.

Fu cara a sommi Pontefici, in particolare al Papa Paolo VI, e “carissima” a Papa Giovanni Paolo Il che l’ha costituita momento d’incontro con i fedeli di tutto il mondo, in piazza san Pietro, per le sue esortazioni paterne, per le sue conversazioni amichevoli, confidenziali.

Prima di tutto vogliamo sottolineare che Paolo VI l’ha inclusa nel suo documento meraviglioso sulla devozione alla Madonna e che porta il titolo di: “Marialis cultus “: la devozione alla Madonna. E’ uno dei trattati più belli di tutti i tempi sulla Madre di Dio; senza dubbio il migliore del Concilio e dopo il Concilio Vaticano Il. Papa Montini esorta a mantenere viva la consuetudine di recitarlo ogni giorno.

La prima notizia dell’Angelus Domini risale al 1269, al tempo in cui era Generale dell’Ordine francescano san Bonaventura da Bagnoregio, detto il “dottore serafico”. Fu un Capitolo Generale dei Frati Minori tenutosi a Pisa in quell’anno che prescrisse ai religiosi di salutare la Madonna ogni sera con il suono della campana e la recita di qualche Ave Maria, ricordando il mistero dell’Incarnazione del Signore.

Il noto letterato fra Bonvesin de la Riva, milanese, vissuto dal 1240/50 al 1313, appartenente all’Ordine degli Umiliati, fece sua la disposizione dei frati francescani ordinando alla città di Milano e dintorni di suonare ogni sera l’Ave Maria. Ricordiamo che il Bonvesin fu il più geniale anticipatore di Dante con la sua opera che porta il titolo di: ” Libro delle tre scritture “. De scriptura nigra, nel quale descrive le pene dell’inferno. De scriptura rubea, con la quale fa una commossa rievocazione della Passione del Signore. De scriptura aurea, una entusiastica esaltazione del Paradiso.

Da Milano la pia usanza si estese un po’ dovunque. La notizia giunse agli orecchi di Papa Giovanni XXII (1245-1334) il quale non solo la incoraggiò, ma diede ordine al suo Vicario Generale di Roma di far suonare la campana ogni giorno, perché la gente “si ricordi” di recitare tre Ave Maria in onore dell’Annunciazione di Maria, detta comunemente “il saluto dell’Angelo “.

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