DA “DON” A DONNA

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DON ANDREA GALLO

Una riflessione di Don Gallo sulla condizione femminile: a che serve la parità senza liberazione?

Il romanzo di Sibilla Aleramo Una donna, uscito nel 1906, anticipò con grande intuizione il cammino da percorrere per riscattare la dignità femminile. Ma per la donna, in questo periodo buio, che perpetua la morale dominante, assorbita anche dalle forze rivoluzionarie, sono più che mai necessari punti di riferimento saldi e coraggiosi. Alcune parità raggiunte (o concesse?) sono lusinghe, mentre per vivere la vita occorre rinunciare alle sue lusinghe. La donna deve riflettere seriamente sulla “conquista” di una parità con l’uomo. Oggi la donna può desiderare di essere pari a un oppressore, a un erede di un’egemonia ideologica? Le conquiste sociali impongono un cambiamento di mentalità. La lotta è soprattutto nel campo delle idee. La donna deve avere ben chiaro che per il fatto di essere stata per troppo tempo serva e strumento del potere maschile, non ha ancora una “sua” cultura. Nel ricercare l’identità femminile, la donna deve stimolare l’uomo a liberarsi della figura che lui le ha costruito e che si è abituato a cercare. Uomo e donna devono imparare a perdere e a perdersi: devono superare l’educazione storica mistificante che annebbia spesso anche i progetti rivoluzionari. Donna e uomo devono in questo cammino considerarsi in uno stato permanente di rivoluzione, e devono raggiungere la parità in uno scambio di servizio fraterno, che non ostacoli una personale autonomia. La donna non deve fare del sacrificio familiare un culto religioso, non deve lasciarsi usare per essere consolazione di una condizione di vita che non si deve cambiare, o per placare le ansie e le delusioni maschili; deve inventare alternative, anche nel rapporto di coppia. Quali i punti di riferimento per una autentica lotta femminile? Coinvolgersi con le donne più sfruttate, con la donna piegata dalla fatica per la sopravvivenza quotidiana. Si arriva così a capire che la vera uguaglianza altro non è che la conseguenza di un’organizzazione sociale che non deve produrre sfruttati né programmare sfruttatori. La donna, nel tentativo di liberazione personale, libera così anche l’uomo e compie un atto di amore rivoluzionario.

Don Andrea Gallo (da “Se non ora, adesso”)

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