L’inaugurazione di questa rubrica richiede due precisazioni; l’una di merito, l’altra di metodo.
Cominciamo dal merito. Nelle nostre fraternità la figura di Francesco d’Assisi viene affrontata essenzialmente da due distinte angolazioni: le tappe salienti della sua vita da un lato, le sue virtù mistico/morali dall’altro. Per quel che è la mia esperienza – dieci anni di Gi.Fra. e venti di O.F.S. – in entrambi i casi la trattazione non è esente da limiti e difetti: nel primo caso, difficilmente ci si riesce ad affrancare da un approccio sostanzialmente aneddotico e miracolistico; nel secondo, si eccede sovente in una retorica esaltazione della sua personalità e della sua santità. Ne risulta un’immagine di Francesco facilmente accessibile ma anche vistosamente banalizzata. Non voglio sminuire oltremisura un approccio col quale si sono formate intere generazioni di francescani secolari – tra cui anche la mia – ma ritengo che ai tempi di oggi ci voglia altro; bisogna formarsi e informarsi con modalità ben diverse se si vuole essere laici pensanti oltre che devoti, animati da profonde convinzioni oltre che da buoni sentimenti; insomma, quel che si dice essere «cattolici adulti». In questa rubrica si tenterà di rileggere l’esperienza umana e spirituale di Francesco non in chiave agiografico/celebrativa bensì in una prospettiva principalmente storica per rinvenirne gli effettivi caratteri di novità per la sua epoca e di attualità per la nostra. È un approccio sicuramente più impegnativo ma anche necessario: non per nulla Paul Sabatier, il primo biografo moderno di Francesco d’Assisi, nella sua fondamentale biografia del 1894 affermava: «Se grande fu il Francesco della leggenda, immenso fu quello della storia».
Pace e bene
Pietro Urciuoli, OFS Avellino Roseto
complimenti!
complimenti all’idea del blog e complimenti all’idea della rubrica.
sarà un piacere leggerti caro Pietro.