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Solo andata
Erri De Luca

La nostra terra inghiottita non esiste sotto i piedi,
nostra patria è una barca, un guscio aperto.
Potete respingere, non riportare indietro, è cenere
dispersa la partenza, noi siamo solo andata.

Il drammatico viaggio di un gruppo di emigranti clandestini verso i “porti del nord”. Un poema scabro, tragico, potente. La scommessa della parola poetica di fronte a una materia (umana, civile, sociale) quasi “intrattabile” ma che qui diventa disegno delle sorti del mondo.

Siamo gli innumerevoli, raddoppio  a ogni casa di scacchiera
lastrichiamo di scheletri il vostro  mare per camminarci sopra.
Non potete contarci, se contati aumentiamo
figli dell’orizzonte che ci rovescia a sacco.
Siamo venuti scalzi, invece delle suole,
senza sentire spine, pietre, code di scorpioni.
Nessuna polizia può farci prepotenza
più di quanto già siamo stati offesi.
Faremo i servi, i figli che non fate,
nostre vite saranno i vostri libri d’avventura.
Portiamo Omero e Dante, il cieco e il pellegrino,
l’odore che perdeste, l’uguaglianza che avete sottomesso.
Da qualunque distanza arriveremo, a milioni di passi,
quelli che vanno a piedi non possono essere fermati.
Da nostri fianchi nasce il vostro nuovo mondo,
è nostra la rottura delle acque, la montata del latte.
Voi siete il collo del pianeta, la testa pettinata,
il naso delicato, siete cima di sabbia dell’umanità.
Noi siamo i piedi in marcia per raggiungervi,
vi reggeremo il corpo, fresco di forze nostre.
Spaleremo la neve, allisceremo i prati, batteremo i tappeti
noi siamo i piedi e conosciamo il suolo passo a passo.
Stringetevi nei panni, noi siamo il rosso e il nero della terra,
oltremare di sandali sfondati, lo scirocco.

Erri De Luca

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