EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO – Incontro della fraternità OFS con S.E. Mons. Francesco Marino, Vescovo della Diocesi di Avellino

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Sabato 9 aprile, in occasione del 4° incontro Zonale, oltre ottanta Francescani Secolari, provenienti dalle Fraternità dell’Ofs di Atripalda, Avellino [Cuore Immacolato di Maria], Avellino [Roseto], Mercogliano, Salza Irpina e Serino, appartenenti alla Diocesi di Avellino, si sono ritrovati, presso il convento dei frati minori cappuccini di S. Maria delle Grazie (Avellino), per incontrare S.E. il vescovo, Mons. Francesco Marino.
Nell’ambito di quest’appuntamento, il cui tema è stato: “EDUCARE ALLA VITA BUONA DEL VANGELO”, S.E. il Vescovo ha presentato, ai seguaci di Francesco d’Assisi, gli Orientamenti pastorali dell’Episcopato italiano, per il decennio 2010 – 2020, per rilevare l’esigenza educativa di un mondo in continua evoluzione.L’incontro è stato aperto con la celebrazione dei vespri, animata da p. Gianluca Manganelli, per proseguire con i saluti di p. Davide Panella, Assistente Regionale dell’Ofs che ha rivolto a S.E. il vescovo, il saluto, in nome di tutta la fraternità del Primo Ordine, e l’invito a prendere in considerazione l’opportunità di stabilire, una volta l’anno, un appuntamento fisso con la fraternità dell’Ofs, in particolare durante il “tempo forte” della Quaresima.
Dopo p. Davide, c’è stato l’intervento del Delegato di Macro Zona, Domenico Fiore, [LEGGI] che ha presentato la fraternità dell’Ofs nella sua struttura e organizzazione territoriale, successiva all’unificazione, avvenuta dapprima a livello nazionale e poi, dopo diversi anni, regionale.
È stata, quindi, presentata la realtà zonale, con i suoi obiettivi, stabiliti dal Consiglio Regionale, e con il suo percorso formativo, incentrato, in quest’anno sociale, sull’impegno del francescano secolare nell’ambito sociale e politico.
A conclusione del suo intervento, il Delegato di Macro Zona ha manifestato, a S.E. il vescovo, la disponibilità delle fraternità Ofs, appartenenti alla zona di Avellino, a mettersi a servizio della Chiesa locale, in continuità con la missione ereditata dal serafico Padre S. Francesco.
Dopo i suddetti interventi, ha preso la parola Mons. Francesco Marino che, all’inizio del suo discorso, riferendosi alla vocazione specifica dei francescani a passare dal “Vangelo alla vita e dalla vita al Vangelo”, ha sottolineato che dove c’è accoglienza della Parola, non può che esserci un buon frutto; poi ha proseguito il suo intervento, presentando il documento dell’Episcopato italiano nelle sue linee essenziali.
Nella prima parte, S.E. il vescovo ha illustrato le tappe che hanno portato alla scelta del tema per il decennio 2010 – 2011, dal “Grande Giubileo del 2000”, fino ad arrivare al Convegno Ecclesiale di Verona del 2006, che ha fornito l’occasione per riflettere sul cammino della Chiesa e per proporre un rinnovamento nel comunicare il Vangelo nella storia dell’uomo, mediante nuovi percorsi formativi.
La Chiesa universale, durante il “Grande Giubileo del 2000”, ha meditato il mistero dell’Incarnazione di Dio che si è fatto uomo, grazie al “si” di Maria, manifestandosi al mondo intero, senza distinzioni tra credenti e atei, esortando, così, la Chiesa a fare altrettanto e a dialogare, quindi, con tutte le realtà terrene.
Frutto del Giubileo del 2000, è stato il tema, approfondito nel decennio 2000 – 2010, “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia” che ha avuto l’obiettivo di calare il Vangelo nella storia dell’uomo che non è più la stessa di ieri, ma è in continua evoluzione.
Il IV Convegno Ecclesiale di Verona del 2006, oltre ad essere un’occasione di verifica, per il decennio in corso, è stato l’opportunità per riflettere sul futuro della Chiesa, suggerendo ai vescovi un rinnovamento diretto alla ricerca di nuovi percorsi formativi.
Nel 2008, poi, il Santo Padre, papa Benedetto XVI, in una lettera inviata alla Diocesi di Roma, ha evidenziato la necessità urgente di dedicarsi al compito dell’educazione, con particolare sollecitudine verso le nuove generazioni.
In questo senso, afferma Mons. Francesco Marino, la famiglia deve riappropriarsi del suo ruolo educativo, orientato, in particolare, all’incontro con Cristo, “Maestro di verità e vita”, e con tutti gli uomini.
Il relativismo e lo scetticismo, sempre più diffuso nella cultura contemporanea, manifestano, come ha più volte ribadito papa Benedetto XVI, un’“emergenza educativa” e la difficoltà di trasmettere i valori fondamentali da una generazione all’altra.
Il relativismo, di cui ci parla il papa, mette in risalto il fatto che ci sono tante verità, una vicina all’altra, ma non c’è un’unica verità che possa orientare la vita dell’uomo e se non c’è una verità da ricevere e da trasmettere, è difficile educare.
Il documento della Chiesa, invece, afferma che non solo è possibile educare, trasmettendo la Verità che è Cristo, ma è doveroso.
Fondamentale, afferma S.E. il vescovo, è il contributo della famiglia che deve educare all’incontro col Cristo e con tutti gli uomini.
Questo perché, l’uomo di oggi vive nella falsa convinzione di poter agire autonomamente, senza la necessità di far riferimento agli altri, mentre l’autonomia di una persona nasce da un “tu” che si completa, quando si relaziona agli altri.
Da ciò nasce anche la distorsione di un’educazione considerata autoritaria, da cui proviene la ricerca di un’educazione anti-autoritaria che, poi, è la negazione dell’educazione, perché non ci si auto-educa, ma ci si educa a vicenda.
Queste considerazioni – aggiunge S.E. il vescovo – costituiscono il punto di partenza per il ruolo educativo della Chiesa che, vivendo tra la gente, deve saperne cogliere le istanze.
Nel suo ruolo di educatrice, la Chiesa deve far maturare l’uomo alla fede, come Dio educa il suo popolo, cioè senza imposizioni, attraverso una catechesi particolarmente rivolta ai sacramenti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, Comunione, Cresima).
Dopo una breve panoramica sui vari punti del documento, Mons. Francesco Marino ha concluso il suo intervento rilevando come il tema degli Orientamenti pastorali è rivolto alla ricerca del “buono” che, poi, è “ciò che è vero e bello”, mediante il recupero delle virtù umane (la prudenza, la giustizia, la temperanza …) che si riassumono tutte nell’amore verso l’uomo, ma, soprattutto, verso Dio, Unico, Sommo Bene.
L’incontro si è concluso con la preghiera dell’Absorbeat, preceduta dall’invito di p. Davide Panella ad approfondire questi temi all’interno delle nostre fraternità.

Ciro d’Argenio

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