TESTA O CULO

image_pdfimage_print

Approfitto del fatto che il blog non lo legge quasi nessuno per esprimere liberamente il mio pensiero sullo “Strumento di lavoro per la formazione iniziale” redatto dal Consiglio nazionale nel 2010 e trasmesso a tutte le fraternità dell’OFS Campania dal Ministro regionale e dalla Delegata alla formazione con nota prot. n. 165/2011/P-Form del 14.11.2011 (spero di non aver sbagliato nulla).
Sono sinceramente smarrito nel constatare che passano gli anni, addirittura i decenni, ma diciamo sempre le stesse cose e nello stesso modo.
Dobbiamo educarci alla contemporaneità.
Nella formazione degli Iniziandi si fa riferimento ai documenti del Concilio Vaticano II. Ma che senso ha questa operazione se non si spiega loro che la Chiesa istituzionale in questi cinquant’anni ha fatto consistenti passi indietro rispetto questo storico evento? E che senso ha citare a piene mani le Fonti Francescane se non si spiega loro la distorsione imposta dalle gerarchie ecclesiastiche all’originaria intuizione di Francesco? Proposti così diventano riferimenti solo formali, statici, retorici, depotenziati.
Nella formazione dei Neo-Professi viene trattato il tema dell’impegno socio-politico dei francescani. Mi piacerebbe sapere se oltre agli scontati auspici in tal senso, sarà fatto oggetto di discussione anche quanto è avvenuto recentemente a Todi. Se si dovesse formare una nuova DC, in versione riveduta e corretta, i francescani secolari sono chiamati a dare il proprio consenso o possono scegliere diversamente senza dover affrontare sensi di colpa con la propria coscienza e con la Chiesa?Pochi esempi e pochi interrogativi ma che bastano e avanzano.
Ripeto, dobbiamo educarci alla contemporaneità. La Parola di Gesù continua ad essere pietra di inciampo solo se è vissuta integralmente nella concretezza della vita quotidiana altrimenti viene rinchiusa in teologismi e liturgismi dal sapore vagamente farisaico. Analogamente è degli insegnamenti del passato; se non sono attualizzati con il necessario coraggio intellettuale perdono la loro valenza essenziale che è quella di offrirci gli strumenti culturali per interpretare e affrontare il nostro presente. Se non si procede in questa direzione non si sfonda il muro dell’ovvietà e non si formano personalità mature: «Una lezione di storia vale più di mille prediche», diceva il beato card. Newman.
Bisogna quindi chiedersi con franchezza cosa vogliamo fare delle persone che si avvicinano alle nostre fraternità. Cattolici adulti o bigotti devoti? Assemblea attiva o platea passiva? Teste che pensano in dimensione ecclesiale o culi che riscaldano le panche di una chiesa?
Ma questo, ne sono più che convinto, è un interrogativo che non riguarda solo i formandi bensì tutti noi: nella Chiesa cattolica vogliamo essere una testa o un culo?
Io ho scelto. Testa.

Pietro Urciuoli

P.S. Non vorrei aver turbato la sensibilità di qualcuno; ma è che nelle nostre fraternità il linguaggio abitualmente utilizzato sa un po’ troppo di sagrestia, neanche fossimo ecclesiastici. Noi siamo laici, viviamo nel mondo, possiamo e dobbiamo parlare il linguaggio del mondo. Ciò che dice lo Zingarelli possiamo dirlo anche noi.

4 Risposte a “TESTA O CULO”

  1. Carissimo Pietro, visto che non ci legge nessuno, volevo solo aggiungere un paio di considerazioni, molto personali, al tuo articolo.
    La prima è che, come ho già avuto occasione di dire in qualche altra circostanza, in questo blog non è ammessa la “censura”. Il blog, per come l’ho inteso io quando l’ho pensato, deve essere un luogo, anche se virtuale, dove è possibile dirsi tutto e nel modo in cui ognuno ritiene più opportuno. Deve essere un luogo, innanzitutto, di libertà, sana, ma sempre libertà. Se qualcuno storce il naso, è autorizzato a farlo, ma sempre usando lo stesso strumento e con l’obiettivo di crescere insieme, non per un mero spirito polemico, fine a se stesso.
    Per questo motivo non devi preoccuparti delle cose che dici e di come le dici, se sono cose che ti vengono dal cuore, sono ben accette, perché, come ho detto prima, sono sempre orientate alla crescita comune.
    E per me crescita comune non è solo parlare di religione, ma anche di politica e, perché no, anche sessualità, ecc.
    La seconda considerazione è che, quando leggo i tuoi post, perdo un po’ l’orientamento, nel senso che avverto la differenza del cammino vocazionale e la difficoltà a seguire alcuni ragionamenti. Non perchè non li condivida, ma perchè li sento, forse, non alla mia portata, esigono una coscienza e un senso di responsabilità, nel vivere la propria vocazione, che io non sento di avere. Sai, spesso mi ritrovo, quando vado a letto, a ringraziare il Signore, per l’ordinarietà della giornata, perchè sento che, un solo pensiero extra, non riuscirei a viverlo senza deprimermi.
    Ammetto che, forse spesso, sono una specie di “caprone” che, senza spirito critico, do’ per buono tutto quanto mi propinano, ma, sinceramente, non sento di avere la forza, per dare spazio alla mia coscienza che, tra le altre cose, non sono nemmeno sicuro sia dalla parte della ragione.
    Comunque, tra culo e testa, vorrei essere certamente testa, anche se culo, in alcune situazioni, mi farebbe “comodo”.
    Per questo motivo ti dico grazie, perchè mi hai dato l’occasione per riflettere sulla mia vocazione e sull’impegno personale a farla crescere.

  2. Carissimo Ciro,
    io credo che nella Chiesa ciascuno ha la sua vocazione e il diritto di seguirla fino in fondo. Siamo tutti diversi e tutti con pari dignità.
    Non c’è solo “testa” o “culo”. C’è chi ha un approccio più emotivo, si potrebbe dire quindi “cuore”; chi è più portato per la preghiera, si potrebbe dire quindi “anima”; chi più per il volontariato, si potrebbe dire “mani e piedi”. Ognuno va al Signore con quello che ha, con quello che il Signore stesso gli ha dato.
    Anche chi sceglie di essere deliberatamente “culo” per non farsi troppi problemi ha tutto il diritto di farlo senza essere per questo biasimato.
    Ma nessuno ha il diritto di trattare come un eretico chi ha scelto di essere “testa”.
    E’ questo che a me dà fastidio.
    Ho solo poche persone con cui posso parlare senza essere frainteso. E una di queste sei tu.
    Ti abbraccio

  3. Caro Pietro,
    ho approfittato della mia influenza per leggere un po’ di articoli sul blog, e magari per confrontarmi con te, al di la dei formali, e a volte forzati, saluti di prassi che ci scambiamo prima e dopo gli incontri.
    Il mio commento però non vuole essere uno sfogo personale nei tuoi confronti, perchè so bene che un “feeling” intellettuale o emotivo non si può inventare dal nulla.
    Ma, leggendo il tuo articolo “testa o culo”, sono rimasto perplesso da una sola tua frase: “Approfittando del fatto che il blog non lo legge quasi nessuno…”.

    Perchè se davvero fosse così, allora significherebbe che ciò che scrivi sarebbe per semplice diletto intellettuale tuo e di pochi altri, tanto per farsi una chiacchierata su qualcosa che non sia la crisi finanziaria o il campionato di calcio.
    Quando eri nel consiglio avesti l’ottima idea della Rassegna Stampa in Fraternità, su fatti di interesse sociale. Certo non c’è stata la risposta desiderata, e magari doveva essere organizzata in maniera diversa, ma secondo me avevamo fatto un piccolo passo in avanti verso le “teste pensanti” di cui parli. Credo non sia facile far cambiare il modo di pensare alle persone, soprattuto se di una certa età e con determinati trascorsi culturali, ma ci abbiamo provato, e probabilmente sarebbe valsa la pena continuare (chissà che non lo si possa riproporre!!!).
    E quindi ti chiedo: perchè limitare i tuoi commenti al blog e non far conoscere le tue idee, ampiamente condivise dal sottoscritto e condivisibili da molti altri terziari, all’equipe di formazione e alla fraternità tutta? Perchè non farsi portavoce di un disagio non di pochi, credo anche in molte fraternità cappuccine della campania, confrontandoti con il consiglio regionale o addirittura dando una tua disponibilità a farne parte? La tua farternità ti darebbe il suo pieno appoggio, a cominciare dal sottoscritto, che ammira da sempre il tuo forte spirito “laico”, ma che magari andrebbe associato ad una maggiore comunione con i fratelli e, parafrasando le parole di Rocco D’Ambrosio, coerenza con la propria fede, testimoniando il vangelo nei tanti e difficili campi minati.
    Perchè non dire a tutti del nuovo scritto di Pietro Urciuoli, proprio sull’Ordine Francescano Secolare? Forse per modestia o perchè non ti interessa che la tua fraternità lo sappia e lo legga…magari perchè è fuori dalla sua portata?
    Mi potresti rispondere che neppure io faccio nulla di coraggioso: hai ragione. Continuo, nella maniera più indegna possibile, a rispondere all’incarico affidatomi, e ti assicuro che sono davvero tante le cose a cui un Ministro deve pensare. Certamente il blog è aperto a tutti, e chiunque, con un po’ di buona volontà, potrebbe leggere ciò che tu, Ciro o Maria inserite, ma se le menti non sono ancora pronte o abbastanza libere, perchè non trovare un altro modo per raggiungerle?
    Sono stato esageratamente lungo e forse inopportuno, ma mi dispiace che le tue considerazioni possano rimanere relegate in un blog “che nessuno legge” (come dite voi), quando nella fraternità regionale pare stia impazzando il toto-consigliere con campagne elettorali in grande stile. Forse ci mancano le palle (non so se c’è quest’accezione nello Zingarelli): sarebbe ora che qualcuno si facesse valere, avvicinando il nostro carisma alla vita vera.
    Grazie comunque dei continui ed interessanti input che ci invii!
    Pace e bene

    Luciano

  4. Carissimo Luciano,
    mi ero proposto di rispondere alle tue osservazioni durante la condivisione di sabato scorso così da allargare il discorso a tutta la fraternità; tuttavia non mi è stato possibile parteciparvi e quindi ti rispondo adesso.
    Se ogni tanto scrivo sul blog non è, come dici tu, per un “diletto intellettuale” ma perchè sento l’esigenza di pormi delle domande e di provare a cercare delle risposte insieme ad altri fratelli nella fede. Probabilmente però, a quanto pare, ben pochi sentono una analoga esigenza e quindi mi ritrovo a dialogare con Ciro, mia sorella, Eugenia e basta.
    E non è certo per modestia, virtù che notoriamente non mi appartiene, che non vado a sbandierare ai quattro venti del mio scritto sull’OFS. Io ho messo il testo sul blog e Ciro ha avvisato via mail. A questo punto basta. Chi è interessato se lo va leggere (a quanto mi risulta lo ha letto solo mia sorella). E se nessuno lo fa non è perchè le menti non sono ancora abbastanza “pronte o libere”; è perchè sono menti che non ritengono sia necessario alcun approfondimento (mi riferisco, ovviamente, ai giovani, non certo alle persone un pò più avanti negli anni che fanno già fin troppo, non fosse altro che con la loro assidua presenza).
    Quanto poi al consiglio regionale non è una questione di palle ma una questione di attitudine: non sono capace di organizzare, di decidere, di programmare; non è nelle mie corde. L’ho fatto a malincuore per qualche anno, quando era necessario gestire il cambio generazionale della fraternità; ora che non ve ne è più bisogno ne faccio volentieri a meno. Non solo, quindi, è assolutamente impensabile un mio impegno regionale ma a meno che non siano particolari situazioni contingenti a richiederlo non voglio più avere incarichi a livello locale. Dò già abbastanza fastidio – e mi sento già abbastanza solo – così.
    Pietro.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.