IL RISVEGLIO DELLE COSCIENZE AL RINTOCCO DELLE CAMPANE

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Questo titolo mi sembra che riassuma al meglio i contenuti del XXIX Convegno Ecclesiale della Diocesi di Avellino sul tema: “Educazione e nuova evangelizzazione in un mondo che cambia” che si è svolto nei giorni 19 – 20 – 21 aprile 2012, presso l’Istituto d’Arte “P. A. De Luca” di Avellino.
Insieme al nostro Vescovo Mons. Francesco Marino, ha aperto i lavori del convegno Mons. Mariano Crociato Segretario Generale della C.E.I. parlando entusiasticamente all’assemblea numerosa e qualificata, rappresentativa di tutte le forme associative e comunitarie della Chiesa locale.
“È possibile educare alla fede?” è la domanda che nella sua illuminante relazione mons. Crociata ha posto come avvio di una riflessione sulla scelta educativa che i vescovi italiani propongono nel noto documento: “Educare alla vita buona del Vangelo”, contenente gli orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020. Compito primario della chiesa, nella duplice veste di evangelizzatrice ed educatrice attraverso tutti i suoi membri sia chierici che laici, è di presentare Cristo, di offrirlo come modello da imitare e riproporre in ogni credente che voglia responsabilmente aderire alla fede cristiana e mantenere le sue promesse di battezzato.
Testimoniare quest’esperienza trasformante dell’incontro con Dio, diventa il centro dell’azione di ogni cristiano che deve fare della chiesa il luogo privilegiato di preghiera e annuncio, affinché venga risvegliato e riconosciuto questo dono del padre che ci rende abili protagonisti per preparare, formare ed accompagnare ogni persona nella sua esperienza di vita, tenendo vivo il ricordo dell’incontro che ha mobilitato tutta la propria vita.Mons. Crociata, a questo scopo, ci esorta ad essere consapevoli di trovarci sempre alla presenza di Dio che, con la sua parola, dà senso a tutto il nostro modo di essere e di agire, di uomini dalla fede adulta.
La fede è un dono di Dio che, fin dalla nascita, è già dentro di noi, fa parte del patrimonio che abbiamo dalla nascita, ma per imparare a riconoscere quello che si ha dentro, c’è bisogno di esplicitarlo attraverso il confronto e lo stimolo dell’altro.
Il bambino, soprattutto, ha bisogno di avere accanto a sè adulti maturi che credono veramente , perché, guardando l’adulto, cercherà di imitarlo, per questo bisogna essere veri ed autentici.
Dalla incompiutezza di questa gradualità nascono tante devianze, dissociazioni, si sfocia nel pessimismo e scetticismo, fino al rifiuto della trascendenza, entrando in un’ottica di autonomia che porta, inevitabilmente, alla solitudine, a situazioni di disumanità che bloccano e spaventano.
Educare vuol dire: costruire comunità, relazioni significative che partono dalla famiglia, ma che coinvolgono tutta la società. Vivere secondo la fede, alla luce della vita buona del Vangelo, significa migliorare l’ambiente e, quindi, la storia.
Credere nella grazia, nella sua potenza crea nuovi metodi per trasmettere la fede, perché hanno già al loro interno tale forza. Continuava Mons. Crociata e conclude: tante sono le realtà che cambiano, che mettono in crisi, che fanno tremare, ma la fede ci deve rendere appassionati per poterle affrontare, restando orientati a Dio, troveremo il modo migliore per abitare da adulti questo mondo.
Il giorno seguente si sono affrontate le tematiche ed elaborato proposte in diversi gruppi di lavoro, esattamente dieci che abbracciano gli ambiti di tutto l’orizzonte ecclesiale quali: l’iniziazione cristiana, l’affettività, la cittadinanza, il lavoro e la festa, la tradizione, le comunità ecclesiali, la società e la vita parrocchiale.
I laboratori sono risultati molto fruttuosi per la vivacità che contraddistingue gli operatori ecclesiali che da veri fratelli si aprono a vecchi e nuovi orizzonti, per offrire modalità concrete, stimoli e consigli, per rendere con rinnovato spirito di servizio l’amore a Dio e al prossimo.
Il nostro vescovo S. E. Mons. Marino nella comunicazione conclusiva del convegno ha raccolto tutte le istanze emerse dalla lettura degli elaborati da parte dei capigruppo ed ha paternamente garantito che il rinnovamento messo a fuoco e auspicato dallo spirito di tutti i presenti, partirà da nuove pastorali diocesane che abbracciano tutti gli ambiti sociali e in particolar modo la famiglia, che non può essere lasciata da sola ad affrontare il disastro antropologico dovuto alla frammentazione globale, alla crisi economica e di valori e alle conseguenti rotture di una memoria cristiana che non ci deve far cadere in sterili nostalgie del passato, ma fortificarci e spingerci verso una nuova evangelizzazione che vedrà impegnati i laici insieme ai parroci nelle famiglie e nei luoghi dove si incontra maggiormente carenza di fede e di vera testimonianza.
Nuovi missionari e nuovi profeti, quindi, che non prescindono dalla formazione permanente, ma più specifica per l’annuncio, presso le sedi diocesane o parrocchiali (evangelizzazione ad intra) ma che arrivano e coprono l’intero territorio, per raggiungere tutti i figli e le figlie di Dio (evangelizzazione ad extra).
Augurando che questo fermo proposito venga sostenuto dallo Spirito Santo, il Vescovo ha invocato su tutta la comunità ecclesiale una nuova Pentecoste che, come fiamma, possa accenderci di speranza, audacia e coraggio, per annunciare liberamente e nella gioia, il Vangelo di Gesù Cristo.
L’ultima giornata del convegno si è conclusa con la celebrazione eucaristica e l’ordinazione di due diaconi.
Fin qui, quasi fedelmente, ho riportato la notizia, ma ora vorrei aggiungere le mie impressioni.
Ho visto una marea di gente; ho visto l’impegno e il desiderio di dare, di ospitare; ho visto tensione, preoccupazione, ma non rassegnazione. Ho rivisto vecchi amici, sempre in prima linea: altri non c’erano. Ho stretto nuove amicizie. Ho cercato di pregare e di cogliere in ogni volto la volontà di essere fratelli, di non giudicare l’altro, ma aiutarlo a non restare ai margini di una storia che si divincola da ogni schema mentale, da ogni pregiudizio, da ogni vizio, per metterci in pausa, in festa, renderci gradualmente migliori.
Insomma, mi è proprio piaciuto.
Grazie allo staff e a quanti hanno collaborato a creare una bella atmosfera di Chiesa in cammino.
Pace e bene.

Eugenia Iannone

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