TI CONSIGLIO UN … FILM

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Nascere è una colpa?
Sbagliare il luogo di nascita è un atto di stupidità o negligenza da imputare agli interessati?
E una volta che sei nato e ti rendi conto di aver sbagliato luogo di nascita, che fai?
Marco Tullio Giordana parla di questo e di altro nel suo film “Quando sei nato non puoi più nasconderti“:
ci parla della realtà dell’immigrazione raccontandola attraverso l’esperienza drammatica di un bambino di dodici anni che, pur avendo fatto la “scelta giusta” (è figlio di un benestante imprenditore del nord Italia), si trova catapultato tra i disperati che arrivano sulle nostre coste meridionali in una delle tante “carrette del mare “ che ormai siamo abituati a vedere nei TG. Ovviamente questa esperienza lo cambierà profondamente, sovvertirà i suoi valori, ma costringerà anche i sui genitori a prendere una posizione.
Quando sei nato non puoi più nasconderti: non puoi sperare che la storia ti passi sopra o affianco senza toccarti, anche se ti barrichi dentro casa, perché (come dice De Gregori) “la storia non si ferma davvero davanti a un portone”.
Se avete figli dell’età del protagonista, guardate il film insieme a loro.

 Se avete parenti anziani assistiti da badanti o se vi piace la pasta al pomodoro, chiedetevi che cosa succederebbe se una mattina all’improvviso l’Italia si svegliasse e si rendesse conto che sono spariti tutti gli extracomunitari: a chi affideremmo gli anziani? chi raccoglierebbe pomodori, grano e frutta? chi costruirebbe le nostre case o manderebbe avanti le fabbriche del nord? chi innalzerebbe il bassissimo tasso di natalità italiano?
Il regista Sergio Arau ha girato un film in cui immagina che in California all’improvviso spariscano tutti i latino-americani, quelli che, con superficialità o ignoranza, vengono genericamente chiamati “messicani” (come da noi per qualcuno tutti i meridionali sono ancora “terroni”): con i toni della commedia Arau descrive quello che succederebbe nei vari settori produttivi… e non solo.
Tra realtà e fantasia, “Un giorno senza messicani” fa riflettere sul bisogno che abbiamo gli uni degli altri e su cosa voglia dire realmente appartenere ad un popolo, sentirsi parte di una nazione.
Oggi più che mai: meditiamo, gente, meditiamo…

 

Maria

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